Economia

Conti pubblici. Ue-Italia, intesa quasi certa sullo 0,3%

giovedì 23 ottobre 2014

Intesa raggiunta, di fatto, tra Unione Europea e Italia. Non è ancora ufficiale, ma lo fannoi sapere fonti europee autorevoli. L'accordo prevederebbe una correzione dello 0,3% del deficit strutturale, frutto di una mediazione tra quello 0,1% che l'Italia ha già messo nella legge di stabilità (e che corrisponde a circa 1,6 miliardi di euro) e almeno lo 0,5% che la Commissione voleva incassare. Un avvicinamento che è stato frutto anche dei contatti Roma-Bruxelles di queste ore, tra il ministro Padoan e il commissario agli Affari economici Ue, Katainen, e che, se sarà confermato, dovrebbe quindi vedere aggiornare la manovra con la nuova indicazione. Uno 0,3%, quindi, che si traduce, a spanne, intorno a 4,8 miliardi complessivi, con un surplus rispetto ai previsti 1,6 miliardi, di circa 3.2 miliardi. Guarda caso le riserve di cui aveva parlato Renzi facendo il punto sulla legge di stabilità e relativa manovrfa finanziaria. Il premier Renzi ha di fatto confermato: "Credo che la questione si risolverà e c'è spazio per un punto di intesa".Non solo tagli. È arrivato il momento in cui l'Europa deve pensare anche allo sviluppo, che vuole dire anche occupazione. Lo si è capito e lo si è anche messo nero su bianco. "L'Europa deve investire nel suo futuro" dove "un basso livello di investimenti oggi erode il potenziale di crescita di domani", per questo "il Consiglio europeo sostiene l'intenzione della Commissione entrante di lanciare un'iniziativa che mobiliti 300 miliardi di investimenti aggiuntivi da fonti pubbliche e private nel periodo 2015-2017". Sono queste le conclusioni del vertice dell'Unione Europa, dove si sottolinea che occorre "incoraggiare il pieno uso di tutte le risorse Ue esistenti e stanziate". Ma nel documento conclusivo si precisa anche che "Le riforme strutturali e conti pubblici in ordine sono condizioni chiave per gli investimenti". "A questo fine", la Commissione sollecita il Consiglio e gli Stati membri a "tradurre senza indugio questi orientamenti in azioni politiche concrete". Renzi e la Ue Il governo Renzi "non si ferma davanti a nessuno". Lo ha detto il premier dopo il vertice Ue di Bruxelles. "Ora bisogna risolvere le nostre questioni, che sono la priorità del governo italiano. Un governo che rispetta tutti ma non si ferma davanti a nessuno". Poi il premier ha aggiunto:"C'è una questione Italia in Europa ma c'è anche una questione Europa in Italia. Serve una presenza più forte dell'Italia, più orgogliosa e determinata: ogni anno l'Italia dà 20 miliardi all'Europa e ne prende indietro una decina, è un Paese che ha una forza e un'autorevolezza fuori discussione, quindi non viene a prendere lezioni o reprimende". A volte - ha affondato il premier - ci sono delle riunioni, certi momenti in cui persino Adenauer e De Gasperi diventerebbero euroscettici: c'è ancora tanto da fare contro la burocrazia e tecnocrazia". Merkel: ok a Juncker e alla Bce. È "importante prendere misure per stimolare la crescita e migliorare la competitività" e quella di Jean Claude Juncker di anticipare a dicembre la presentazione del piano di investimenti da 300 miliardi "è una buona decisione". Ha detto la Cancelliera Angela Merkel precisando che "il programma per la crescita 2015-2017 avrà risorse aggiuntive pubbliche e private" e che "la Bei giocherà un ruolo". La Cencelliera sottolinea che "si dovrà indicare in che campo si faranno gli investimenti". "Stimo molto il lavoro di Mario Draghi" che "fa un ottimo lavoro per l'eurozona", la cancelliera Angela Merkel si è detta d'accordo con le proposte del presidente della Bce per l'Eurozona. E ha sottolineato "l'indipendenza della Bce, che apprezziamo molto". "La zona euro è in una fase critica - aveva spiegato poco prima il presidente della Bce, Mario Draghi, - l'economia ha perso slancio, gli investimenti sono deboli, la fiducia è scesa, la credibilità è a rischio, l'inflazione è ai livelli più bassi mai registrati, molti degli impegni presi non sono stati seguiti da fatti". Draghi aveva quindi sostenuto che "Nel 2011-12 abbiamo evitato il collasso dell'euro con uno sforzo comune, ora dobbiamo farlo di nuovo per evitare di ricadere in recessione, speriamo l'eurozona torni a crescere ma la speranza non è una strategia": serve infatti una "strategia urgente globale" che preveda il "monitoraggio delle misure strutturali", ed ha proposto ai leader di presentare entro il vertice di dicembre "impegni forti e credibili sulle riforme" con un "calendario della loro attuazione". Ma, ha ricordato Draghi, "per il ritorno della fiducia serve una strategia coerente per una ripresa sostenibile e ulteriori passi verso una condivisione di sovranità nella governance economica" Ma ricapitoliamo le due giornate europee di vertice. Ieri è stato il giorno del braccio di ferro che ha lasciato alle cronache il duro scontro tra il premier Renzi e il presidente uscente della commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Oggi si è entrati nel merito tra le pieghe del Vertice Ue. E nel cuore nella mediazione politica, ma anche tecnica, Tesoro e commissione, per avvicinare Roma e Bruxelles sulla legge di stabilità. Il commissario agli affari europei Jyrki Katainen, firmatario della lettera di avvertimento inviata a Roma, ha stamattina spiegato che "tutti vogliamo evitare lo scenario peggiore": la lettera è lì e tutti vedono le nostre preoccupazioni" ma "non abbiamo deciso, stiamo negoziando". Il compromesso sui conti. Una negoziazione che potrebbe portare a un compromesso sulla riduzione del deficit strutturale: Roma parte, lo ha scritto nella legge di stabilità, dallo 0,1%, Bruxelles punterebbe allo 0,5%. Ma tra queste due cifre si è arrivati, appunto, a un'intesa mediana: 0,3%. Come aveva già lasciato intendere ieri lasciando la sede dello Justus Lipsius, il premier Matteo Renzi. "Due Miliardi? li possiamo mettere domani mattina", aveva prima sottolineato per poi spiegare che si tratta di una cifra non aggiuntiva ma già prevista dalla riserva che i tecnici del Tesoro hanno messo in campo. Anche la Francia sotto esame. La partita però non è solo tecnica ma politica, ha tenuto a precisare il premier: la cosa importante è chi decide cosa perché "dal punto di vista tecnico le risorse per trovare la soluzione sono ampiamente a portata di mano". Una mediazione che vede coinvolta anche Parigi. Hollande non ha voluto pubblicare, coma Roma, la sua lettera: "è molto banale perché contiene solamente richiesta di informazioni". "Noi parliamo continuamente con la Commissione e il dialogo prosegue in un clima positivo", ha aggiunto il presidente francese. Dal consiglio Ue, intanto, stanotte è arrivato il via libera all'accordo clima-energia 2030. Sul fronte Ebola il vertice Ue, che stanotte ha ufficializzato la nomina del supercommissario all'emergenza Christos Stylianides, ha deciso anche di aumentare ad un miliardo (erano 600 milioni) i fondi per la lotta al virus nei paesi colpiti. ​La lettera della Commissione. La tanto temuta lettera della Ue sui conti pubblici italiani è arrivata ieri mattina. "La Commissione ha chiesto all'Italia informazioni aggiuntive che ne chiariscano le ragioni e i presupposti" scrive il Tesoro nella nota che accompagna la lettera di Bruxelles, spiegando che "gli uffici tecnici del Ministero sono già in contatto con la direzione Ecofin a Bruxelles, così come il Governo italiano è in contatto con la Commissione europea". L'Italia ha deciso di intraprendere "una deviazione significativa" dal percorso di avvicinamento per l'obiettivo di bilancio nel 2015, scrive la Commissione. La Commissione ha inoltre sottolineato la necessità di venire a conoscenza di "come l'Italia potrebbe garantire il pieno rispetto dei suoi obblighi di politica finanziaria" per il 2015. I tecnici di Bruxelles chiedono all'Italia informazioni aggiuntive che chiariscano le ragioni e i presupposti in merito alla deviazione temporanea del percorso di raggiungimento dell'obiettivo di medio termine. "La Commissione - si legge nel testo della lettera - intende proseguire un dialogo costruttivo con l'Italia al fine di arrivare ad una finale valutazione". "Rispetto al programma di stabilità del 2014, il Dbp dell'Italia rinvia il raggiungimento degli obiettivi di medio termine (Mto) al 2017 e rallenta la riduzione del rapporto debito/Pil negli anni a venire - è uno dei passaggi cruciali della lettera - . Come risultato, la bozza del piano di bilancio prevede di violare i requisiti richiesti all'Italia nel braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita". "Il governo italiano risponderà alla richiesta di chiarimento entro domani". Così il Tesoro ha risposto alla Ue.Padoan: risponderemo in tempi brevi. "Abbiamo un rapporto cordiale e assolutamente costruttivo con la commissione europea a livello tecnico e politico". Lo ha detto il ministro dell'Economia,a"sarà inviata oggi". Nel testo, ha fatto notare intervenendoal convegno dei Giovani imprenditori di Confindustria, "c'èo dopo: di questo la commissione è già avvertita". Il monito di Napolitano. Nella bozza di documento finale delConsiglio europeo la parola austerità non c'e: "qualcuno ha accettato di non menzionarla forse perchè mosso da complessi di colpa". Lo dice Giorgio Napolitano, che aggiunge di aver letto la bozza del documento nei giorni scorsi. L'Europa "non è un mostro che detta leggi inapplicabili e gravide di conseguenze per la nostra società", e al tempo stesso "non appartiene ai governi e agli apparati burocratici che farebbero calare dall'alto decisioni sempre e solo legate alla dimensione economica. L'Europa è nostra, di tutti noi, non è una strana creatura nata fuori di noi" ha detto Napolitano, intervenendo al Quirinale all'iniziativa L'Europa siamo noi, che ha coinvolto oltre cento studenti di tre istituti di scuola secondaria superiore. Il Capo dello Stato ha sottolineato come troppo spesso nel nostro paese vi si a"uno stravolgimento"dell' idea di Unione Europea, "Come qualcosa di nebuloso, ubicato dalle parti di Bruxelles , nelle mani di una schiera infinita di burocrati. Identificazioni riduttive e improprie, queste, dell'idea di Europa"