Economia

Indagine. Metalmeccanica, recupero pre-Covid a rischio

Maurizio Carucci venerdì 4 marzo 2022

Imprese preoccupate per la guerra in corso e i rincari di energia e materie prime

«Stiamo vivendo una fase molto instabile e terribilmente complicata. Ogni giorno lo scenario può mutare, quanto sta accadendo in Europa a seguito dell’aggressione da parte della Russia all’Ucraina costituisce un fatto gravissimo dalle conseguenze non prevedibili». Con queste parole Federico Visentin, presidente Federmeccanica, ha illustrato la 161esima Indagine congiunturale sull’industria metalmeccanica. Un settore che nel 2021 ha recuperato gran parte delle perdite, ma che nell’ultimo trimestre ha dovuto fare i conti con gli aumenti dei prezzi energetici e delle materie prime. La produzione, infatti, è cresciuta del 15,9% rispetto all’anno precedente, nonostante la flessione registrata nell’ultimo periodo del 2021. Un andamento addirittura migliore rispetto a Germania e Francia, che ha consentito di recuperare completamente il crollo osservato nel corso della pandemia: i volumi di produzione del 2021 sono risultati leggermente superiori (+0,3%) rispetto al 2019, sebbene l’intero comparto industriale registri un calo contenuto dello 0,6%. Risultati positivi grazie alle esportazioni (+18,4%). Anche se preoccupa l’Automotive (-13%). Ma soprattutto questa guerra in corso.

«È quanto mai necessario che siano previsti interventi straordinari da parte del governo per affrontare con reattività, ma anche con visione, questa fase – ha spiegato Diego Andreis, vicepresidente di Federmeccanica –. Occorre trovare soluzioni che siano in grado di fornire, da una parte, risposte nell’immediato, e che affrontino allo stesso tempo i problemi strutturali come quelli energetici e di disponibilità della materie prime, come la componentistica attiva dell’elettronica , problemi che zavorrano crescita e competitività delle nostre imprese».

Nel 2021, inoltre, si è più che dimezzato il ricorso alla cassa integrazione, mentre l’occupazione è rimasta sostanzialmente stabile (-0,1%). Le prospettive a breve – su un campione di circa 600 imprese metalmeccaniche associate – segnalano il 49% delle imprese con un portafoglio ordini in miglioramento; il 40% prevede incrementi di produzione; il 31% ritiene di dover aumentare i livelli occupazionali nei prossimi sei mesi, mentre un più contenuto 6% prevede un ridimensionamento.