Economia

FINANZIARIA. Manovra, Berlusconi: «Sacrifici inevitabili»

 Eugenio Fatigante e Nicola Pini mercoledì 26 maggio 2010
C'è una crisi «provocata dalla speculazione» e tutti i Paesi europei, Italia compresa, «hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità». Il premier Silvio Berlusconi ha esordito così alla presentazione della manovra correttiva da 24 miliardi di euro in due anni, la cui illustrazione è in corso a Palazzo Chigi. Una manovra «che ci viene chiesta dall'Europa» perchè «salvare l'Euro significa salvare le famiglie e le imprese e in tutta Europa non c'è diversità di obiettivi». A questo punto, ha detto Berlusconi, «si deve cercare una soluzione». Di qui i nuovi provvedimenti annunciati dal governo, che per il presidente del Consiglio sono al tempo stesso «equilibrati» e «inevitabili»: equilibrati perché si chiede di più a chi può di più e a chi ha evaso maggiormente; e inevitabili perché fino ad oggi si è andati avanti spendendo più delle proprie risorse appesantendo così il debito. E con una spesa sociale, ha evidenziato il Cavaliere, che nel tempo si è trasformata in spesa assistenziale.Le misure, dunque. I 24 miliardi della manovra sono ripartiti in due anni. «Puntiamo soprattutto sulla riduzione della spesa pubblica e sulla lotta all'evasione fiscale - ha evidenziato Berlusconi -. E non abbiamo aumentato le tasse perché l'obiettivo resta quello di ridurle». Il numero uno di Palazzo Chigi non ha nascosto di chiedere «un atto di responsabilità» in particolare ai dipendenti pubblici, «perché negli ultimi anni i loro redditi sono aumentati più di quelli dei privati e poi perché godono del vantaggio della tutela del posto di lavoro e non rischiano cassa integrazione o riduzione di stipendio come invece accade nel settore privato». Per questo, è il ragionamento, spetta loro uno sforzo maggiore.Berlusconi ha poi confermato che «le pensioni sono tutelate e garantite» e che «chiediamo solo a chi si accinge di andare in pensione di restare al lavoro qualche mese di più». Poi il ruolo degli enti pubblici: «A loro chiediamo di ridurre le spese meno produttive, ma in cambio daremo loro beni demaniali che potranno valorizzare e generare nuove risorse, dando così ulteriore attuazione al federalismo fiscale». Infine il premier ha enfatizzato l'incremento della lotta all'evasione fiscale, che in Italia comporta l'equivalente 120 miliardi di euro di mancato introito: aumenteranno i controlli, ha spiegato Berlusconi, e si farà in modo di recuperare lo squilibrio che vede in alcune Regioni sacche di evasioni ormai incontrollate. Mentre in Calabria l'evasione è dell'85% ha fatto notare, in Lombardia la percentuale scende al 12%. Il premier ha infine sottolineato la necessità di un lavoro che trovi punti di convergenza anche con l'opposizione. «Ringrazio il presidente Napolitano per l'esortazione ad una manovra condivisa - ha sottolineato - . Facciamo nostra questa esortazione: siamo tutti nella stessa barca, che andrà avanti e supereremo anche questa situazione. Io sono un inguaribile ottimista e ne sono convinto».Tremonti. «Abbiamo fatto la cosa giusta al tempo giusto». Lo ha affermato il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, nella conferenza stamoa sulla manovra. Il Ministro ha detto che illustrerà il provvedimento al proddimo Ecofind agli inizio di giusto ed ha sottolineato: «Abbiamo già avuto il parere favorevole dell'Ocse. Attendiamo valutazioni positive da altre istituzioni». Arrivano le «zone a burocrazia zero» che rappresentano «uno strumento potenzialmente efficace»: lanovità è stata annunciata dal Ministro dell'Economia Giulio Tremonti. In particolare, ha spiegato, si tratta di «aree locali nei quali ci sarà un singolo responsabile di governo per tutta la burocrazia. Ci sarà un responsabile che sarà il Prefetto che ti dà in tempo reale tutte le licenze che ti servono, senza andare da uno sportello all'altro».Barroso. «Gli sforzi dell'Italia «vanno nella buona direzione». Questo il primo commento del presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso alla manovra economica varata ieri da Roma. Un'«analisi dettaglia» degli interventi decisi, ha poi aggiunto, arriverà però solo più tardi.Barroso ha detto di non aver ancora visto i dettagli della manovra appena varata, ma di averne parlato venerdì scorso con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso della sua visita a Roma.   «Berlusconi mi ha informato delle sue intenzioni che vanno nella buona direzione. Salutiamo con favore - ha poi aggiunto - gli sforzi che tutti fanno per risanare i conti pubblici. Ma un'analisi dettagliata delle misure adottate arriverà più tard».Nel corso della conferenza stampa tenuta insieme al premier belga uscente Yves Leterme sulla prossima presidenza di turno dell'Ue (che dal primo luglio passerà appunto al Belgio), il presidente dell'esecutivo comunitario ha sottolineato la necessità che si operi "ovunque" per il consolidamento dei conti pubblici.   Tra i Paesi europei «c'è oggi grande consapevolezza» rispetto al problema del debito pubblico e della necessità di affrontalo con «molta determinazione». Molti hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, ha osservato ancora Barroso, ed è arrivato il momento di andare oltre il risanamento deiconti affrontando anche il nodo delle riforme strutturali per correggere gli squilibri e rilanciare lo sviluppo.Una manovra mai vista (a parte quella "storica" di Amato nel 1992). Che blocca già dal 2010 (e per 4 anni, quindi uno in più) gli stipendi dei dipendenti pubblici, fa andare in pensione anche 6 mesi più tardi, alza l’asticella per accedere all’assegno di invalidità. E poi comincia a sopprimere alcune Province (si parte da quelle sotto i 220mila abitanti, che non confinano con stati esteri e non sono nelle Regioni a statuto speciale: sono 27), dispone l’ineleggibilità per gli amministratori locali che non sapranno rispettare il Patto di stabilità interno, dimezza (a 50 centesimi) i rimborsi elettorali ai partiti, taglia del 10% lo stipendio complessivo dei politici (inclusi ministri e sottosegretari), limita le operazioni in contanti, prevede un mezzo condono edilizio, torna a spremere Regioni ed enti locali. Spunta anche una possibile tassa di 10 euro a notte per il soggiorno negli alberghi di Roma (e la facoltà pure di una maggiore Ici del 4 per mille sulle seconde case).C’è tutto questo (e di più) nel testo di 100 pagine e 22 articoli approvato ieri sera in Consiglio dei ministri. Una manovra di «sacrifici», come preannunciato alla vigilia. Ma solo in parte per la Protezione civile, la cui riorganizzazione è stata esclusa dal maxi-decreto che prevede però il "concerto" con il Tesoro per la definizione in futuro di "Grande evento" nazionale. Una manovra che oscilla fra lo sforzo di misure decisamente innovative, come le riduzioni agli stipendi pubblici più ricchi sulle quali c’è stata battaglia fino all’ultimo (ma anche, su un piano più tecnico, come lo stop definitivo alla prassi degli aumenti di capitale per le società pubbliche in perdita), e il ricorso a vecchi espedienti. È il caso della "regolarizzazione degli immobili-fantasma", quelli scovati dal Fisco attraverso le mappe aeree del territorio ma che non risultano accatastati. La sanatoria sarà però possibile anche su interventi che abbiano determinato una variazione della cubatura: un’aggiunta, questa, che può prestare il fianco a una possibile interpretazione "a maglie larghe".Il ridimensionamento della sfera del "pubblico" è indubbiamente uno dei cuori della manovra. Anche se per gli organi costituzionali (Quirinale, Senato, Camera, Corte Costituzionale), che godono di autonomia di bilancio, è prevista solo l’indicazione che i risparmi che sapranno produrre serviranno a finanziare la cassa integrazione. Vengono poi soppressi Ipsema, Ispel, Ipost, Isae, Ice e l’Ente italiano montagna, mentre salta o viene ridotto il finanziamento a 72 enti, fra i quali le Fondazioni "De Gasperi" e "Craxi" e il Museo di via Tasso, a Roma. Altra parte innovativa è, nel campo imprenditoriale, la creazione di "reti d’impresa", per ottenere sgravi fiscali, ma anche di zone a "burocrazia zero". Come la facoltà, per le regioni del Sud, di istituire un tributo proprio per le nuove imprese, con possibile azzeramento dell’Irap. Mentre l’avidità dei manager viene colpita con un aumento delle tasse sulle stock option, ma anche su quei bonus che eccedono il triplo della parte fissa della retribuzione. Ogni sforzo è finalizzato all’imperativo di ridurre l’ingente debito pubblico: dal 2011 anche i dividendi (grosso modo 500 milioni) che arrivano dalle società statali saranno impiegati per ridurre gli interessi sul debito.Stato. Niente rinnovo dei contratti fino al 2013, proroga del blocco del turn over, riduzione dei contratti a termine. Nella manovra il capitolo delle pubblica amministrazione è forse il più rilevante in termini di risparmi e di impatto sociale. Comprende anche una sforbiciata agli stipendi dei dirigenti, che toccherà oltre ai parlamentari e ai membri del governo, anche i magistrati. Il taglio dovrebbe essere del 5% per la quota eccedente i 90mila euro lordi annui del 10% sopra i 130mila. Per quanto riguarda gli stipendi degli impiegati pubblici lo stop agli aumenti parte subito, azzerando il rinnovo contrattuale triennale 2010-2012. In pratica le buste paga resteranno quelle del 2009 fino almeno all’inizio del 2013, cioè per circa 4 anni. Lo stop al ricambio del personale che va in pensione (turn over) viene prorogato per un altro biennio. Per quanto riguarda il taglio dei costi della politica è previsto il dimezzamento delle quote di rimborso elettorale per i partiti politici. Riduzioni di spesa potranno essere decise nella loro autonomia da Quirinale, Senato, Camera e Corte Costituzionale: i risparmi andranno a finanziare la Cassa Integrazione. Prevista anche la soppressione di Ipsema, Ispel e Ipost, istituti previdenziali minori che saranno accorpati all’Inps. Verso la chiusura di Isae, Ice ed Ente italiano Montagna. Salta o viene ridotto inoltre il finanziamento a 72 enti. Pensioni. Salirà più rapidamente del previsto l’età pensionabile delle donne dipendenti della pubblica amministrazione. Il tetto dei 65 anni sarà raggiunto nel 2016 e non più nel 2018, come previsto finora. Lo prevede la manovra del governo in materia pensionistica che aggiorna il provvedimento varato appena lo scorso anno dal governo. La nuova «scaletta» dispone che il requisito anagrafico sia fissato a 62 anni nel luglio 2011, a 63 nel gennaio 2013, a 64 nel luglio 2014 e a 65 anni dal gennaio del 2016. La manovra prevede poi diversi altri interventi, a partire dal blocco di parte delle finestre di uscita dal lavoro: in sostanza per le pensioni di anzianità ci sarà solo una finestra, il 1° luglio 2012, per chi ha raggiunto i requisiti nel 2011 e ha un’anzianità contributiva inferiore ai 40 anni. Per l’assegno di vecchiaia è previsto uno slittamento di sei mesi dell’uscita rispetto alla maturazione dei requisiti. Stretta anche sull’invalidità che dovrà essere almeno dell’’80% (era al 74%) per avere diritto alla relativa pensione (ma dalla versione finale sono spariti "tetti" di reddito). Per quanto riguarda i trattamenti già in essere il decreto prevede un contributo di solidarietà del 10% sulle pensioni d’oro. La "tassa" aggiuntiva vale per il triennio 2011-2013 sugli assegni che eccedono 13 volte il minimo. Fisco.Il ritorno della famigerata tracciabilità dei pagamenti (anche se manca ancora l’intesa finale, con la soglia da decidere se a 5mila euro, come vuole Tremonti, o a 7mila, come chiede Berlusconi), un aumento dal 30 al 33% degli incassi da lotta all’evasione che finiranno nelle casse dei Comuni "collaborativi" e il potenziamento del redditometro dal 2011. Sono i capisaldi attorno ai quali si impernia la nuova offensiva contro chi le tasse cerca in ogni modo di non pagarle, un pacchetto che da solo dovrebbe valere 6-7 miliardi di euro. Non meno importanti sono però i nuovi "tempi-sprint" per gli accertamenti fiscali: in pratica il loro avvio diventa contestuale all’iscrizione a ruolo (e al conseguente invio della cartella esattoriale) di un tributo non versato. Gli effetti saranno diversi: oltre al generale accorciamento dei tempi, a esempio le società che hanno evaso non potranno più svanire nel nulla rendendo nullo l’accertamento; e i rimborsi eventualmente richiesti da quel contribuente saranno subito bloccati. Il clou resta però il ritorno di un tetto massimo per le operazioni in contanti, anche se ben superiore ai mille euro da cui partiva l’operazione di Visco. Inoltre, sopra i 3mila euro le comunicazioni sull’Iva andranno fatte solo attraverso fattura telematica. Questa norma contiene pure l’addio (entro il 30 giugno 2011) ai libretti di deposito bancari o postali al portatore. E arriva una "carta elettronica" per effettuare i pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni. Enti Locali. E' un conto salatissimo, da 13 miliardi e passa nel biennio, quello presentato per l’ennesima volta a Regioni e autonomie locali. Chiamate una volta di più a dare un contributo "pesante" alla nuova manovra per raddrizzare i conti. Secondo quanto riferito dai diretti interessati al termine dell’incontro di ieri mattina a Palazzo Chigi, alle Regioni è stato chiesto un intervento di 5 miliardi di euro per anno. I tagli ai trasferimenti ai Comuni e Province (per cui scatta però la soppressione delle più piccole) ammontano invece a 1,1 miliardi l’anno prossimo, destinati a salire a 2,2 nel 2012. Solo in parte mitigati da un fondo di 200 milioni per coprire una parte delle mancate compensazioni al gettito dell’Ici venuto meno. Passa poi attraverso la lotta gli sprechi, ma anche tagli ai prezzi dei farmaci a brevetto scaduto la manovra sulla sanità, pare priva alla fine di nuovi ticket. Qui il taglio totale dovrebbe ammontare a 550 milioni. Il controllo della spesa farmaceutica dovrebbe prevedere il recupero degli extra-sconti praticati dai grossisti ai farmacisti e la riduzione della distribuzione ospedaliera di farmaci. Inoltre l’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, individuerà le specialità erogabili come "farmaci equivalenti", in numero non superiore a 4 per specialità, dei quali sarà ridotto il prezzo se con brevetto scaduto. Infine la centralizzazione degli acquisti per beni e servizi dovrebbe portare altri risparmi fino a un 25%. Ministeri. Un taglio lineare del 10% alle spese dei ministeri. Che si tradurrà in meno soldi per auto blu (non potranno superare i 1.600 cc.), convegni, viaggi e consulenze. Oltre al divieto di spendere soldi pubblici per le sponsorizzazioni e all’indicazione che d’ora in poi le commissioni insediate nei ministeri dovranno prevedere compensi gratuiti. Le uniche voci che si salvano dalla sforbiciata sono l’Istruzione, con il fondo ordinario per le università e quello per la ricerca. Un’altra eccezione prevista è per le missioni militari, alimentate con i risparmi procurati dalla chiusura degli enti inutili. Per tutti gli altri ministeri si apre una stagione inedita di risparmi. Appena bilanciata dall’autonomia loro concessa dal Tesoro nel decidere dove effettuare i tagli. Per fare cassa si dovrà, in particolare, dire addio a mostre e convegni costosi: la nuova austerità pretende, rispetto al 2009, di ridurre del 20% queste voci, mentre per le missioni e la formazione si dovrebbe arrivare a un dimezzamento. Si punta infine su una stretta alle consulenze (consentiti solo rimborsi-spese e gettoni di presenza che non superano i 30 euro) e un taglio del 10% dei compensi anche per i membri di organi d’indirizzo e controllo, Cda pubblici e organi collegiali. Quanto agli sponsor, si intende porre un freno a casi come quello della Calabria, regione con una "sanità-colabrodo", che ha impiegato 8 milioni provenienti dall’Ue per farsi pubblicità con la nazionale di calcio.