Economia

Bonanni. «Matteo ha detto tanto e fatto poco Ma lo sciopero è fuori dal mondo»

Arturo Celletti sabato 23 agosto 2014
«Niente voti, mi rifiuto. Non insista: giudizio sospeso, sei mesi sono pochi per valutare un governo ». Invece insistiamo e Raffaele Bonanni apre un varco. «La Cisl aspetta da anni un vero riformista e vogliamo ancora dare tempo a Renzi. Ma lui deve darsi da fare. Siamo al dunque e non va bene che ogni cosa diventi un teatrino». Addirittura teatrino? Renzi ha detto tante cose, ma ne ha fatte poche. Pennellate buttate quasi a caso non servono; serve, invece, un’impostazione generale. Il governo deve guardare il quadro, non il tassello. Altrimenti ci facciamo male. Si spieghi O si lancia un’iniziativa politica forte o la situazione economica strangolerà governo e cittadini italiani. E allora lei minaccia un autunno caldo... Autunno caldo per me significa spiegare alla gente come stanno le cose. Significa anche protestare. Ma in Cisl la parola d’ordine è responsabilità; sappiamo da sempre che, in un momento così, anche solo pensare a scioperi è fuori dal mondo. Ecco, e allora? Allora il problema è come trovare un’intesa forte sulle priorità. Capito? Un’intesa forte e larga perchè Renzi da solo non funziona, Renzi cavaliere solitario cade da cavallo. Ripeto: cerchiamo un vero riformista che ci tolga dai guai. Ma il riformista non è un autocrate; è uno capace di far collaborare realtà diverse, non uno che prova a sopprimere la rappresentanza. L’ha detto a Renzi? Vuole la verità? In questi sei mesi non ci ho mai parlato. Parlo con tutti i ministri ma con Renzi no: non l’ho cercato io e non mi ha cercato lui. E magari una spiegazione c’è: la lotta sorda nel Pd tra il premier e la Cgil. Oggi per Renzi è più facile (e certamente più conveniente) dire che non parla con nessuno. Ha l’occasione per indicare a Renzi tre priorità. Uno: interveniamo subito sull’energia. Le bollette sono troppo care e l’Italia è un Paese industriale. Due: subito giù le tasse alle imprese che investono e ai lavoratori; il fardello non può essere solo portato solo e sempre da lavoratori e pensionati. Tre: bisogna ridurre gli sprechi che si annidano negli Enti locali. La perdita di forza economica viene da lì, da queste realtà sprecasoldi che sono il paradiso di corruttori e di corrotti. Renzi non l’ha fatto? Sindaci e amministratori sono troppo spesso suoi sodali. Ma quello è un abbraccio mortale. Comuni e Regioni si occupano di tutto, ma non fanno nulla. Mettono le tasse come vogliono. Hanno persino cancellato gli effetti del bonus. È così: non se ne è accorto nessuno di quegli ottanta euro, non è stata nemmeno una partita di giro. Le tasse sulla casa hanno raggiunto livelli mai visti. Lei che farebbe? Per ora mi sgolo senza nessun vero risultato. Ma un consiglio a Renzi provo a darglielo: almeno trovi la forza di proibire a quei comuni che non recuperano soldi dalla lotta all’evasione di mettere le addizionali. A pagare non possono essere sempre i cittadini perbene; questi non ce la fanno più. Riesce a trovare un merito a Renzi? Uno fondamentale. Ha fatto sparire un modo di ragionare intriso di ideologie. Ricorda la vicenda Fiat? Ricorda le accuse alla Cisl colpevole di affamare i lavorati solo perchè pronta a confrontarsi con il governo? Ci hanno intimido, colpito, bruciato... Ma ora Renzi fa finire questa storia e per me la fine di questa storia è una bella storia. Quando è finita? Quando Renzi con il suo modo dissacrante ha reso ridicole le posizioni di una certa sinistra e di un certo sindacato. Per loro la collaborazione sindacato-imprese era alto tradimento verso i lavoratori. Per me era un modo per strappare l’Italia al pantano. Oggi questa Italia non c’è più? Oggi Renzi e Berlusconi collaborano su tutto e nessuno apre bocca. Io tifo per quella collaborazione, anzi spero che si allarghi ai temi economici e che coinvolga altri soggetti sociali.