Economia

CRISI. L’appello di Bagnasco: «Fincantieri non tagli»

Adriano Torti martedì 21 settembre 2010
«Genova non deve assolutamente perdere nessuno dei suoi luoghi di lavoro tradizionali, della sua imprenditoria, che tutti quanti conosciamo, e la Fincantieri è certamente un punto di eccellenza della nostra storia di ieri e di oggi»: è forte e decisa la presa di posizione dell’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, in difesa di Genova, della Liguria, del lavoro e del futuro di migliaia operai, nei vari stabilimenti italiani, e delle loro famiglie. Parlando domenica mattina, a margine della "Giornata dell’Amicizia", organizzato dalla diocesi per i ragazzi e le persone diversamente abili, Bagnasco ha poi aggiunto: «Ho fiducia che il peggio sia assolutamente scongiurato e che questo luogo di lavoro per tanti operai, tanti dipendenti e le loro famiglie, possa, non soltanto continuare, ma addirittura possa essere ulteriormente potenziato: è quello che auspico e che auspichiamo tutti e spero che i segnali in questa direzione ci siano». Ieri il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi ha annunciato che il governo «prossimamente convocherà le parti per rimettere nei corretti binari il confronto sul futuro» di Fincantieri. Intanto continua a salire la tensione tra gli operai dell’azienda e dell’indotto a pochi giorni dalla pubblicazione della bozza del piano industriale 2010-2014 in cui viene presa in considerazione la possibilità di chiudere il sito di Riva e Castellammare di Stabia, nonché di ridimensionare quello di Sestri Ponente e di Palermo. Scioperi, assemblee, cortei interni e occupazioni si sono verificate ieri in varie sedi delle Fincantieri: dalla Liguria alla Sicilia i lavoratori hanno fatto sentire la loro protesta. Ieri mattina, a Riva Trigoso, hanno dato vita a una assemblea che è sfociata in un corteo interno e nell’occupazione della direzione aziendale. Nel capoluogo ligure i dipendenti hanno dato vita a un corteo interno, con astensione dal lavoro, e sono rimasti fuori dai cancelli fino alle 10. Sempre ieri mattina momenti di tensione si sono verificati a Palermo dove oltre 500 tute blu, tra dipendenti del cantiere e dell’indotto, hanno incrociato le braccia per dire no al regime di cassa integrazione. A Castellammare di Stabia tre operai di Ugl, Fiom e Cisal sono saliti su una gru, mentre altri 200 hanno scioperato davanti ai cancelli. Questa mattina a Roma è in programma un’iniziativa sulla cantieristica navale organizzata dalle segreterie nazionali di Fiom-CgilL, Fim-Cisl, Uilm-Uil alla quale sono state invitate tutte le Regioni, le Province e i Comuni italiani dove ha sede Fincantieri. Il 1 ottobre invece è previsto uno sciopero di otto ore con manifestazione sotto Palazzo Chigi.