Economia

La recessione arriva in Europa

da Monaco Diego  Vanzi venerdì 14 novembre 2008
Piove sul bagnato dell’economia mondiale e le prospettive per il futuro si annunciano sempre più nere. Dopo l’allarme recessione lanciato dall’Ocse, è arrivato dalla Banca centrale europea nel suo bollettino mensile l’annuncio di forti tagli alle aspettative di crescita per il periodo 2008-2010: «Il livello di incertezza dovuto all’andamento dei mercati finanziari rimane straordinariamente elevato e si profilano sfide di natura eccezionale». In particolare, per l’Eurotower «gli andamenti correnti dell’attività economica sono tuttora circondati da un livello di forte incertezza riconducibile in ampia misura all’intensificarsi e al diffondersi delle turbolenze dei mercati finanziati». Le tensioni si propagano in misura crescente dal settore finanziario all’economia reale e dalle economie avanzate a quelle emergenti. Dopo l’annuncio che perfino la Germania è finita in recessione, la Bce ha avvertito che il prossimo anno l’espansione del Pil nell’area euro si limiterà allo 0,3%. Tre mesi fa gli esperti parlavano di una crescita nel 2009 attorno all’1,3%. Ridimensionamento anche per il 2008: quattro decimi in meno con il Pil che dovrebbe crescere solo dell’1,2%. Stessa correzione per la crescita del Pil nel 2010, prevista all’1,4%. Ma se le previsioni della Bce fanno piangere, quelle dell’Ocse non sono migliori: l’aggiornamento delle stime parlano di una drastica riduzione delle previsioni di crescita per la zona euro, di contrazione del Pil Usa e giapponese. In particolare nel quarto trimestre il Pil degli Stati Uniti subirebbe un calo dl 2,8% e fermerebbe così la crescita media annuale della prima economia mondiale al solo +1,4%. Anche per il Giappone il 2009 sarà negativo con una flessione del Pil pari allo 0,1% per tornare positivo solo nel 2010 con un +0,6%. Sempre l’Ocse in un documento diffuso alla vigilia del G20 di domani a Washington, evidenzia che «la situazione finanziaria potrebbe tornare alla normalità in tempi più lunghi del previsto». Per la ripresa economica, occorrerà attendere il terzo trimestre dell’anno prossimo quando l’economia dovrebbe espandersi con un modesto tasso dello 0,1% e consolidarsi nel 2010 generando un incremento del Pil dell’1,2%.Unico ma importante segnale positivo, avverte la Bce, riguarda il caroprezzi con l’inflazione ancora in frenata: «Le prospettive per la stabilità dei prezzi hanno continuato a migliorare e ci si attende che nei prossimi mesi l’inflazione seguiti a diminuire, raggiungendo un livello in linea con la stabilità dei prezzi nel corso del 2009». In particolare le aspettative di inflazione per il 2008, 2009 e il 2010 sono state riviste tutte al ribasso e portate rispettivamente al 3,4%, 2,2% e 2%. Quindi l’invito al settore bancario: «È importante che tenga pienamente conto delle significative misure di sostegno adottate dai governi per far fronte alle turbolenze finanziarie».