Economia

ISTAT. Il 2009 anno nero delle esportazioni

lunedì 15 febbraio 2010
«Il 2009 a causa della crisi economica internazionale è stato un anno nero per le esportazioni. Chiudiamo con un -20%, in linea con la flessione dei nostri principali partner commerciali (Germania -19,4%, Francia -22,2%) ma con la convinzione che il 2010 sarà l'anno della svolta, della crescita e i primi segnali, in tal senso, sono incoraggianti». È quanto afferma Adolfo Urso, vice ministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Esterocommentando i dati Istat diffusi oggi. «L'ultimo trimestre del 2009 ha riportato il segno positivo verso i mercati extra Ue e a dicembre 2009 si è registrato un significativo incremento del nostro export anche verso i Paesi dell'Unione: +1,4%. È ilprimo segnale di ripresa dopo 14 mesi consecutivi caratterizzati da diminuzioni tendenziali. La crisi dell'export dovrebbe aver toccato il fondo e contiamo di consolidare una ripresa delle esportazioni che stimiamo per il 2010 in +4%».A dicembre un contributo decisivo alla ripresa del nostro export verso la Ue è venuto dalle vendite in Francia (+8,6%), nostro secondo partner commerciale in assoluto dopo la Germania, verso la quale le nostre esportazioni hanno fatto registrare un calo modesto (-2,6%). Ma sono andate bene anche le esportazioni verso la Spagna (+3%), la Gran Bretagna (+2,4%), oltre che verso alcuni Paesi dell'Est Europa, come Slovenia (+10,3%) e Slovacchia (+6,6%). In ripresa anche l'export in direzione del Portogallo, di Cipro, di Malta e della Lettonia. Urso ha sottolineato inoltre come «la bilancia commerciale sia sensibilmente migliorata: il 2009 ha chiuso con un passivo di 4 miliardi di euro rispetto agli 11,5 miliardi del 2008. E il surplus con l'estero dell'industriamanifatturiera italiana, nonostante la gravissima crisi del commercio mondiale, è stato nel 2009 di 47,8 miliardi di euro. Si tratta del terzo miglior risultato di tutti i tempi (dopo i record toccati nel 2007 e nel 2008): un valore di 3,7 miliardi di euro superiore al surplus del 2006, che fu di 44,1 miliardi». «Sono dati che ci dicono che l'industria del made in Italy è viva, combatte quotidianamente e va sostenuta - ha concluso il vice ministro - anche con quell'opera di incentivi che il governo e il ministero dello sviluppo economico sta predisponendo in queste ore».