Economia

Antichi mestieri. I calzolai resistono e rinascono sul web

Maurizio Carucci martedì 7 ottobre 2014
Resistono. Con fatica, ma resistono. Sono circa 1.400 i calzolai: ossia gli artigiani che si dedicano prevalentemente alla risuolatura, alla sostituzione di soprattacchi e alla riparazione e sostituzione di tacchi. Parte di questi affianca all’attività principale anche la riparazione di articoli di pelletteria e/o cuoio. La richiesta del servizio è in aumento anche in considerazione della crisi e della volontà da parte del consumatore di porre maggiore attenzione al risparmio. Il settore calzaturiero, inteso come settore produttivo, conta oltre 5mila aziende per circa 78mila addetti.«Sulla base del sistema informativo Excelsior (Unioncamere-Ministero del Lavoro) del fabbisogno – spiega Antonio Franceschini, responsabile nazionale Cna Federmoda – considerando l’intero settore che ruota intorno alla calzatura, guardando quindi alla necessità delle professioni che realizzano artigianalmente prodotti in cuoio, pelle e materiali simili; tagliano, cuciono, confezionano, rifiniscono e guarniscono calzature, per intero o in parte secondo modelli standard in laboratori semiartigianali; riparano, tagliano, cuciono, confezionano, rifiniscono e guarniscono calzature su misura del cliente in laboratori artigianali. In questo senso considerando sia le previsioni a tempo indeterminato, che a tempo determinato, gli apprendisti e i part-time possiamo stimare in un migliaio il fabbisogno di figure professionali».Il mestiere del calzolaio in Italia viene svolto a tre livelli: il primo riguarda la sola riparazione, il secondo riguarda piccoli interventi "ortopedici", il terzo riguarda la realizzazione di scarpe su misura. Ci sarebbe poi un quarto livello: il calzolaio ortopedico. Molti giovani si avvicinano a questa attività dopo aver seguito percorsi formativi e aver svolto un periodo in azienda, come ha rilevato una ricerca della Fondazione ItaliaOrienta, che ha evidenziato come il 36% dei diplomandi vorrebbe avviare una propria attività.Spiragli arrivano anche dalla tecnologia. Con Foot Scanner, l’innovazione presentata dagli artigiani calzaturieri di Confartigianato, è possibile realizzare scarpe artigiane su misura che calzano a pennello per clienti distanti migliaia di chilometri. Senza muoversi dal proprio laboratorio in Italia. La novità è semplice e rivoluzionaria al tempo stesso: posizionato in qualsiasi negozio del mondo, il foot scanner prende le esatte misure del piede del potenziale cliente e le trasmette, via Internet, agli artigiani in Italia i quali sono così in grado di realizzare a distanza la scarpa perfetta desiderata dal cliente. La novità è stata tenuta a battesimo dai Calzolai 2.0 della Confartigianato Veneto, novità che trasforma il laboratorio artigiano in un’impresa virtuale e globale e apre grandi opportunità sul fronte dell’aggregazione in rete degli imprenditori e della loro affermazione sui mercati esteri. Tecnologia e innovazione dunque, ma al servizio della tradizione, rigorosamente 100% made in Italy, che vive nella creazione di calzature da parte dei maestri artigiani.L'iniziativa: i corsi autogestiti di Mister ShoesEra direttore commerciale Italia nelle telecomunicazione con ruolo e stipendio di tutto rispetto. Poi è arrivata la svolta: Maurizio Marangio ha messo in piedi Mister Shoes, società in franchising che sta aprendo in tutta Italia negozi di riparazioni e fabbricazione di scarpe. «Offriamo corsi autogestiti con monitoraggio settimanale che permette di costruire un percorso "su misura" a seconda delle lacune – spiega il direttore commerciale –. I corsisti hanno a disposizione macchinari e tecniche d’avanguardia e partecipano anche a un indottrinamento sui processi aziendali e all’uso del software gestionale ottenendo nozioni base d’impresa». I costi per i corsisti sono di 250 euro al mese per tre mesi, dopodiché i partecipanti avranno una retribuzione da stagisti per altri quattro mesi in affiancamento all’area tecnica, con l’obiettivo di gestire una bottega. Per chi aderisce al franchising il corso è gratuito. «Non sono ancora tanti i giovani che aderiscono al progetto – racconta Marangio – perché non si è scardinata la vecchia cultura del ciabattino da bottega. In contrapposizione proponiamo una nuova figura moderna che utilizza facebook, twitter e sms multipli. Per ora i negozi affiliati sono tre in Campania (Salerno, Agropoli e Battipaglia). Stiamo lavorando su 37 richieste dalle svariate parti d’Italia, ma cosa assurda mancano i calzolai per l’avviamento: abbiamo un solo responsabile tecnico per ora impegnato fino a dicembre su Salerno».