Economia

Web. Il sito che trova gratis un tetto ai rifugiati ucraini in Europa

Daniele Zappalà lunedì 14 marzo 2022

«Sui social, con i miei tre associati della startup Jobgether, ho consultato una foto di bambine ucraine allineate in un riparo di fortuna e, anche come padri, quella foto ci ha sconvolto. Ci siamo detti così che occorreva assolutamente fare qualcosa». Questo qualcosa, racconta il giovane imprenditore francese Arnaud Devigne, fra i fondatori proprio di un noto portale per la ricerca di lavoro, è la piattaforma 'Eu4ua.org', destinata a mettere in contatto rapidamente delle famiglie europee, disposte ad accogliere dei rifugiati ucraini, con questi ultimi. Un progetto lanciato di slancio in 48 ore appena e che sta incontrando una frequentazione esponenziale: «Ci siamo serviti della potenza della tecnologia per mettere in relazione tutte le solidarietà, convinti che quando si associano la tecnologia e l’amore si possono realizzare delle magie. Per sviluppare e far conoscere il progetto, abbiamo creato un’impresa virtuale internazionale di 200 volontari, fra cui 150 ingegneri».

Un sito concepito per adattarsi ai vincoli dell’emergenza: «Siamo consapevoli che non tutte le persone in cerca d’aiuto o disposte ad aiutare sono estremamente a proprio agio con le nuove tecnologie. Per questo, abbiamo concepito qualcosa d’estremamente semplice e solido che possa funzionare soprattutto per la telefo- nia mobile. Naturalmente, si tratta di un servizio totalmente gratuito e che non genera alcun profitto. Abbiamo pure preso delle precauzioni tecniche per prevenire cyber-attacchi o usi distorti del sito». Riempiendo un formulario, tutti possono così rapidamente inserire le informazioni fondamentali da condividere: «Il rifugiato può indicare come si compone la sua famiglia, dove ha superato la frontiera, la sua posizione attuale, dove desidera recarsi e i mezzi di trasporto che eventualmente può prendere.

All’altro capo, chi vuole ospitare può indicare la propria capacità di ospitalità, se è preparato per accogliere dei bambini e se ha una preferenza rispetto ad adulti uomini o donne. Spetta poi al rifugiato la scelta di contattare le famiglie potenziali di accoglienza, non più sulla piattaforma, ma con qualsiasi altro canale di comunicazione, per trovare un accordo, inaugurando così una relazione umana e, lo speriamo, una bella storia di solidarietà». Devigne ci spiega che, a sorpresa e in modo felice, i due piatti della bilancia restano in equilibrio: «L’offerta di alloggi e la domanda d’ospitalità stanno progredendo rapidamente e allo stesso ritmo. L’unico vero problema, al momento, è geografico, poiché la domanda e l’offerta non corrispondono ancora davvero. Ma i rifugiati si mostrano flessibili, dato che la piattaforma offre la possibilità di richiedere diversi Paesi, moltiplicando così le opportunità a disposizione. Oggi, la richiesta di un’accoglienza in Polonia è enorme, ma l’offerta d’alloggi sulla nostra piattaforma resta debole, dato che in molte città polacche si è raggiunta una certa saturazione, senza dimenticare che, non solo in Polonia, c’è pure chi sta speculando su questa catastrofe umanitaria ».

Ogni giorno, comunque, nuove storie di solidarietà facilitate dalla piattaforma si concretizzano: «Sono già centinaia e centinaia le famiglie di rifugiati che hanno potuto trovare un alloggio. In Italia, manca ancora un numero sufficiente di posti d’accoglienza rispetto alle domande, che superano già le 500. Finora, è vero, abbiamo privilegiato la relazione fra le famiglie. Ma ad esempio, anche un hotel ha la possibilità di registrarsi per offrire accoglienza. Abbiamo già contattato delle catene d’hotel per cercare di stringere accordi, dato che soprattutto in questo periodo, c’è un’enorme disponibilità alberghiera a livello europeo, soprattutto fra Francia, Spagna e Italia che dispongono di milioni di camere». Per Devigne, il successo folgorante del progetto è probabilmente legato pure alla particolare congiuntura generale: «Dopo 2 anni di pandemia e di relativo isolamento, molti manifestano una volontà di comunione e di legame ancor più forte».