Economia

Energia. L'Italia è ancora troppo lenta sulle rinnovabili

Pietro Saccò mercoledì 18 maggio 2022

Installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto del deposito Ikea a Piacenza

La crescita delle rinnovabili in Italia è ancora troppo lenta. Nel 2021 sono stati installati 1.351 MW di nuova capacità rinnovabile: 935 MW di fotovoltaico, 404 MW di eolico, 11 MW di idroelettrico. La capacità totale di energia rinnovabile italiana arriva così a 60,58 GW, il 2,2% in più rispetto al 2020. L’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che ha raccolto i dati per il suo nuovo Rapporto sulle energie rinnovabili, con franchezza parla di «un altro anno sprecato».

Nel Piano per la transizione ecologica il governo si è dato l’obiettivo di arrivare ad almeno 125 GW di capacità rinnovabile entro il 2030. Per riuscirci, calcolano dal Politecnico, serve un tasso di crescita di quattro volte maggiore per l’eolico (circa 1,75 GW all’anno contro gli 0,38 del 2021) e di sette volte maggiore per il fotovoltaico (che dovrebbe passare da 0,73 a 5,6 nuovi GW all’anno).

Per rendere realistici questi obiettivi occorrono due semplificazioni: una sul lato delle norme, in particolare per le autorizzazioni dei nuovi progetti, e una sul lato dell’accesso agli incentivi. «Qualcosa è stato fatto, ma la strada è lunga – spiega Davide Chiaroni, condirettore di Energy & Strategy – nonostante le rinnovabili rappresentino una grande opportunità per la competitività del nostro Paese, che vedrebbe non solo una drastica riduzione della propria dipendenza energetica, ma potrebbe anche raggiungere livelli molto competitivi del costo dell’energia grazie alla disponibilità di risorse come sole e vento».

Secondo le stime del centro ricerca gli investimenti necessari sono nell’ordine dei 40-50 miliardi di euro all’anno. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza può dare un contributo, ma più regolatorio che economico: le risorse messe a disposizione per le rinnovabili sono 6 miliardi di euro complessivi, di cui 2,2 per lo sviluppo delle comunità energetiche e poco meno di 2 per il biometano. Occorre creare le condizioni perché il settore finanziario sia invogliato a investire nelle rinnovabili in Italia.

Anche perché altrove le opportunità di investimento ci sono. Qualche settimana fa Solar Power Europe ha pubblicato il suo rapporto 2021. Con 0,8 GW di nuovo fotovoltaico installato (stima appena superiore a quella del Politecnico) l’Italia è solo nona in Europa dietro anche all’Ungheria e lontana dalle grandi economie dell’Ue: lo scorso anno la Germania ha installato 5,3 nuovi GW di fotovoltaico, la Spagna 3,8, la Francia 2,5. Hanno completato più progetti fotovoltaici dell’Italia anche Paesi Bassi (3,3 GW), Polonia (3,2), Grecia (1,6), Danimarca (1,2).

Di questo passo l’Italia rischia di perdere rapidamente il ruolo di secondo maggiore produttore di energia fotovoltaica d’Europa: oggi con 22 GW installati è dietro (ampiamente) alla sola Germania, che ha 59,9 MW di potenza fotovoltaica. Nello scenario “medio” ipotizzato da Solar Power Europe in base ai progetti in cantiere, entro il 2025 l’Italia sarà superata da Spagna, Paesi Bassi e Francia. Già oggi a livello di capacità fotovoltaica pro-capite l’Italia è solo decima in Europa, con 364 Watt per abitante.

Lo scenario non è diverso per l’energia eolica. I 404 MW installati nel 2021 non bastano a fare entrare l’Italia nei dieci Paesi europei che ci hanno investito di più lo scorso anno. Anche Grecia, Ucraina e Polonia hanno avviato più nuovi impianti dell’Italia secondo i numeri di WindEurope. E anche qui, purtroppo, lo scenario al 2026 vede il nostro Paese molto indietro rispetto al resto d’Europa.