Economia

L?oro, il ritorno del bene 'rifugio'

giovedì 24 marzo 2016
«L’oro è la materia prima per eccellenza: impiegato nel settore industriale, riserva delle banche centrali, prodotto da investimento e ancor di più moneta: non stampabile, quindi universale. Esiste da oltre duemila anni e preserva nel tempo il proprio potere d’acquisto ». Lo afferma Ivana Ciabatti, presidente nazionale di Confindustria Federorafi e amministratore unico della Italpreziosi Spa, azienda aretina di eccellenza mondiale nel campo della affinazione, produzione e commercializzazione di metalli preziosi. «In periodi storici come questo – prosegue – contraddistinti da cambiamenti epocali, in cui l’unica cosa certa è l’incertezza, con la crisi economica e finanziaria associata ai problemi geopolitici e alle nuove impercettibili guerre sulle materie e sulle valute, l’oro ha da tempo riacquistato in pieno il suo ruolo di bene rifugio». È possibile acquistare lingottini di oro puro di pesi diversi: da 5 grammi fino a un chilogrammo. Ma Italpreziosi non è solo oro da investimento, l’azienda aretina porta infatti avanti un percorso etico a 360 gradi, con una particolare attenzione ai temi della riduzione al minimo dell’impatto ambientale, agli investimenti nel sociale e in cultura, al rispetto dei diritti dei lavoratori, alla tracciabilità completa della provenienza del metallo. Un percorso dal doppio valore, morale oltre che etico, con i fabbricanti di gioielli che si trovano a dover operare in mercati sempre più attenti ai valori che un prodotto deve contestualmente trasmettere. Ma anche una strada di qualità, per rimanere competitivi nei nuovi mercati. «Se l’Italia è il Paese mondiale con il più alto potenziale di crescita inespressa – conclude Ciabatti – è il momento di impiegare tutte le strategie che possano rendere il made in Italy ancor più appetibile. Solo così sarà possibile mettere a frutto i talenti italiani e invertire la tendenza dell’ormai annosa fuga dei cervelli». Maurizio Carucci © RIPRODUZIO NE RISERVATA