Economia

Analisi. Giovani, l'urgenza è collegare i servizi alla scuola

Elena Ugolini, dirigente scolastico e consigliere della Fondazione Ducati venerdì 31 ottobre 2014
Un diverso raccordo fra il mondo della scuola e il mondo del lavoro può aiutare a combattere la disoccupazione giovanile. Il Piano di garanzia per i giovani dovrebbe, a parere di chi scrive, essere riprogrammato tenendo conto di questa evidenza. È vero, non esiste una strada unica per combattere la piaga dei 'Neet', ma una cosa è certa: per incrociare i giovani che non studiano e non lavorano e per evitare che cresca il loro numero, non si può continuare a lasciare fuori dal Piano di garanzia giovani gli Istituti tecnici, gli Istituti professionali e la formazione professionale. È necessario imparare dall’esperienza e sarebbe profondamente sbagliato non aggiustare il tiro se le scelte fatte non stanno portando risultati. Su questo fronte l’anno scolastico 2014-15 potrebbe essere un anno speciale. Non solo perché un governo intero si è impegnato a recuperare un gap che può essere tragico per il futuro delle nuove generazioni, ma anche perché stanno maturando i tempi perché si metta a regime la buona formazione professionale, si riveda profondamente l’assetto degli istituti professionali, si potenzino gli ITS, si favorisca la nascita di poli di carattere tecnico-professionale e si esca dalla finzione di un’alternanza scuola-lavoro che mette in difficoltà le aziende e immobilizza gli studenti nel ruolo di spettatori. La realtà preme verso un cambiamento vero e non accetta più ritardi. Non è un caso che a distanza di pochi giorni siano partiti due progetti che tracciano strade nuove. Il primo, già famoso, riguarda 147 studenti di 17 anni che hanno cominciato il quarto anno nel loro istituto tecnico, con un contratto di apprendistato siglato da Enel: gli alunni, durante i mesi di scuola, andranno un giorno la settimana a imparare in azienda e durante l’estate lavoreranno, acquisendo crediti validi per il percorso scolastico. Il secondo progetto, invece, si rivolge a ragazzi fra 16 e 24 anni, non iscritti a scuola, in possesso di una qualifica professionale. Il programma DESI (Dual Education System Italy) prevede la possibilità di frequentare il quarto e il quinto anno di istituto professionale alternando 750 ore di scuola a 750 ore di avviamento al lavoro (training on the job) nelle aziende Ducati e Lamborghini. I 44 ragazzi che lunedì 13 ottobre hanno fatto il loro primo giorno di 'scuola' con DESI, sono stati selezionati fra 200 candidati. Seguiranno un patto formativo che prevede un impegno a tempo pieno per due anni e una borsa di studio-lavoro mensile da 600 euro netti per 23 mensilità. Il programma sfrutta la flessibilità dei percorsi di istruzione per gli adulti dedicati a chi ha più di 16 anni (dpr 263/2012), prevede un potenziamento delle materie tecnico-professionali, attraverso laboratori svolti a scuola su attrezzature messe a disposizione dalle aziende e un percorso di training on the job svolto in azienda. Gli studenti conseguiranno un diploma quinquennale di istituto professionale nell’indirizzo 'manutenzione e assistenza tecnica' e un certificato di competenze rilasciato da Ducati e Lamborghini, rispettando gli standard delle scuole professionali tedesche. Si tratta di giovani che grazie a DESI sono usciti dall’esercito sterminato dei 'Neet' e hanno accettato di mettersi in gioco superando un percorso di selezione. Lunedì 13 ottobre, al debutto, attraverso dei semplici post-it, ognuno di loro ha spiegato che cosa voleva portare al progetto DESI. Pur essendo ragazzi che erano ' scappati' dalla scuola dopo diversi fallimenti, hanno scritto solo cose positive: voglia di imparare e di crescere, impegno, idee nuove per il settore automobilistico, curiosità e passione, competenze, rispetto, fratellanza, un nuovo metodo di studio. Vedremo che cosa succederà nel percorso, ma sicuramente in questi ragazzi la voglia di ricominciare a studiare è nata da una proposta completamente diversa rispetto a quella che avevano ricevuto in precedenza. Dovrebbe far pensare il fatto che tra i 200 giovani che avevano chiesto di partecipare al progetto ce ne erano tanti già diplomati, disposti a ritornare a scuola a ripetere di nuovo il quarto e il quinto anno pur di aver la possibilità di imparare in azienda. Questo programma si sta realizzando attraverso una collaborazione quotidiana fra i tecnici delle aziende Ducati e Lamborghini e i docenti degli Istituti Aldini e Belluzzi di Bologna, all’interno di un accordo di rete tra aziende e scuole. DESI realizza in modo emblematico il contenuto del Memorandum d’intesa italo-tedesco che io stessa avevo firmato come sottosegretario all’Istruzione l’11 dicembre 2012 a Berlino. Lo scopo dell’accordo era contrastare la disoccupazione giovanile attraverso il potenziamento dell’istruzione tecnica e professionale, in una cooperazione reciproca. Grazie all’impegno della fondazione Volkswagen che ha finanziato il progetto, il lavoro comune fra scuola e aziende, il supporto dell’Ufficio scolastico regionale, si sta riuscendo a realizzare, concretamente, il contenuto di quell’intesa e si sta aprendo una strada che, forse, potrebbe essere percorsa da altri. Perché non utilizzare i fondi del Piano di Garanzia Giovani anche per questo?