Economia

Classifica. Libertà economica, l'Italia è 86esima

giovedì 16 gennaio 2014
Tasse alte e corruzione pesano sul fare impresa in Italia. Il Belpaese migliora leggermente rispetto all'anno scorso ma resta ancora indietro, sotto i livelli di 20 anni fa. A scattare la fotografia dell'Italia è l'Heritage Foundation nell'Index of Economic Freedom 2014.L'indice è stilato tenendo conto dell'impegno dei singoli paesi alla liberta d'impresa in dieci diverse categorie, incluse la solidità dei conti pubblici e i diritti di proprietà. Nella classifica, che complessivamente include 177 Paesi, diciotto fra quelli europei - fra i quali Germania e Svezia - raggiungono nuovi massimi in termini di libertà economica, mentre cinque ottengono un punteggio inferiore a 20 anni fa, quando la classifica è stata stilata per la prima volta. Si tratta di Grecia, Italia, Francia, Cipro e Regno Unito.L'Italia rispetto al 2013 migliora leggermente: il punteggio che le viene assegnato quest'anno è 60,9: sono 0,3 punti in più rispetto all'anno scorso grazie ai progressi nella libertà di investimento e negli scambi commerciali che bilanciano i modesti cali nella libertà dalla corruzione. Fra i 43 Paesi europei considerati, l'Italia è 35esima: "Nei 20 anni di storia dell'indice, il punteggio dell'Italia è stato stagnante. I progressi nell'apertura del mercato e nelle politiche fiscali del governo sono stati indeboliti da significativi cali nei diritti sulla proprietà, nella libertà dalla corruzione e nella libertà del lavoro". Il 'voto' 2014, in ogni caso, "è il più alto degli ultimi quattro anni" ma, nonostante questo l'economia resta "sotto il peso dell'interferenza politica, della corruzione, degli elevati livelli di tassazione e di un mercato del lavoro rigido. Alla luce della complessità del contesto normativo e degli elevati costi d'impresa, una considerevole parte dell'attività economica" resta in nero.