Economia

Industria fieristica. A Roma 100 "decisori" da tutto il mondo

Redazione Romana martedì 4 febbraio 2020

Un momento della conferenza stampa di presentazione della Ufi Global Ceo Summit

Dal 5 al 7 febbraio 2020 si terrà a Roma l’Ufi Global Ceo Summit, un evento di grande rilevanza per la città e per l’Italia, perché si riuniranno nel nostro Paese gli amministratori delegati e i presidenti dei più importanti enti organizzatori di fiere ed eventi del mondo. Grazie al vertice, questi 100 leader del settore fieristico constateranno come la Capitale, il suo territorio e il Paese possano essere una destinazione ideale per il mercato degli eventi. L’Ufi Global Ceo Summit è un incontro fondamentale per l’industria fieristica a livello mondiale. Durante tale incontro i partecipanti analizzano le migliori strategie ed opportunità nel settore, ispirano tendenze e definiscono obiettivi a lungo termine. Il summit si svolgerà all’Hotel Palazzo Naiadi, e i delegati saranno ospiti alla cena di gala organizzata dal Convention Bureau Roma e Lazio e Fiera Roma a Palazzo Colonna, nella spettacolare Galleria del Cardinale. The Global Association of Exhibition Industry (Ufi) rappresenta, da sola, più di 800 organizzazioni. L’associazione conta membri da oltre 86 Paesi. Circa 1.000 fiere internazionali portano con orgoglio il marchio “Ufi approved event”, sinonimo di garanzia e qualità per visitatori ed espositori. L’associazione è costantemente impegnata in analisi di settore e produce ricerche accurate attraverso cui possiamo avere un quadro della situazione del comparto.

«Come Ufi rappresentiamo e serviamo l’industria fieristica globale. Ogni anno, la nostra industria genera 275 miliardi di euro di volume di affari in tutto il mondo. In totale, più di 3,2 milioni di persone lavorano per il comparto. All'inizio di ogni anno, Ufi riunisce i leader mondiali del settore per il Global Ceo Summit, il nostro evento più prestigioso», spiega Mary Larkin, presidente Ufi.

«Ancora oggi l'Europa è, e rimane, il mercato più internazionale per le fiere mondiali, e l'Italia è uno dei principali mercati europei - afferma Kai Hattendorf, amministratore delegato Ufi -. L’industria fieristica italiana attraversa una fase di rinascita, ed è sempre più presente su scala globale. Siamo felici, quest’anno, di essere a Roma con il nostro evento, e siamo grati di avere Fiera Roma come nostro host partner. Ci auguriamo che gli incontri collaterali di questa settimana rafforzino ulteriormente i legami tra chi organizza gli eventi fieristici, le sedi espositive in Italia e i loro colleghi internazionali. Vi sono forti legami tra l'Italia e l'Ufi: la nostra associazione è stata fondata in Italia, a Milano, nel 1925. Negli ultimi anni, abbiamo organizzato eventi regolarmente nel Paese: il Congresso Globale a Milano nel 2015, la Conferenza Europea a Verona nel 2018, e ora il Global Ceo Summit a Roma nel 2020. Abbiamo avuto un italiano alla presidenza della nostra associazione globale nel biennio 2017/18, Corrado Peraboni. Inoltre, collaboriamo a stretto contatto con enti italiani come l’Associazione Esposizioni e Fiere Italiane (Aefi), in particolare su progetti come il Global Exhibitions Day, una giornata annuale di advocacy per il settore fieristico».

L’Exhibition Industry nel mondo
Secondo i dati Ufi nel 2018, nel mondo, ci sono state 4,5 milioni di compagnie che hanno perso parte a fiere e un totale di 303 milioni di visitatori che hanno partecipato a questi eventi. Questi eventi hanno generato un impatto economico di 275 miliardi di euro e hanno contribuito per 167,2 miliardi di euro sul Pil mondiale. I risvolti occupazionali sono decisivi ed hanno prodotto, 3,2 milioni posti di lavoro. Quanto agli spazi espositivi globali, si registra una crescita del +7,6% delle venue (pari ad un aumento dell’1,3% annuo per le infrastrutture del settore). Il 61% delle sedi ha una capacità interna compresa tra 5mila e 20mila metri quadrati. Un terzo (34%) di tutte le sedi a livello globale appartiene al segmento di medie dimensioni, offrendo tra 20mila e 100mila metri. Tuttavia le 62 sedi con più di 100mila metri quadrati registrano una crescita del 29%, rappresentando il segmento di mercato in più rapida ascesa. In questo scenario industriale l’Europa si posiziona prima, con 112 milioni di visitatori e 1,3 milioni di espositori, nel 2019, rappresentando più di un terzo del totale dei visitatori globali. L’Europa è leader nel mondo anche per spazi espositivi con i suoi 15,7 milioni di metri quadrati e 499 sedi.


L’Exhibition Industry in Italia
In Italia ci sono 43 poli espositivi con 2.300.000 metri quadrati di superficie secondo i dati Aefi (ricerca del 2019 relativa all’anno 2018). Gli occupati - tra diretti e indotto - sono almeno 80mila (solo alla Fiera di Roma se ne contano 2.500). Nel 2018 si sono tenute 913 manifestazioni (200 internazionali, 224 nazionali, 400 regionali/locali, 89 organizzate all'estero) per un totale di 200mila espositori di cui 98mila di manifestazioni internazionali. I visitatori intervenuti a questi eventi sono stati 22 milioni, di cui 13 milioni per manifestazioni internazionali. In totale questo ha generato un volume di affari di 60 miliardi di euro e le fiere hanno dato origine al 50% dell’export nazionale. Le fiere quindi sono il principale strumento di promozione, per il 75% delle imprese industriali e per l'85% delle pmi, e il principale strumento di diffusione dell'immagine del nostro Paese nel mondo. Secondo i dati del rapporto Ufi World Map of Venus, l’Italia è quarta nel mondo per spazi interni dopo Usa, Cina e Germania, seconda in Europa dopo la Germania. A questo vanno aggiunti i dati dell’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi (Oice) secondo cui la spesa di un congressista in Italia equivale al doppio o triplo della spesa media di un turista.
Bisogna considerare che il visitatore Mice (Meetings, Incentives, Conferences and Exhibitions), soprattutto quello internazionale, secondo Oice ha una spesa media pro-capite di oltre 800 euro al giorno, ed è quasi sempre un potenziale repeater, orientato a tornare per un viaggio di piacere con i propri affetti.


Le potenzialità di Roma
È soprattutto sul mercato internazionale che si aprono le maggiori opportunità di crescita per Roma. Dal suo esordio nel 2017 ad oggi l’impegno del Convention Bureau Roma e Lazio ha generato sul territorio eventi per 15,1 milioni di euro di fatturato, una stima basata sul calcolo delle spese per l’hotel e per la sede dell’evento. Secondo gli studi Ufi, ad ogni euro di spesa per un evento espositivo vanno aggiunti 7/10 euro che ricadono sul territorio come indotto tra servizi, prodotti, export e turismo. Quindi, questo impegno per attrarre eventi, che poi si sono realizzati, ha un effetto moltiplicatore esponenziale sul territorio di Roma e del Lazio. Il settore da cui provengono le richieste per eventi a Convention Bureau Roma e Lazio è prevalentemente quello farmaceutico che detiene il 49% della domanda, seguito dalla tecnologia al 22%. Quindi il fascino delle rovine antiche e del patrimonio culturale ha la sua importanza per un target colto come quello congressuale, ma nel settore del Mice entrano in gioco anche la presenza di centri di eccellenza nella formazione, nella ricerca, nella scienza, nella medicina, nell’industria, nel design, nell’agricoltura, nella tecnologia. A favore di Roma gioca la posizione centrale nel Mediterraneo, la facile accessibilità internazionale e la storica apertura al mondo. L’aeroporto di Fiumicino è stato riconosciuto per il secondo anno consecutivo come il migliore aeroporto d'Europa per qualità dei servizi dall'Airport Council International.

«Per organizzare fiere di successo - afferma Onorio Rebecchini, presidente del Convention Bureau Roma e Lazio - occorre una prospettiva unitaria in cui la città e il territorio rappresentino un’unica grande offerta di rete, in cui al fascino indiscutibile della destinazione si possa aggiungere un ventaglio di servizi efficienti e diversificati quali sono quelli degli associati del Convention Bureau Roma e Lazio, e la ricaduta economica si proietterebbe ben oltre la durata della fiera e le società che vi partecipano».

Fiera di Roma cita spesso il case history dell’Esc Congress, che ha portato nella città 60mila congressisti cardiologi con 160 milioni di euro di indotto per la città. Oggi, con la presenza di un Convention Bureau Roma e Lazio, le possibilità di attrarre questo tipo di eventi sono diventate sistematiche e pianificabili.

«Mi piace moltissimo – commenta l’amministratore unico e direttore generale di Fiera Roma Pietro Piccinetti – rappresentare la nostra industria come un vero e proprio motore per lo sviluppo economico e sociale dei territori e dei Paesi. Questa sua caratteristica è ciò che, oltre ai numeri che parlano dà sé, conferisce al settore un fascino assoluto. Le Fiere creano ponti e abbattono muri, il sistema fieristico-congressuale, come un grande gigante silenzioso, ha il grande potere di incanalare sinergie, creare connessioni, promuovere il benessere dei popoli, far girare ricchezza, conoscenza, know how. Questo onore, che è anche un’importante responsabilità è lo sprone principale per fare ogni giorno più e meglio il nostro lavoro. In questo momento il settore ha bisogno di manager, promotori e organizzatori di eventi».

L’Exhibition Industry e la sostenibilità
Il settore espositivo è un’industria con un forte impatto positivo sull’economia globale. Contribuisce, infatti, anche allo sviluppo della ricerca, della conoscenza e aiuta a stimolare l’innovazione in molti settori tra cui spiccano quello delle macchine utensili, le apparecchiature mediche e chirurgiche. In base all’impatto sul Pil questa industria, se fosse uno Stato, occuperebbe il 56° posto nella scala economica mondiale, ma a differenza di molte altre, ha risvolti positivi anche a livello sociale. Dal punto di vista economico l’indotto derivante da una fiera o un congresso ha ricadute su fornitori di servizi, operatori alberghieri, imprese di pulizie, produttori di materiali sostenibili. Una semplice decisione sul trattamento dei rifiuti in questo comparto potrebbe influire sul raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile. Molti centri espositivi infatti hanno iniziato a implementare idee e buone pratiche per allinearsi con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile. Per accelerare la diffusione delle idee più innovative e delle migliori pratiche del settore, Ufi ha sviluppato una piattaforma on line in cui gli attori possono condividere e scambiare informazioni, contribuendo al raggiungimento dei Sustainable development goals.