Economia

Commercio. I consumi alla prova dei saldi

Cinzia Arena domenica 13 gennaio 2019

Lo spettro delle recessione, legato al calo della produzione industriale appena certificato dall’Istat (2,6% nel mese di novembre) e all’inversione di tendenza del Pil (che nel secondo trimestre ha fatto registrare un -0,2%) sembra per il momento non incidere sui consumi. Il clima di fiducia delle famiglie non ha subito contraccolpi (il reddito è aumentato dello 0,1% mentre i consumi sono cresciuti dello 0,3% nel terzo trimestre) e anche il banco di prova di inizio anno, vale a dire i saldi, è stato positivo. Ad una settimana dall’avvio in tutta Italia il bilancio è soddisfacente. Rispettate le previsioni della vigilia con una spesa media di 122 euro a persona e di circa 280 euro a famiglia che salgono a 362 a Milano secondo le stime di FederModaMilano. L’adesione di negozianti e consumatori, secondo un’indagine di Confesercenti Swg, è stata elevatissima. In pratica tutti i negozi di moda, calzature accessori e prodotti tessili hanno deciso di effettuare dei ribassi mentre il 47% degli italiani si è detto intenzionato a fare almeno in acquisto. In ci- ma alla lista delle preferenze le calzature, seguite dalla maglieria. Confesercenti parla di «andamento positivo delle vendite nei primi dieci giorni di saldi» e sottolinea come «rispetto al 2018 si registri un incremento ». Ma il tasto dolente resta la concorrenza dell’ecommerce e dei saldi 'anticipati' del black friday che negli ultimi anni è progressivamente entrato tra le abitudini degli italiani. Un consumatore su tre ha acquistato a novembre approfittando degli sconti del Black Friday e del Cyber Monday. E nel giro degli ultimi due anni, si è registrato un significativo aumento della quota di consumatori che ha scelto di fare acquisti in quei giorni passando dal 23% del 2016 al 32,6% del 2018. Questi, in sintesi, i principali elementi che emergono da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio e dall’indagine «Special Black Friday 2018» realizzata in collaborazione con Format research. Nel 'venerdì nero' la spesa per la quasi totalità dei consumatori (96%) non ha superato i 300 euro; il 34,9% dei negozi è stato visitato da nuovi clienti, ma per il 57,7% delle imprese non ci sono stati incrementi di vendite. Il contributo di queste iniziative insomma sembra essere più sostitutivo che non aggiuntivo in termini di vendite.

Un anno da dimenticare per i piccoli negozi. «Il 2018 si chiuderà ancora col segno meno per le piccole imprese del commercio al dettaglio e questo avrà ulteriori contraccolpi sulle chiusure dei negozi e sui livelli occupazionali delle imprese –ha sottolineato la presidente di Confesercenti Patrizia De Luise –. Anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese, mentre i saldi invernali di fine stagione sono l’ultima boccata di ossigeno per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno deludente». Tornando ai saldi un fenomeno in continuo aumento è la presenza di turisti, soprattutto a Roma e Milano, attirati dallo shopping a prezzi stracciati. In particolare dei russi che grazie alla stabilità del rublo sono arrivati quest’anno in massa: si tratta di clienti importanti per il nostro commercio perché dopo i cinesi, sono quello che spendono di più in media mille euro. «Sono ormai due anni – spiega Giulio Gargiullo, esperto di digital marketing rivolto alla Russia – che i russi si sono affacciati in Europa e in Italia. Prenotano in hotel 4 o 5 stelle, sono forti acquirenti di fashion e tendono a tornare più volte nel corso degli anni». Intanto dagli Usa arriva la conferma della crisi del commercio tradizionale, soprattutto dei grandi magazzini. Un colosso storico, Macy’s ha bruciato in in borsa 30 miliardi di dollari. Nonostante un’economia americana forte la stagione delle feste non si è rivelata per i grandi magazzini il successo sperato, anzi oltre a Macy’s in crisi anche il concorrente Sears, L Brands, la società a cui fa capo Victoria Secrets, la catena di librerie Barnes & Noble.