Economia

Lavoro e fisco. I cantieri della politica per provare a sostenere i redditi

Maurizio Carucci sabato 2 luglio 2022

L'inflazione "scalda" i prezzi e alleggerisce le busta paga dei lavoratori

Con l’inflazione che si scalda, facendo raffreddare il potere d’acquisto delle famiglie e dei lavoratori, la politica è chiamata a trovare i rimedi per evitare un autunno caldo dal punto di vista sociale ed economico. «Si teme un autunno caldo? L’autunno è già caldo, già adesso la gente non ce la fa, serve un intervento immediato. Servono riforme strutturali. C’è il problema di cosa mettere nella legge di Bilancio perché non è il momento delle una tantum, ma di interventi strutturali», avverte il leader della Cgil, Maurizio Landini, nel confronto Il lavoro interroga organizzato ieri dal sindacato di Corso d’Italia con la politica. Combattere la precarietà? «Bisogna cambiare leggi sbagliate che sono state fatte. È il momento di istituire un unico contratto di inserimento al lavoro finalizzato alla stabilità ». L’impoverimento dei salari? «C’è un’unica soluzione: aumentarli. Se si va nella direzione del taglio del cuneo deve andare tutto a favore dei lavoratori».

Al sindacalista provano a dare delle risposte i tanti politici intervenuti al confronto. «Per quello che ci riguarda chiediamo al governo e al resto della maggioranza di fare una riflessione straordinaria sulla necessità di una svolta sociale e di un’agenda sociale, altrimenti, con l’avvicinarsi delle elezioni politiche, ci saranno conseguenze che il nostro Paese non riuscirà a gestire e l’impatto politico durerà per i prossimi cinque anni», dice il segretario del Pd Enrico Letta. «Dobbiamo assolutamente incentivare i contratti a tempo indeterminato, non possiamo prendere in giro le persone dicendo 'precario è bello'», afferma il leader del M5s Giuseppe Conte. Mentre il reddito di cittadinanza – per l’ex premier – «è una riforma complessiva che richiede del tempo. Oltre due terzi dei beneficiari sono pensionati, persone con disabilità minori, persone che non sono abili al lavoro». Il segretario di Azione Carlo Calenda, invece, annuncia la proposta di «una Digital tax, cioè un costo minimo di transizione digitale e con questo finanziare un taglio del 50% del cuneo fiscale e contributivo ». Per il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, infine, «serve una legge sul salario minimo, serve la riduzione dell’orario di lavoro. Serve un’iniziativa per aumentare i salari, che in questo Paese sono i più bassi d’Europa, mentre il costo della vita schizza».

In questo senso, il leader della Cisl Luigi Sbarra chiede di costruire «un accordo triangolare che rilanci le retribuzioni, governi e gestisca prezzi e tariffe pubbliche, dia risposte strutturali sul fisco, dove occorre abbattere il cuneo fiscale sul lato lavoro e redistribuire il carico dell’Irpef a sostegno delle fasce mediopopolari degli occupati e dei pensionati ». «Tutti i giorni – conclude Pier Paolo Bombardieri, segretario generale della Uil – ascoltiamo la sofferenza di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati che non ce la fanno più a sostenere questa ingiustizia: ecco perché non possiamo tollerare quelle speculazioni. Finisca l’ora degli annunci, dunque, e si facciano scelte precise: il presidente del Consiglio Mario Draghi convochi le parti sociali e su questi punti assuma decisioni».