Economia

La crisi di Atene. Grecia, rottura definitiva: e adesso?

sabato 27 giugno 2015
​A Bruxelles è saltato il tavolo fra Grecia e partner dell'Eurozona. Per la prima volta dal suo ingresso nella moneta unica nel 2001, la Grecia non partecipa alla nuova riunione  all'eurogruppo. I 18 ministri "reduci", assieme al presidente della Bce Mario Draghi e al capo del Fondo monetario Christine Lagarde, stanno ora discutendo dicome gestire il prossimo default di Atene, inevitabile quando martedì non potrà pagare 1,6 miliardi dovuti al Fmi, possibilmente in modo "ordinato", e di come "garantire la stabilità finanziaria dell'Eurozona" facendo "qualunque cosa sia necessario", secondo quanto dichiarato dal presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.VaroufakisLa decisione dell’Eurogruppo «danneggia la credibilità dell’Eurogruppo e il danno potrebbe essere permanente». Lo ha dichiarato in conferenza stampa il ministro delle Finanze ellenico, Yanis Varoufakis. «Ho spiegato ai colleghi dell’Eurozona perché non potevamo accettare le proposte», ha aggiunto il ministro. «Il mandato elettorale che ha ottenuto il governo Tsipras, con il 36% dei voti al partito Syriza, non basta a prendere una decisione importante come quella di accettare le condizioni proposte ad Atene dai suoi creditori», ha spiegato davanti ai giornalisti Varoufakis e ha concluso: «Si trattava di pochi giorni poche settimane ma l’Eurogruppo ha deciso di respingere questa richiesta. Per una decisione del genere ci vuole come minimo il 51%, e questo è il motivo del referendum».La rotturaIl ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, aveva chiesto ai colleghi l’estensione dell’attuale programma di salvataggio, in scadenza il 30 giugno, per il tempo necessario per arrivare al referendum. Negativa la risposta: «Non ci sono le basi per ulteriori negoziati», ha dichiarato anche il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, al termine della riunione che, dopo la mossa a sorpresa di Alexis Tsipras, ha sancito la rottura definitiva. IL RIFERENDUM
L'annuncio dato dal premier Alexis Tsipras del referendum del 5 luglio sul piano dei creditori che sarà definito oggi all'Eurogruppo, ha riaccelerato in piena notte la corsa dei greci ai bancomat, confermando la delusione degli elettori nella fiducia malriposta nelle promesse salvifiche con Syriza ha vinto le elezioni. Lo riferisce il sito web del britannico Daily Telegraph, che raconta come nelle prime ore di stamane i bancomat sono stati presi d'assalto. In almeno un caso invece, la banca Alpha, ha sospeso le contrattazioni online secondo quanto riferisce lo stesso sito web dell'istituto, per impedire di spostare i soldi su altri conti. Nella notte il governo ha fatto sapere che lunedì "le banhe resteranno aperte e non saranno imposti controlli sui capitali". O quel che ne resta. "La popolazione greca dovrebbe restare tranquilla, perchè le banche non chiuderanno". Lo ha assicurato il ministro della Difesa e leader del partito euroscettico al governo Greci indipendenti, Panos Kammenos. "I cittadini non dovrebbero essere spaventati, non c'è alcun ricatto, le banche non chiuderanno e i bancomat avranno contanti, tutto quello (a cui stiamo assistendo) è un'esagerazione", ha affermato Kammenos. l premier ellenico, dopo una giornata convulsa di contrattazioni, ha scelto la linea dura. Ha dichiarato di essere stato costretto a indire il referendum perchè i partner dell'Eurogruppo hanno presentato un ultimatum alla Grecia che è contro i valori europei per cui "siamo obbligati a rispondere sentendo la volontà del popolo sovrano". Ci hanno chiesto di accettare pesi insopportabili che avrebbero aggravato la situazione del mercato del lavoro e aumentato le tasse. Per Tsipras l'obiettivo di alcuni dei partner eruopei è l'umiliazione dell'intero popolo greco. Tsipras ha aggiunto che chiederà un'estensione di pochi giorni del programma di salvataggio della troika (Bce-Ue-Fmi), che scade il 30 giugno, per poter arrivare senza problemi a tenere il referendum del 5 luglio. Il capo negoziatore greco, Euclides Tsakalotos, ha annunciato che  Tsipras ha parlato con il presidente della Bce Mario Draghi che, sostiene sempre Tsakalotos, ha dimostrato comprensione per la scelta del referendum indetto il 5 luglio sul piano dei creditori. Nessuna dichiorazione, finora, da Francoforte. Intanto si apre lo scontro politico con i partiti di opposizione che invocano le elezioni. I socialisti del Pasok, che insieme al centro destra di Nea Dimokratia sono statai alternativamente per 40 anni al potere e quindi sono oggettivamente corresponsabili della disastrosa situazione in cui si trova la Grecia, ritengono che il premier Alexis Tsipras si debba dimettere e convocare elezioni anticipate. Bruxelles ha confermato l'appuntamento dei ministri delle Finanzedell'Eurogruppo alle 14. Secondo indiscrezioni riportate dalla stampa, oggi la Grecia potrebbe chiedere ai partner un'estensione delle scadenze per consentire lo svolgimento del referendum il 5 luglio. Delusione tra i paesi dell'eurozona. All'interno dell'Eurogruppo "c'è una netta maggioranza contro l'estensione del programma greco" fino al referendum del 5 luglio. Lo ha detto il ministro finlandese delleFinanze, Alexander Stubb. Fondo monetario, Bce e Commissione europea "sono uniti" e hanno sempre dimostrato "flessibilità" nel negoziato con la Grecia, con l'obiettivo della stabilità finanziaria: lo ha ribadito il direttore generale del Fmi Christine Lagarde prima dell'Eurogruppo a Bruxelles, ricordando il successo dei casi Irlanda e Portogallo. Due sono i temi, ha ricordato Lagarde: da un lato Atene deve fare "riforme strutturali importanti e consolidare il bilancio per consentire crescita e creazione di occupazione, dall'altro i partner europei devono dare sostegno finanziario e agire sul debito".