Economia

Riforma. Lavoro, si riaccendono le polemiche sull'art. 18

mercoledì 17 settembre 2014
"Esprimo piena soddisfazione per il nuovo testo dell'articolo 4 della delega sul lavoro", ha detto il relatore Maurizio Sacconi. "La nuova formulazione prevede un testo unico semplificato sulla disciplina complessiva dei rapporti di lavoro, sostitutivo dello Statuto dei lavoratori con particolare riguardo ai tanto discussi articoli 4, 13 e 18". Con la delega c'è "la revisione delle tutele nel contratto a tempo indeterminato (art.18)". "la mediazione" è l'applicazione del contratto "a tempo indeterminato" a tutele crescenti "alle nuove assunzioni". Con indennizzo proporzionato all'anzianità e dunque senza il reintegro dell'art.18."A regime sarà per tutti quello"."Il tema non è l'articolo 18, ma l'estensione delle tutele", afferma il responsabile economico del Partito Democratico Filippo Taddei intervenendo alla trasmissione radiofonica Radio Anch'io. "Renzi ha detto - sottolinea Taddei - estendiamo le tutele, superiamo l'apartheid non abroghiamo l'articolo 18. Questo è il solito discorso che parte per la tangente", conclude. Intanto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto al Direttivo di dare mandato alla segreteria per valutare iniziative di mobilitazione e il primo passo da fare sarebbe aprire una discussione con Cisl e Uil per possibili forme di mobilitazione unitaria, con al centro il lavoro."La delega sul lavoro andrà definita con i decreti attuativi. L'emendamento del governo lascia aperte molte interpretazioni. Leggere questo testo con posizioni di bandiera e di comodo, come stanno facendo alcuni esponenti della destra, non serve", così Cesare Damiano (Pd), che annuncia: la "battaglia continuerà" sulla "difesa dell'art. 18". "Su lavoro avanti con riforme proposte da Matteo Renzi. Bene ipotesi modello tedesco con mediazione di Cesare Damiano. Non fermiamo il confronto", scrive su Twitter Francesco Boccia, presidente della Commissione Bilancio della Camera. "L'articolo 18 ormai è superato nei fatti - aggiunge ancora Boccia - sarebbe inutile e controproducente fossilizzare il confronto sul tema del lavoro soltanto su questo. Fa bene, invece, il governo ad andare avanti con la sua linea riformatrice. Anzi, io dico di accelerare e non perdere altro tempo. Occupiamoci di chi un lavoro non ce l'ha, occupiamoci dei figli dell'economia digitale, visto che 44 anni fa lo statuto dei lavoratori non poteva neanche prevedere la loro esistenza". "Il Pd - aggiunge - il partito dei riformisti italiani, è il partito del confronto non dell'imposizione. Discutiamo, quindi, confrontiamoci sul modello tedesco con la mediazione avanzata da Cesare Damiano e acceleriamo questo processo di riforma. Se questo modello ha funzionato in Germania, non vedo per quale motivo non debba essere applicato anche nel nostro Paese".