Economia

IL CASO. I banchieri che si intascano gli aiuti

Giuseppe Pennisi sabato 29 giugno 2013
«Beh……nessuno è perfetto». La celebre battuta pronunciata da George Raft in chiusura al film di Billy Wilder «A Qualcuno Piace Caldo» pare cucita su misura per gli alti funzionari della troika. Quelli che osservano il ceto medio greco scivolare nella povertà e quello a basso reddito nell’indigenza, mentre manager di banche greche si stanno gonfiando le tasche con gli aiuti che i contribuenti europei e il Fmi erogano alla Repubblica Ellenica. Il caso più clamoroso è quello dell’amministratore delegato della Banca del Pireo: convertendo le proprie «vecchie» stock options in nuovi titoli (garantiti dalla troika) ha accusato in un primo momento una perdita nominale, ma che, grazie alle tutele europee è diventata un utile netto di 5 milioni di euro. Lo ha «dimostrato» un lavoro di Spyros Pagratis della Facoltà di Economia dell’Università di Atene, sulla cui bozza tanto la Banca del Pireo quanto il suo Ad quanto – nonché alti funzionari della troika – hanno declinato di offrire commenti. Ora in lavoro è in corso di pubblicazione su una rivista scientifica Usa, non avendo trovato ospitalità in Europa. Facciamo due conti. Dei 206 miliardi di euro di aiuti sino ad ora erogati ad Atene (di cui, secondo dati Fmi, 50 dal governo italiano), 60 sono affluiti direttamente alle banche. I cui manager avevano (ed hanno) un indubbio vantaggio informativo rispetto agli altri cittadini greci. Inoltre, i piani della troika prevedono una rapida privatizzazione degli istituti. Chi sapeva (e poteva) ha trasformato titoli-spazzatura in titoli garantiti (con un valore nominale iniziale decurtato) conquistando così posizioni di rilievo nell’azionariato. Non solo: il valore delle opzioni di acquisto a termine è aumentato vertiginosamente negli ultimi anni, ed ora è pari a quattro volte quanto ottenuto dalla Grecia vendono a un’impresa dell’Azerbajan la propria azienda di Stato (Desfa) per la distribuzione di gas naturale. Soltanto alla Banca nazionale greca il management è stato cambiato. Nelle altre è rimasto nelle proprie poltrone, con una prelazione implicita per trasformare in utili privati gli aiuti alla collettività in forma perfettamente legale. A chi obietta che in altri casi (ad esempio, gli aiuti all’Asia dopo la crisi ) il Fmi impose regole strette in materia di cambiamento dei manager e di divieto di conversione di stock options, viene detto che in base al Trattato di Lisbona non si può discriminare tra cittadini europei. Tuttavia, la troika, tanto solerte nel proporre misure di austerità, avrebbe potuto suggerire al Governo ellenico nuovi manager alla guida delle banche e il congelamento dello stock options sino a tempi migliori. Proprio perché «Nessuno è perfetto». Appunto.