Economia

Facebook - Future of business survey. L'internazionalizzazione genera ottimismo

sabato 1 ottobre 2016
Le piccole e medie imprese di tutto il mondo hanno una visione molto più positiva per i loro affari nei prossimi sei mesi, che della situazione attuale e, allo stesso tempo, valutano con maggiore ottimismo la propria situazione (attuale e futura) rispetto al complesso dell’industria e soprattutto all’andamento dell’economia. Il quadro è simile anche per le Pmi italiane, che si mostrano però in generale più preoccupate per l’andamento dell’economia. Sono questi in sintesi i primi dati preliminari della Future of Business Survey, la nuova indagine mensile lanciata da Facebook, Ocse e Banca Mondiale. Il sondaggio è stato avviato nel febbraio 2016 e ha ricevuto quasi 100mila risposte da parte di Pmi su Facebook, in 22 Paesi. In particolare, il Bci (Business confidence indicator che ingloba le valutazioni sulla situazione attuale e l’outlook per i prossimi sei mesi, su base 100) si attesta nel mese di agosto a 38 punti per quanto riguarda il proprio business (29 punti in Italia) e a 24 punti (10 in Italia) rispetto all’industria nel suo complesso. La valutazione dell’economia è a -3 punti, dato che però in Italia affonda a -34.I risultati mostrano nel dettaglio per il nostro Paese che il 42% delle Pmi ha una visione neutra della situazione attuale della propria impresa e il 41% una visione positiva. Solo il 17% ha una visione negativa. Migliora la valutazione rispetto alle prospettive per i prossimi sei mesi: il 48% ha un outlook positivo contro il 37% che resta neutra e il 15% che ha una visione negativa. L’indicatore del livello di fiducia in agosto è a 29 punti, in lieve calo dai 33 di luglio. In media, le Pmi italiane utilizzano strumenti online per 5 finalità su 6, prevalentemente di marketing e comunicazione: il 92% li utilizza per mostrare prodotti e servizi e il 90% per fornire informazioni. L’88% utilizza il canale online per fare promozione verso nuovi clienti e l’84% per comunicare con clienti e fornitori. La percentuale scende al 70% per la vendita di prodotti e servizi e arriva al 44% per gestione dei processi aziendali interni. Sul fronte del lavoro, negli ultimi sei mesi per il 72% delle imprese intervistate non c’e’ stato nessun cambiamento nel numero di dipendenti, per il 13% il numero e’ aumentato e per il 15% e’ diminuito. Nei prossimi sei mesi il 74% prevede di confermare il numero di dipendenti, il 18% prevede di aumentarlo mentre l’8% stima una diminuzione. Le imprese intervistate hanno per il 44% un solo dipendente, per il 34% tra 2 e 4 dipendenti, per il 12% tra 5 e 9, per l’8% tra 10 e 49 e solo per il 2% piu’ di 50 dipendenti. Si tratta di aziende attive da più di 10 anni (42%), attive da 1-3 anni (24%), da meno di un anno per il 13% e da 6-10 anni per il 12%. Solo il 17% e’ impegnata nel commercio internazionale. Nel 52% dei casi si tratta di aziende con una dirigenza prevalentemente maschile (oltre il 65%), per il 26% prevalentemente femminile e solo nel 23% in equilibrio. Le sfide principali per le Pmi intervistate sono rappresentate dall’aumento delle entrate (61%), dall’attrarre clienti (59%). La metà degli intervistati vede nell’incertezza per la situazione economica la principale sfida da affrontare mentre il 45% punta a mantenere la redditività. Per il 34% la sfida sono le leggi e i regolamenti tributari.