Economia

Lo studio. Italia record per tasse sulle imprese

Maurizio Carucci venerdì 20 novembre 2015
Qualche miglioramento c’è, ma il carico fiscale complessivo (tasse e contributi) per le imprese italiane resta il più alto in Europa. Il total tax rate si attesta al 64,8% dei profitti commerciali nel 2014, sopra la media mondiale, pari al 40,8%, e quella europea al 40,6%. A incidere è soprattutto il costo del lavoro, che nel nostro Paese pesa per 43,4 punti percentuali sul totale. È quanto emerge dal rapporto Paying Taxes 2016 (riferito all’anno d’imposta 2014) della Banca mondiale e Pwc, diffuso ieri a Varsavia e presentato in Italia al ministero dell’Economia. Il rapporto esamina i costi per imposte e tasse in capo a un’impresa e il connesso carico amministrativo per versamenti d’imposta e adempimenti vari, fattori che vengono misurati di anno in anno sulla base di tre indicatori: il carico fiscale complessivo (da non confondere però con la pressione fiscale), il tempo necessario per gli adempimenti fiscali e contributivi (imposte sui redditi, imposte sul lavoro e contributi obbligatori, imposte sui consumi) e il numero di versamenti effettuati. L’Italia si mantiene stabile al 137° posto nella classifica generale che combina i tre indicatori, stilata su base mondiale prendendo in esame 189 economie. Tuttavia, emerge un dato positivo: uno dei tre indicatori (e in particolare quello che fa riferimento al carico fiscale complessivo) risulta in miglioramento. Per gli adempimenti fiscali le società italiane impiegano 269 ore all’anno (261 ore l’anno la media mondiale, 173 il dato europeo). In Italia le imprese effettuano 14 pagamenti (contro i 25,6 richiesti mediamente a livello globale, e gli 11,5 europei). Fabrizio Acerbis, managing partner di Pwc, ricorda che il «rapporto 2016 si riferisce all’anno fiscale 2014 e non accoglie necessariamente, nella metodologia del caso preso a base, tutte le modifiche in materia di fiscalità introdotte nei Paesi». «Il carico fiscale per le imprese italiane – ha sottolineato il direttore del dipartimento delle Finanze del Mef, Fabrizia Lapecorella – è passato dal 76,8% nel 2004 al 64,8% nel 2014. Inoltre le riforme messe in campo dal governo Renzi non sono considerate nel rapporto, che fa riferimento all’anno fiscale 2014, e consentiranno ulteriori progressi». A livello europeo, l’Italia è seguita da Francia (62,7%) e Belgio (poco sotto il 60%). Tra i grandi Paesi Ue sotto il 50% Spagna e Germania, mentre sotto la media europea solo la Gran Bretagna. I più virtuosi Croazia e Lussemburgo sotto il 20%.