Economia

Progetto Mbility. Il diritto dei disabili al trasporto (ri)parte da una app

Andrea Persili mercoledì 25 maggio 2022

Prende il bus, ma la pedana per salire non funziona. Chiama un taxi, ma la carrozzina non entra. Tenta con la metro, ma l’ascensore è fuori uso da mesi. Ogni giorno un disabile si sveglia con l’idea che spostarsi sarà un’Odissea, dove “baciare la pietrosa Itaca” diviene chimera come nella poesia foscoliana. Poi si ferma un istante. Immagina che ci vorrebbe una startup che faciliti domanda e offerta di trasporti specialistici. Pensa addirittura a una app con cui prenotare una corsa adeguata alle esigenze, valutare l’autista, consentire ai parenti di monitorare il viaggio. Tutto comodamente da smartphone e a prezzi accessibili.

Bene, già esiste da dicembre 2020: si chiama Mbility, sta a Milano e il Comune la ha anche premiato. I risultati ( fatturato di 150mila euro) dicono che funziona: ha totalizzato oltre 100 download, realizzato 563 corse, costo medio di 37 euro a viaggio. Marco Amico, Ceo e Co-founder di Mbility, pensa in grande: Roma, Torino e Genova. “Vogliamo estendere la socializzazione e l’opportunità di accedere ai luoghi di studio, cura e svago. Abbiamo quindi deciso di raccogliere fondi con il crowfounding”. Anche perché si tratta di soluzione innovativa anche per le aziende di trasporto che possono spingere sul pedale della digitalizzazione.

In Italia i disabili sono 3,1 milioni, il 5,2% dell’intera popolazione. Abbiamo 1,5 milioni di anziani non autosufficienti, un numero destinato a raddoppiare entro il 2030. Circa 800mila persone ogni anno si infortunano con gravi conseguenze che limitano la mobilità. Nella Costituzione del 1948 l’attenzione alle ferite della carne è grande: obbligo di rimuovere gli ostacoli all’esercizio delle libertà e diritto alla salute. Nell’Italia repubblicana di oggi un po’ meno: solo il 14,4% delle persone con disabilità si sposta con mezzi pubblici urbani e l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle disabilità segnala in generale che la capacità di circolare liberamente è molto limitata da barriere architettoniche e servizi pubblici inadeguati.

Giuristi delle più diversi tradizioni ci dicono che si sta tornando a un modello ottocentesco: dove si guarda al soggetto di diritto (cui viene garantita un astratto diritto a circolare liberamente) senza preoccuparsi della carne e della vita (Che fare se non ha i soldi per farlo? E se è disabile? ). Economisti critici fanno notare che a quel punto il diritto smette di essere tale (diventando privilegio di chi ha soldi per comprarlo). Papa Francesco invita ogni giorno a fuggire la cultura dello scarto: associazioni di volontariato, imprese sociali, raccolte fondi mostrano che c’è una umanità che ancora non si rassegna al fatto che i problemi degli ultimi siano gli ultimi problemi di cui occuparsi.