Economia

Nautal. La nautica di lusso prende il largo

Maurizio Carucci lunedì 5 marzo 2018

«Nel mondo della nautica esiste una filiera con le relative possibilità occupazionali. Si va dalla produzione, con i cantieri navali e relativo indotto, a tutto un sistema di servizi collegati che girano intorno al mondo delle barche dove si colloca anche la nostra specifica attività, che crea proprio un legame tra gli armatori e chi desidera affittare un’imbarcazione per brevi periodi». Lo afferma Andrea Gabrielli, Country manager di Nautal.

Per quanto riguarda il settore lusso, l’Italia presenta una tradizione fortemente radicata grazie ai suoi cantieri navali, alcuni con più di 100 anni di storia. Intorno ai cantieri navali, si è affermato un indotto con professionisti che si occupano di meccanica, riparazioni, manutenzione eccetera. che senza questo genere di produzione non esisterebbero. Attualmente, grazie al consolidamento delle grandi imprese produttrici e alla ricrescita post-crisi di tutto il settore, l’Italia occupa un ruolo di primo piano con circa 18.500 posti di lavoro e con un valore di mercato di circa due miliardi di euro. Nel 2017 l’Italia ha ricevuto il 49% degli ordini di mega yacht a livello mondiale.

«Spostandoci nello specifico - spiega Gabrielli - sul mercato degli yacht di lusso adibiti a charter, le possibilità di creazione di posti di lavoro sono piuttosto ampie e variegate. Qui a Nautal abbiamo stimato una crescita del mercato charter di alta gamma di quasi tre volte superiore rispetto al periodo 2015-2017. Questa stima si basa ovviamente sul volume di richieste che riceviamo continuamente da tutto il mondo. Armare una barca per un servizio charter non implica avere solo la necessità di contattare uno skipper e un marinaio/steward/hostess. Dietro ogni imbarcazione esiste la costituzione di un’impresa. Non dimentichiamoci che una barca categorizzabile come di lusso costa non meno di 500mila euro. Parliamo di 50 piedi governabili da due persone. A questo bisogna aggiungere tutti i servizi di rimessaggio, riparazione e manutenzione di cui si ha bisogno quando si è in porto. Un indotto poco considerato è inoltre quello dei servizi di terra come transfer, concierge eccetera».

Al momento, coordinando charter in Italia con clienti da tutto il mondo, si permetterebbe di localizzare la creazione di nuovi posti di lavoro connessi all’industria specialmente sulla costa ligure, Isola d’Elba, Costiera Amalfitana/Capri, Sicilia/Eolie, Sardegna. In queste zone il mercato, pur non essendo ancora maturo, è pieno di attori di ogni tipo, da tour operator fino ad arrivare agli skipper. Altre zone in cui il mercato è molto attivo, sono le regioni del Nord con sbocchi sui grandi laghi. Qui il mercato richiede imbarcazioni di dimensioni più ridotte, ma non mancano marchi storici e di grandi cantieri per soddisfare qualsiasi tipo di domanda. Una zona invece dove il “turismo di terra” è in auge, ma dove ancora c’è tanto da fare a livello di creazione di nuovi posti di lavoro è sicuramente la Puglia con il Gargano e il Salento. «Parlando di numeri - sottolinea il manager - la stima non è sicuramente semplice, si parla infatti, di un aumento del settore di circa un 7,9 % a livello globale e di un 11% a livello nazionale. Quello che è certo è che qui a Nautal stiamo vedendo quasi triplicare il numero di persone che decide di trascorrere le ferie in barca, sia che si tratti di esperti navigatori sia più semplicemente amanti del mare».

Vista l’espansione del mercato e l’avvicinamento di consumatori che non sono in grado di governare un’imbarcazione, si inizia a evidenziare un deficit di skipper professionisti titolati. Analogamente, nel settore dei megayacht, questo genere di deficit è applicabile all’intero equipaggio. Un megayacht richiede un equipaggio piuttosto consistente, a partire da minimo 3-4 persone. Il che richiede formazione tanto a livello di qualificazioni nautiche come a livello di formazione a livello di “hospitality”. Parliamo quindi professionisti quali cuochi-marinai e marinai-steward.

Se si vuole lavorare a bordo bisogna superare tutta una serie di corsi da quello di antincendio di base a quello per la lettura radar. Il tutto dipende dall’abilitazione che si vuole ottenere, dalle acque in cui si vuole navigare eccetera. Diciamo che per lavorare a bordo, è molto importante il cachet che si va acquisendo con gli anni e con i vari clienti. Molti potenziali clienti, prima di prendere in considerazione il noleggio charter di uno yacht, richiedono, oltre ai curriculum nautici, lettere di raccomandazione da parte di broker, altri clienti e agenzie, che attestino la qualità del servizio fornito da quello yacht specifico e con quell’equipaggio specifico.

«Il consiglio che mi sento di dare - conclude Gabrielli - parte da alcune considerazioni: il mercato del charter è in crescita e tutto l’indotto si sta adattando di conseguenza. Sono sempre di più i cantieri che costruiscono catamarani, barche a vela, yacht, ecc ottimizzati per il charter. Questo implica un’ottimizzazione degli spazi rivolta all’ospitare passeggeri in cabine di dimensioni simili e con spazi equivalenti, scompare insomma quella che una volta era la cabina del capitano. E sono sempre di più gli strumenti finanziari che agevolano l’acquisto di beni strumentali e la costituzione di società legalmente abili allo svolgimento dell’attività.
I mezzi per lanciarsi nel settore non mancano. Si tratta di un settore ancora giovane, con enormi capacità di crescita e altamente remunerativo. Dall’altro lato richiede molta dedizione, impegno e duro lavoro che può essere sicuramente compensato dalla passione per il mare e per la navigazione».