Economia

L'allenza. La Cina parla italiano. 2 miliardi sulle "reti"

Nicola Pini venerdì 25 luglio 2014
Due miliardi di euro per l’acquisto di una quota di minoranza di Snam e Terna, le due grandi reti italiane del gas e dell’energia. A comprare sarà la State Grid Corporation (Sgcc), gigante pubbblico cinese, il maggiore al mondo nel settore delle utilities, ovvero dei fornitori di servizi pubblici. A vendere sarà Cassa depositi e prestiti attraverso la cessione del 35% della controllata Cdp Reti, che a sua volta è titolare del 30% di Snam e a breve lo sarà anche di Terna. È questo il risultato più importante ottenuto nell’ambito della missione italiana in Cina, guidata dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Un accordo che fa crescere la presenza cinese in Italia (è il maggior singolo investimento di sempre) e che nello stesso tempo fa fare un passo avanti al programma di privatizzazioni avviato dal governo Letta e ora proseguito da Renzi.La firma dell’accordo su Cdp Reti è prevista per la fine di luglio a Roma, ha spiegato da Pechino il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Franco Bassanini, sottolineando che si tratta comunque della cessione di una quota di minoranza che non cambierà la governance italiana delle aziende controllate. Viene raggiunto così un obiettivo che nel corso dei mesi si era rivelato meno facile del previsto con la lista dei pretendenti per Cdp Reti ridotta strada facendo da dieci a due.L’operazione della State Grid Corporation è la seconda condotta in meno di tre mesi da imprese cinesi in Italia. A maggio era stato il Fondo Strategico Italiano (anch’esso controllato dalla "Cassa") a cedere per 400 milioni di euro il 40% di Ansaldo Energia a Shanghai Electric. Mentre lo scorso marzo la People Bank of China era entrata nell’azionariato di Eni ed Enel con quote di poco superiori al 2%. Con il nuovo acquisto la Sgcc si assicura uno stabile flusso di cassa generato dall’attività dei gasdotti e degli elettrodotti italiani. Mentre Cdp, incassa due miliardi di euro che potrannoo essere utilizzati per investimenti nelle attività produttive nazionali o finire attraverso un dividendo straordinario nelle casse del Tesoro (che controlla Cdp all’80%) e usati per ridurre la montagna del debito pubblico.Padoan ha sottolineato l’importanza di promuovere investimenti incrociati a lungo termine tra l’Italia e il gigante asistico. E ha ribadito che gli obiettivi delle privatizzazioni del governo italiano (nel Def è previsto un introito pari allo 0,7% del Pil all’anno, circa 10 miliardi, per ridurre il debito) «sono assolutamente confermati, stiamo lavorando su diversi capitoli». Anche con nuovi eventuali partner cinesi: Cdp ha siglato un intesa con la China Devolpement Bank per la promozione degli investimenti in Italia.