Economia

Tendenza. Imprese giovanili e start up innovative rilanciano l'occupazione

Maurizio Carucci giovedì 19 maggio 2022

Tante opportunità per le start up

Le imprese giovanili e le start up innovative si confermano protagoniste del mercato del lavoro e della trasformazione digitale del Paese. Le prime sono più ottimiste sul futuro, assumono di più, investono di più sulla formazione e resistono meglio agli shock provocati dalla guerra russo-ucraina. Ma partono in ritardo nell’attivarsi sui progetti previsti dal Pnrr a supporto del mondo produttivo rispetto alle altre realtà imprenditoriali. L’86% delle imprese guidate da under 35 prevede quest’anno di ritornare ai livelli produttivi pre-Covid o addirittura di superarli, contro l’82% di quelle non giovanili. Anche perché ad oggi i giovani capitani di impresa, più flessibili rispetto agli altri loro colleghi, sono meno colpiti dall’aumento delle materie prime (l’82% contro l’86%) e dai problemi di approvvigionamento connessi al loro reperimento (42% contro il 49%). Per questo il 25% stima un aumento delle assunzioni per il 2022 (contro il 21% delle altre imprese). È quanto emerge da un’indagine del Centro Studi Tagliacarne svolta su un campione di 1.600 pmi manifatturiere tra cinque e 249 addetti. Per competere al meglio il 74% degli imprenditori under 35 punta a investire nella formazione del capitale umano per sviluppare le competenze tecnico-professionali necessarie alla propria azienda nel triennio 2022-24 (contro il 71% delle altre imprese). Mentre per prepararsi a cavalcare la duplice transizione digitale ed ecologica il 36% degli imprenditori under 35 realizzerà investimenti formativi per rinnovare i propri modelli di business (contro il 31%). I giovani alla guida di imprese sono più avanti su diversi campi rispetto agli altri loro colleghi, ma registrano un ritardo nel cogliere le opportunità previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza: solo il 12% delle imprese giovanili si è già attivato rispetto al 19% di quelle non giovanili. Tuttavia, si stanno muovendo per recuperare terreno, nel 2022 il 14% delle imprese giovanili ha, infatti, in programma di attivarsi, contro il 13%.

Quattro imprese giovanili su dieci aperte all’alternanza scuola-lavoro

La strategia di puntare sul miglioramento della qualità del proprio capitale umano all’interno dell’azienda porta i giovani imprenditori anche ad aprirsi maggiormente ai soggetti della conoscenza esterni all’impresa. Un’impresa giovanile su quattro si relaziona con Università e centri di ricerca per progetti di open innovation, che vanno dal trasferimento tecnologico alle iniziative di ricerca applicata- rispetto alle imprese non giovanili (20%). Più elevata appare pure la quota delle imprese giovanili che si interfacciano con il sistema scolastico per progetti di alternanza scuola-lavoro, stage, tirocini (39% vs 33%).

Effetto giovani imprenditori più forte nelle piccole imprese e nel Mezzogiorno

A livello generazionale la diversità di resilienza si fa sentire maggiormente nelle piccole realtà imprenditoriali, quelle che contano cioè un numero di addetti compreso tra i 5 e le 49 unità. L’86% delle imprese di piccole dimensioni capitanate da un under 35 prevede di recuperare o superare i livelli produttivi pre-Covid entro quest’anno contro l’80% delle non giovanili, mentre nelle medie imprese lo scarto tra generazioni di imprenditori è solo di due punti percentuali (85% vs 87%). Ma è soprattutto al Mezzogiorno che nel complesso le imprese guidate dai giovani rappresentano una spinta allo sviluppo. L’88% dei giovani imprenditori del Sud ritornerà quest’anno sugli stessi livelli produttivi pre-Covid o li supererà, rispetto all’85% di quelli del Centro-Nord. L’effetto giovani risulta più incisivo tra le piccole imprese anche per gli investimenti in formazione del capitale umano che si intendono realizzare tra il 2022-24 per affrontare la sfida della duplice transizione green e digitale: il 32% delle imprese piccole giovanili prevede di investire per rinnovare i modelli di business (contro il 25% delle piccole over 35). Una quota che sale al 46% al Mezzogiorno (contro il 36%). Più in generale, i giovani imprenditori di imprese nate negli ultimi 10 anni sono quelli che punteranno maggiormente nel digitale nei prossimi anni: il 50% di queste realtà guidate da giovani prevede di investire nelle tecnologie 4.0 tra il 2022 e il 2024, contro il 43% di quelle non giovanili.

Start up e imprese innovative Ict, presentato il terzo report

Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict e InfoCamere, la società delle Camere di Commercio italiane per l’innovazione digitale, hanno presentato il terzo report di monitoraggio dedicato alle tendenze demografiche delle start up e pmi innovative del settore Ict. I dati del rapporto sono aggiornati al 4 aprile 2022 e attestano un totale di 8.169 aziende a inizio aprile 2022 (+22,6% rispetto a inizio marzo 2021) di cui 797 pmi e 7.372 start up. La distribuzione geografica non evidenzia grandi cambiamenti rispetto allo scorso anno: la Lombardia ha la maggiore concentrazione con il 29,7%, seguita da Lazio con il 13,8% e Campania con l’8,1%. Stabile o in diminuzione le quote di Emilia-Romagna (7,1%) Veneto (6,8%) e Piemonte (5,5%). In aumento le quote di Puglia (4,7%) e Toscana (4,6%). Una distribuzione simile a quella dell’intero settore Ict, anche se con una concentrazione ancora maggiore in Lombardia, che ospita oltre un quarto di tutte le start up innovative italiane (26,60%) ma ancora più S&PMII Ict con una quota del 29,7%. Inoltre, la Lombardia è la prima regione per densità di S&PMII Ict, con il 67,9% di tutte le società Ict costituite negli ultimi cinque anni (ovvero due su tre) costituita da una S&PMII Ict. Seguono Valle d’Aosta (64%) e Basilicata (62,6%), Trentino-Alto Adige (60,1%) e Friuli-Venezia Giulia (59,1%). Molto meno diffusa la presenza di S&PMII tra le nuove aziende Ict in Umbria e Veneto (44,5%) e Sicilia 23,3%. Rimane preoccupante la carenza di S&PMII Ict al Sud. Nel corso del 2021 le nuove registrazioni di start up e pmi innovative Ict sono state 2.579 (+28,6% rispetto alle 2006 nel 2021), ovvero 2.321 nuove start up innovative e 258 nuove pmi innovative. Questo tasso di crescita è superiore di più di dieci punti alla dinamica complessiva delle nuove registrazioni in tutti i settori, raddoppiando la differenza positiva di quasi cinque punti percentuali nel 2020. Come tutte le start up innovative, anche le S&PMII nel settore Ict sono soprattutto microimprese: più di due su tre hanno fino a quattro addetti, otto su dieci hanno un capitale proprio inferiore a 50mila euro e una su du ha valore della produzione inferiore a 100 mila euro. Quasi una su cinque (o il 19,4%) sono imprese fondate da under-35, mentre risultano ancora più sottorappresentate le imprese femminili con una quota del 10,7%. Rispetto alla crescita complessiva del 23% delle registrazioni Ict, i filoni con aumenti più sostenuti sono blockchain (+52,0%), cybersecurity e cripto (+35,1%), soluzioni digitali (+34,3%), Artificial Intelligence e Machine Learning (+26,4%), e-commerce (+29,1%), mobile app (+24,5%) . Leggermente inferiori alla media complessiva, ma sempre con tassi a doppia cifra, le dinamiche delle registrazioni delle imprese attive in ambito automation (+20,8%), cloud (+20,4%), big data e data science (+16,9%) e social science (+14,5%). Le 2.046 S&PMII Ict con una quota significativa di personale altamente qualificato (dottorato o laurea magistrale) sono una volta e mezza di più delle S&PMII ICT con brevetti, ma si riconferma quasi speculare a quest’ultima per distribuzione geografica e per classi dimensionali. In termini di distribuzione territoriale, aumenta la concentrazione nel Nord-ovest fino al 37,24% contro una media nazionale del 25%. Anche al Centro la quota di S&PMII Ict con personale altamente qualificato aumenta da 20% a 20,97%. Invece questa quota diminuisce da 18,5% a 17,99% nel Nord-est e da 25,36% a 23,8% nel Sud e Isole.

"Yes I Start Up", domande entro il 27 maggio

Yes I Start Up è un percorso gratuito di formazione all’autoimpiego promosso da Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi e Formaper, che fornisce le competenze necessarie a trasformare un’idea imprenditoriale in realtà. Corso per donne e disoccupati: inizio corso giugno, chiusura luglio, candidature entro il 27 maggio. Informazioni e iscrizioni al link. Consiste in un percorso formativo gratuito all'imprenditorialità con corsi mirati a trasmettere le competenze necessarie per costruire la propria startup, dalla creazione del business plan alla preparazione della documentazione richiesta per avviare l’attività. Si rivolge a donne inattive, che non fanno parte delle forze del lavoro, non classificate come occupate e a disoccupati di lunga durata, vale a dire persone che non lavorano da oltre 12 mesi e che sono in cerca di occupazione. Concluso il percorso formativo e creato il business plan, si potrà decidere se aderire al Fondo SELFIEmployment, che prevede un finanziamento fino a 50mila, a tasso zero senza garanzie. L'attività formativa include la Fase A - moduli di formazione di base, durata complessiva di 60 ore e la Fase B - un modulo di accompagnamento e di assistenza tecnico-specialistica e personalizzato, erogato in forma individuale o per piccoli gruppi (massimo tre allievi), della durata di 20 ore. I moduli avranno la durata di cinque ore cadauno, ogni giorno per 16 giorni. Il corso formativo sarà realizzato a distanza con piattaforma in live streaming dedicata.

La start up per la formazione digitale

Nata con lo scopo di colmare il gap tra formazione e mondo del lavoro nonché come strumento di welfare per la crescita e il benessere delle persone, Talent Ward è la start up benefit per la formazione digitale fondata da Var Group, player di riferimento in Italia nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese, Vitruvio Consulting, Società di Consulenza di Direzione e Formazione Manageriale, e Executive Solutions, Agenzia Formativa specializzata nella formazione finanziata di Micaela Fabrizi. L’offerta di Talent Ward si struttura lungo due direttrici, una esterna e una interna: da un lato è uno strumento di formazione per le figure professionali attuali e del futuro, una vera e propria Corporate University. Dall’altro, Talent Ward è un progetto adottato da Var Group per guidare i propri collaboratori attraverso una crescita personale e professionale. Uno strumento per il benessere delle risorse umane che parte dai percorsi di on boarding e continua con una formazione e un aggiornamento costante durante tutta la carriera lavorativa. L’offerta formativa messa in campo prevede:

Le Academy e le assunzioni nel digitale

Modis, pioniere della Smart Industry e società specializzata di The Adecco Group capace di offrire competenze tra It e digital engineering, ha lanciato insieme a Innovery, multinazionale che opera nell'area dei servizi Ict, la Java Full Stack Developer Academy, un corso di formazione di sei settimane per l’inserimento dei migliori talenti in azienda. Lo scopo è di insegnare ai partecipanti a padroneggiare il linguaggio di programmazione Java e il suo utilizzo su tutto lo stack, dal back end al front end approfondendo lo sviluppo sui più moderni Framework. A oggi il programmatore Java è tra i profili più ricercati tra le aziende che operano nel campo della digitalizzazione, ed è per questo che Modis e Innovery hanno lanciato questa Academy, al fine di aiutare giovani laureati a padroneggiare uno dei linguaggi di programmazione tra i più diffusi e versatili. Per maggiori informazioni consultare il sito di Akka e Modis o contattare modisrec.academy@modis.com.

Alkemy - società specializzata nell’evoluzione del modello di business di grandi e medie aziende e quotata su Euronext Star Milan - oltre a offrire diversi servizi per il benessere dei propri dipendenti, garantisce un costante sviluppo e aggiornamento delle competenze. Ha realizzato un sistema di formazione che prevede per le nuove risorse, durante i primi mesi di lavoro, l’affiancamento durante il processo di ingresso in azienda. Anche dopo la fase di inserimento, le figure junior hanno la possibilità di seguire corsi di formazione full time della durata di sei settimane, partecipando a due Academy interne sviluppate da Alkemy a tema Big Data & Business Analytics e Salesforce. Inoltre il restyling degli uffici di Alkemy risponde anche alla necessità di adattare i propri spazi alla stessa crescita aziendale. L’azienda infatti continua attivamente a investire nella ricerca di nuovi talenti e questa tendenza è stata confermato già nei primi mesi del 2022 durante i quali sono state assunte in Italia più di 50 risorse. Entro la fine dell’anno Alkemy punta a rafforzare ulteriormente la squadra e assumerne altre 150 nelle aree Consulting, Digital Marketing, Data & Analytics e Crm Salesforce.

È stata fondata a Berlino nel 2020 dai giovani Oskar Ziegler (28 anni), Franz Purucker (25 anni) e Leonard von Kleist (24 anni) e in soli due anni ha raccolto più di 50 milioni di euro di finanziamenti e assunto più di 120 persone con un’età media di 28 anni, venendo identificata tra i prossimi potenziali unicorni europei da Business Insider DE. Si tratta di Hive, la start up di logistica dedicata ai business D2C che è sbarcata in Italia, a sud di Milano. Il centro logistico italiano, operativo da questo mese, ha infatti un'estensione di 17mila metri quadrati e garantirà la fruizione del servizio ad aziende dell’intero territorio nazionale, generando anche nuovi posti di lavoro. Al momento sono già state assunte dieci persone e si prevede di arrivare a 70 tra uffici e centro logistico entro fine anno, per poter gestire fino a 20mila ordini al giorno. In seguito, l'obiettivo sarà quello di assumere più di 200 persone in circa tre anni. Per maggiori informazioni: https://www.hive.app/it/home.

Non solo l’hub tecnologico in ambito e-commerce & logistica più grande d’Europa, ma anche la “casa” professionale di moltissimi ex-expat, giovani italiani che, dopo un periodo più o meno lungo di lavoro all’estero, decidono di rientrare in Italia per partecipare alla crescita di una delle start up italiane più promettenti. I “cervelli di ritorno” che hanno scelto di investire i propri talenti in ShippyPro, la start up nata a Firenze con l’obiettivo di semplificare la gestione della logistica legata al commercio elettronico, capace di attirare l’attenzione (e gli investimenti) dei fondi americani, rappresentano circa il 40% dell’organico totale della start up, che conta oggi quasi 60 professionisti sparpagliati in tutta Europa. A cui presto si aggiungeranno altri 30 nuovi colleghi nel reparto tech, oltre alle altre 20 assunzioni negli altri reparti previste dal nuovo piano di assunzione dell’azienda. In particolare: software engineer junior e senior, ma anche esperti di prodotto tra i quali Ux designer e product manager. Per maggiori informazioni: www.shippypro.com.

Dopo l'annuncio del lancio del servizio di delivery in provincia di Foggia, a San Severo, Unyli, ecommerce B2C e piattaforma multicanale per il settore dell’intimo, continua il processo di espansione in Italia: apre nuovi punti vendita in Lombardia - a Milano in Viale Porpora, Castiglione delle Stiviere e Uggiate Trevano - e avvia un percorso di restyling nello store di Brescia; la startup prevede anche di assumere altre otto risorse entro la fine del 2022. Consegne flash, servizio gratuito di personal shopper a domicilio e tecnologia di misurazione delle forme sono i servizi innovativi offerti dall’azienda che, in un settore ancora molto tradizionale come quello dell’intimo, mira a potenziare il modello phygital per supportare consumatori e negozianti con soluzioni sempre più innovative, sfruttando la rete capillare di negozi affiliati nel territorio e la velocità del web.