Economia

Europa. La frenata della ripresa non spaventa la Bce

Pietro Saccò giovedì 26 aprile 2018

Mario Draghi, presidente della Bce fino al 2019

Nessuna sorpresa dalla riunione del consiglio direttivo della Banca centrale europea. I banchieri centrali hanno deciso di confermare il livello del costo sul denaro, mantenendo a zero il tasso di interesse e negativi i tassi sui depositi (-0,40%) e marginali (-0,25%).

Le prospettive per il Quantitative Easing restano quelle che erano state indicate lo scorso 8 marzo: il piano di acquisti di titoli pubblici e privati prosegue al ritmo di 30 miliardi di euro al mese fino a settembre «e anche oltre, se necessario». L’impegno ad aumentare il ritmo e la quantità degli acquisti se l’economia dovesse andare peggio del previsto non è stato confermato.

«L’Eurosistema – spiega poi la Bce nel comunicato a chiusura della riunione – reinvestirà il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario».

Nella conferenza stampa al termine della riunione, Mario Draghi ha contenuto la preoccupazione per il rallentamento dell'economia europea. «Dall'ultima riunione del Consiglio tutti i paesi hanno sperimentato una moderazione della crescita o perdita di slancio» ha ammesso Draghi, ricordando però che «i livelli attuali sono sopra le medie storiche» e che questa perdita di slancio «arriva dopo un periodo di forte crescita», dopo il quale «una normalizzazione era attesa».

Rispondendo a una domanda sui dazi e la guerra commerciale, il presidente della Bce ha confermato che se iniziasse un'escalation con una corsa ad alzare barriere commerciali «vi sarebbero dei rischi» e questo «preoccupa».