Economia

Economia e politica. L'Ocse taglia all'1,2% le stime sul Pil

Redazione Romana giovedì 20 settembre 2018

L’Ocse taglia le stime su Pil italiano all’1,2% nel 2018, in calo rispetto alla 1,4% previsto a maggio. Per il 2019 invece la previsione rimane invariata all'1,1%. Secondo l’organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione è “probabile un rallentamento della crescita: l’incertezza sulle scelte della politica, l’aumento dei tassi di interesse e la minore creazione di posti di lavoro stanno frenando i consumi della famiglie”. Secondo il rapporto diffuso oggi a Parigi l’Italia è ultima per ritmo di crescita nel G7 e penultima nel G20. La previsione è i linea con quelle dei maggiori osservatori. Mentre nel Def di aprile la crescita italiana era indicata all’1,5% quest’anno e al’1,4% il prossimo.

Per il governo alle prese con l’aggiornamento del Def e la legge di bilancio di ottobre il rallentamento del Pil riduce le risorse a
disposizione, aumentando il valore del deficit. La maggioranza gialloverde prosegue però il pressing sul ministro dell’Economia Tria. In mattinata dalla Cina è di nuovo intervenuto il vicepremier Luigi Di Maio: “Se non troviamo le risorse allora è meglio che ce ne andiamo a casa: è inutile tirare a campare. A differenza delle altre forze politiche che hanno governato in passato il M5S ­ha aggiunto ­- non ha dimenticato le promesse fatte in campagna elettorale".

La capoeconomista dell'Ocse, Laurence Boone, ha lanciato un appello all'Italia affinché "non disfi tutte le buone riforme fatte” negli anni passati e invitato a garantire la “necessaria fiducia nelle politiche fiscali e il controllo della spesa pubblica”. In particolare, ha affermato, è “importante non disfare la riforma Fornero. Ridurre l'età pensionabile non crea occupazione, non sono i giovani che rimpiazzano gli anziani". Più in generale secondo l’0cse “i rischi politici potrebbero impedire all'Europa di prosperare”. Quali rischi? Prima di tutto la Brexit ­, ha affermato l’economista, poi la situazione in Italia, dove la crescita è debole e il debito elevato.