Economia

Unioncamere. Le imprese «rosa» resistono meglio alla crisi

sabato 3 novembre 2012
​La tenacia nelle avversità è una caratteristica delle donne e le imprenditrici italiane, alle prese con una crisi che non sembra attenuarsi, ne sono una ulteriore riprova. Negli ultimi dodici mesi, l'Osservatorio dell'imprenditoria femminile di Unioncamere segnala una sostanziale tenuta nella dinamica anagrafica delle imprese a guida femminile: tra settembre 2011 e settembre 2012 – periodo durante il quale lo stock delle imprese italiane si è complessivamente ridotto di 29.911 imprese – il numero delle imprese “rosa” ha fatto registrare una lievissima riduzione (593 unità in meno), attestandosi al valore di 1.435.123 imprese (pari al 23,5% di tutte le imprese italiane).In questo quadro - complessivamente caratterizzato quindi da una sostanziale stabilità dell’imprenditoria femminile - va segnalata la vitalità di alcune regioni, dove il confronto tra gli stock nei dodici mesi presi in esame evidenzia una crescita apprezzabile in termini assoluti delle imprese in rosa: segnatamente il Lazio (+1.149 imprese), la Sicilia (+873), la Toscana (+512) e la Lombardia (+342). All’opposto, in altre regioni i dati dell’Osservatorio evidenziano contrazioni in qualche caso più che percettibili dello stock di imprese femminili: è il caso del Piemonte (con 909 imprese in meno), del Veneto (-697), dell’Abruzzo (-444), della Sardegna (-240) e della Basilicata (-239). In termini relativi, la performance migliore tra i territori spetta al Lazio (+0,80%), quella meno brillante al Molise (-1,67%), per inciso la regione con il maggior tasso di femminilizzazione (il 29,9%).Sono i servizi di alloggio e ristorazione (+2877), le altre attività dei servizi (+1081), le attività immobiliari (+738), le costruzioni (+711) i settori con i saldi per le imprese femminili più' significativi. Nel commercio (-2.587 unità) e nelle attività manifatturiere (-1.521), invece, si concentrano le riduzioni più apprezzabili della base imprenditoriale rosa. Le forme giuridiche collettive sono quelle che contribuiscono maggiormente alla tenuta dello stock, laddove le imprese individuali – le più semplici e più numerose in assoluto – mostrano un lieve cedimento (-3.697 unità, pari ad una riduzione dello 0,43% nel periodo considerato). In particolare, le Società di capitale (+5.394 il saldo dei dodici mesi, pari ad una crescita del 2,56%) si confermano lo strumento più attrattivo per le donne che scelgono di fare impresa.Questi alcuni elementi di riflessione che saranno presentati lunedì 5 novembre in occasione della prima tappa della quinta edizione de Il Giro d'Italia delle donne che fanno impresa. La manifestazione itinerante partirà da Imperia - ove si svolgerà contestualmente il Job day dedicato al mondo della scuola con una declinazione di genere - per snodarsi attraverso Catanzaro, Chieti, Belluno, Rimini, Pescara, Taranto, Ancona e concludersi il 22 novembre prossimo a Catania."Questo speciale Giro d'italia alla scoperta delle eccellenze imprenditoriali femminili - ha sottolineato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - punta a valorizzare una componente estremamente vitale, innovativa ed originale dell’imprenditoria italiana. Un mondo che il Sistema camerale sostiene da anni attraverso la rete dei comitati presenti in tutte le camere di commercio e che, in questa crisi, si sta rivelando fattore importante di tenuta sociale. Oggi – ha aggiunto il Presidente di Unioncamere - bisogna investire ancora di più' su chi aspira a mettersi in proprio, sostenendo le donne nel loro percorso imprenditoriale, dall'idea alla nascita dell'impresa. Anche partendo dal mondo della scuola, per scoprire e orientare in anticipo le giovani vocazioni imprenditoriali".