Economia

Intervista al presidente del Forum delle Famiglie. «L'equità si ritrova col Fattore Famiglia»

Paolo Viana venerdì 8 luglio 2016
Un fisco iniquo e una classe politica che procede a colpi di riforme inefficaci, anche perché non vengono preventivamente discusse e condivise. Il presidente nazionale del Forum delle famiglie, Gigi De Palo, commenta l’analisi dell’Istat rilanciando la proposta del Fattore Famiglia. E si dice disponibile a rivedere il meccanismo degli assegni familiari.I numeri dell’Istat inchiodano chi sostiene ancora che il Fisco italiano è equo, ma queste ingiustizie sono figlie della crisi o dipendono strutturalmente dalla normativa fiscale?Se il fisco italiano fosse equo – ci risponde De Palo – non ci troveremmo in questa situazione paradossale. In Italia, oggi, chi fa un figlio rischia di diventare povero nel Paese con l’inverno demografico più lungo del mondo. Magari fosse solo la crisi: prima o poi le difficoltà delle famiglie finirebbero, invece il problema è strutturale e prima interveniamo e prima, forse, possiamo invertire la rotta. Questo è il momento. Non ce ne saranno altri. La politica faccia quello che deve fare; altrimenti il governo avrà la responsabilità di essere il curatore fallimentare del Paese.In che misura il ddl Lepri può sanare questa situazione?Sicuramente, il senatore Lepri ci sta provando; solo, ci spiace essere coinvolti sempre dopo, a proposte fatte. Così è difficile lavorare. Apprezziamo il fatto che, per quanto riguarda le famiglie incapienti, finalmente si prenda in considerazione la proposta di un assegno fisso. Per il resto le famiglie con lavoratori dipendenti ci rimettono perché, in base ai nostri conti, la situazione con il ddl Lepri peggiorerebbe per i redditi sopra i 20mila euro, in quanto l’attuale somma di detrazione e assegno familiare risulta superiore ai 150 euro mese di cui parla Lepri. Se ne gioverebbero solo i lavoratori autonomi, che attualmente non percepiscono assegni familiari.Non teme però che questo genere di denunce possa mettere in mora l’istituto stesso degli assegni familiari?Chi parla ha 39 anni ed è un lavoratore autonomo; come tanti della mia generazione non so nemmeno cosa siano gli assegni familiari e un contratto di lavoro dipendente. Quindi, ben venga togliere gli assegni familiari, ma solo a patto che vengano sostituiti con assegni mensili, in base al numero dei figli, senza che chi oggi prende gli assegni familiari, ovvero i lavoratori dipendenti, ci rimetta un solo euro.In alcuni casi, le detrazioni paiono ancor più inique e inefficaci degli assegni familiari. Anche in questo caso, non vi è il rischio che una riforma possa sottrarre risorse anziché redistribuirle?Dipende da come viene fatta la riforma. Molte volte si fanno proposte forfettarie, senza adeguate simulazioni. Quindi si passa dai titoli dei giornali alla dura realtà di una proposta insostenibile. Il vero problema è che si va avanti a slogan. Giustissimo accorpare misure che spesso sono sfilacciate e dispersive, ma quello che le famiglie vogliono è essere considerate una risorsa e non un problema. La sensazione è quella di dover chiedere l’elemosina. No, vogliamo solo giustizia. Vogliamo pagare le tasse in base alla nostra capacità contributiva. Arriviamo al punto: qual è la proposta con cui pensate che sia possibile sanare queste ingiustizie? Il Forum da parecchi anni ha mostrato di avere le idee più chiare di chi ci ha governato e ci governa: noi chiediamo il Fattore Famiglia. E lo facciamo da sei anni con una proposta seria, con tanto di simulazioni, che ha passato il vaglio di tutti i Governi che si sono susseguiti. A parole, sono tutti d’accordo; poi, nei fatti c’è sempre un problema più grande, un’emergenza più urgente. L’idea di base del Fattore Famiglia è quella per cui non sono tassabili le spese indispensabili per il mantenimento e l’accrescimento della famiglia. Il Fattore Famiglia introduce un livello di reddito non tassabile (la cosiddetta 'no tax area') crescente all’aumentare del numero dei componenti della famiglia, secondo una scala di equivalenza. Verrà quindi tassata solo la quota di reddito familiare che eccede il minimo vitale.