Economia

La storia. «Ma con me, disabile, il programma non ha funzionato»

MAURIZIO CARUCCI sabato 12 marzo 2016
Disabili penalizzati nonostante le nuove opportunità offerte con Garanzia Giovani? Il progetto che, a detta del governo, avrebbe di fatto aumentato le statistiche degli occupati, pare infatti che nella sua attuazione presenti non poche difficoltà e ritardi. E, alla luce della manifestazione che si è svolta sotto la sede della Regione Lazio, senz’altro nell’erogazione dei compensi ai giovani tirocinanti. Ma non solo, vista l’emblematica e circostanziata protesta, che si fa denuncia, che arriva da Danilo Massimi, un venticinquenne di Nettuno (in provincia di Roma), invalido civile al 74% che, dopo aver conseguito il diploma presso un istituto tecnico, si è trovato a fare i conti con la mancanza di opportunità nel mondo del lavoro. Eppure, sottolinea, «le aziende hanno l’obbligo di assumere un disabile, come previsto dalla legge n. 68», che tutela appunto le categorie protette. Invece, aggiunge, «mi prendono in giro e sono sempre penalizzato». Una triste e cruda realtà per il giovane, malgrado ce la stia mettendo tutta. Ma le porte, per lui, sono troppo spesso chiuse. In attesa di trovare un impiego stabile, Danilo ha fatto un po’ di tutto: tra i vari lavori, è stato anche giardiniere (solo per 90 giorni) presso il comune di Nettuno, in qualità di lavoratore socialmente utile. Quando, sul web, viene a conoscenza del progetto Garanzia Giovani della Regione Lazio, finanziato con fondi dell’Unione europea per 1,5 miliardi di euro, spera che qualcosa si muova anche per lui. E si iscrive con convinzione. «Pensavo che fosse una valida possibilità ma è stata solo una lunga presa in giro» commenta amaramente. Ricostruendo la vicenda, Danilo racconta che lo scorso giugno è stato contattato dal Centro per l’impiego per firmare il patto di servizio per Garanzia Giovani. «Mi hanno assicurato che entro 4 mesi avrebbero trovato qualcosa, invece in venti giorni ho avuto soltanto un colloquio». Poi lo sfogo: «Vengo scartato perché ho un’invalidità civile e quindi non sono idoneo». Il ragazzo racconta che in passato si era rivolto anche ad altre agenzie per il lavoro, ma il risultato è stato sempre lo stesso: Danilo così resta ancora a casa. Ma non molla. E si batte come un leone affinché siano garantiti i suoi diritti. A quel punto, dice ancora, il Centro per l’impiego «mi chiama per cancellarmi e riscrivermi al progetto con un nuovo patto di servizio». Questa volta c’è la possibilità di un colloquio in «un supermercato, ma pure lì mi hanno scartato perché sono invalido». Quindi un’altra apertura. Ovvero la proposta di iniziare un corso di orientamento di 8 ore con la Saip formazione srl di Latina. Siamo nel giugno 2015 e, dopo tanti sacrifici e porte in faccia, sembra finalmente essere arrivata un’opportunità. «Ho fatto un colloquio ed è andato bene» racconta. Che ha poco dopo iniziato un tirocinio con una cooperativa sociale «all’interno di un parco pubblico». Purtroppo però «l’attività è stata interrotta a novembre. Eppure dovevo restare lì 12 mesi. Ma la cooperativa stava fallendo e quindi il tirocinio si è concluso». Danilo ha comunque voluto ringraziare gli operatori della Saip per l’assistenza e la volontà di trovare una pista concreta. Anche perché il ragazzo rientra nella classe di profilazione 4, quella «molto alta». Ma le occasioni sono pochissime. «Dovrebbe essere facile trovare un’azienda. Per me un tirocinio sarebbe vitale. Ma – conclude amaramente – preferiscono prendere non un disabile ma una persona normodotata».