Economia

Aziende. IsiameD accompagna l'Italia nel mondo digitale e globale

Pietro Saccò giovedì 29 giugno 2017

Può esistere una via italiana al digitale, dove le aziende e le istituzioni possono aprirsi ai mercati internazionali anche adeguando le tecnologie ma senza perdere le loro tipicità. È questo il senso dell’attività di IsiameD, azienda (management company, la definiscono i fondatori) nata a ottobre dello scorso anno dalla fusione tra l’esperienza quarantennale nelle relazioni internazionali dell’Istituto Italiano per l’Asia e il Mediterraneo e la carica innovativa del Comunicatore Italiano, think tank specializzato nella reputazione sul web nato nel 2011. IsiameD è una società che accompagna il sistema produttivo italiano, dalle aziende agli enti pubblici, nella transizione verso un’economia globale e digitale. Lo fa combinando attività diverse: le relazioni internazionali, la gestione della reputazione su Internet, la gestione del ciclo del credito e la “ristrutturazione digitale” delle imprese.

Giovedì 29 giugno a Milano la giovane impresa ha presentato i suoi primi partner, che operano in quattro settori strategici per il made in Italy: l’agroalimentare, il turismo, l’internazionalizzazione e le smart city: sono la Confederazione Italiana Agricoltori, Federalberghi, l’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, l’agenzia Ansa e Zte, gigante cinese delle telecomunicazioni.


«Ciò che crediamo — ha spiegato Vincenzo Sassi, amministratore delegato di IsiameD — è che per essere protagoniste le aziende italiana devono valorizzare la loro tipicità anche nel panorama globale e digitale». Come hanno fatto alcune delle prime aziende che si sono fatte accompagnare da IsiameD in questi mesi: un piccolo ristorante è riuscito a ottenere un risparmio dei costi del 30% e aumentare i margini del 40%, un’azienda metalmeccanica della progettazione per il settore degli idrocarburi in sei mesi ha ottenuti risparmi sui costi da 1 milione di euro.

Gian Guido Folloni, presidente di IsiameD, ha aggiunto che l’azienda vuole «aiutare le imprese ad essere innovative anche senza grandi investimenti: cento computer in più non fanno innovazione, l’innovazione la fanno le persone che usano quei computer. È con questo approccio che acceleriamo la crescita reale delle piccole e medie imprese italiane e delle istituzioni pubbliche». Anche collaborando con colossi come Zte, un gruppo con 86mila dipendenti nel mondo che sta puntando forte sull’innovazione italiana, realizzando la rete 5G per il gruppo a controllo russo-cinese WindTre: «Le infrastrutture che siamo in grado di realizzare — ha spiegato Hu Kun, amministratore delegato di Zte Italia — aprono le porte alle innovazioni delle smart city e dell’internet delle cose, consentendo sviluppo su tutto il territorio».