Economia

Eurostat. L'Italia investe poco nei servizi per l'impiego

lunedì 1 agosto 2016
Secondo i dati Eurostat, in Italia solo l'1,8% della spesa in politiche per il lavoro è andata a sostegno dei servizi per la ricerca attiva, contro l'11,7 della Francia e il 18,8 della Germania. Paesi, questi, che hanno da tempo messo in campo i dati e la statistica per orientare meglio gli investimenti a favore delle persone più problematiche in cerca di lavoro. L'unica esperienza di profilazione a livello italiano è quella d Garanzia giovani, riservata però a chi ha meno di 30 anni e non studia e non lavora. L'Italia investe poco in servizi per l'impiego, e quel poco che investe potrebbe spenderlo meglio grazie, per esempio, ai sistemi di profilazione, che consentono di sfruttare i dati sui singoli disoccupati per orientare gli interventi, privilegiando chi rischia di rimanere escluso dal mercato del lavoro.Esistono diversi sistemi di profilazione, ma il punto di partenza è lo stesso: le persone in cerca di lavoro sono tra loro molto diverse. L'occupabilità di un giovane ingegnere non è paragonabile a quella di un'ex operaia. Per questo alcuni Paesi hanno sviluppato sistemi di profilazione in grado di orientare gli investimenti delle politiche attive per il lavoro in modo più efficiente: si spende di più per chi rischia l'esclusione dal mercato del lavoro. "Individuare le fasce deboli è cruciale per investire in modo efficiente - commenta Stefano Campostrini, professore di Statistica sociale al Dipartimento di Economia di Cà Foscari -. In Italia si è investito poco in servizi per l'occupabilità, ma proprio in questa fase di uscita dalla crisisarebbe opportuno che il governo investisse di più sulle politiche attive e sui servizi, migliorandone l'efficienza anche dotandosi di strumenti come i sistemi di profilazione".