Economia

Terre Vive. Le terre dello Stato affidate ai giovani

Luca Mazza martedì 29 luglio 2014
Valorizzare i terreni statali inutilizzati, favorendo lo sviluppo del settore e generando nuova occupazione. È l’obiettivo con cui il governo ha dato il via libera a quella che, nel mondo agricolo, viene già definita «la svolta green».  Con la firma del decreto attuativo denominato 'Terre vive', il ministro Maurizio Martina ha annunciato, a partire da settembre, la messa in vendita o in locazione di 5.500 ettari di campi demaniali, con prelazione agli under 40. È diventata operativa, dunque, la legge del 2012 emanata dall’esecutivo Monti per favorire l’imprenditoria giovanile in un comparto strategico per l’economia italiana. «Questo intervento si inserisce nel piano che stiamo portando avanti nell’agroalimentare e si coordina con le azioni di 'Campolibero', approvato la scorsa settimana al Senato, come i mutui a tasso zero per i giovani e soprattutto la detrazione del 19% per affitto di terreni da parte degli under 35», ha sottolineato il titolare del dicastero delle Politiche agricole e forestali. Le aree in questione appartengono al demanio (per 2.480 ettari), al Corpo forestale dello Stato (altri 2.148 ettari), al Consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura (882). Per la vendita di terreni che hanno un valore superiore ai 100mila euro si procederà tramite asta pubblica. Al di sotto di tale somma, invece, si farà ricorso a procedure negoziate ma ugualmente trasparenti. Alla locazione è destinata una quota del 20%.  Coldiretti - che auspicava da diverso tempo tale intervento - parla di «un’ottima notizia» per i giovani pronti a investire in agricoltura. A beneficiare del provvedimento, secondo le stime dell’associazione, dovrebbero essere circa 50mila persone. «Oggi il 6,9% dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 54.480 aziende agricole - aggiunge Maria Letizia Gardoni, responsabile di Giovani impresa di Coldiretti - . Nel Paese, inoltre, è in atto una svolta green, con un aumento record del 12% di iscrizioni agli istituti agrari per il prossimo anno». A proposito di giovani, territorio e opportunità concrete per cavalcare la ripresa, ieri a Roma è stato presentato anche lo spazio dedicato al vino italiano all’interno di Expo 2015. Il padiglione si chiamerà 'Vino - A taste of Italy' e si svilupperà lungo un percorso di 2mila metri quadrati in cui i visitatori potranno scoprire il vino e le cantine italiane attraverso esperienze visive, olfattive, gustative e sonore. Non sarà solo un’area commerciale, «ma uno spazio per raccontare una filiera d’eccellenza e dove si incrociano le nostre radici e la capacità di innovazione», ha affermato il ministro Martina. L’iniziativa specifica dedicata al comparto, per il presidente di Expo, Diana Bracco, conferma che «il vino viene riconosciuto come araldo dell’imprenditoria italiana ». «Il progetto è il linea con la nostra visione strategica, portata avanti negli ultimi anni grazie anche al Vinitaly, e punta a valorizzare ulteriormente questo settore », ha evidenziato Ettore Riello, presidente di Veronafiere. L’idea del padiglione prende spunto da una convinzione precisa, basata sulla filosofia dell’inclusione. «Solo dando spazio all’immensa ricchezza e varietà dei nostri vini - ha concluso il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani - si può realmente rappresentare l’esclusivo valore della produzione italiana».