Economia

Caivano. Grazie a tre giovani in Campania si è tornati a coltivare la canapa

Valeria Chianese mercoledì 10 maggio 2017

NAPOLI All’ombra del Vesuvio ritorna l’antica coltivazione della canapa per merito della società cooperativa agricola Canapa Campana. Nata nel 2015, con sede a Caivano, nel Napoletano, per iniziativa di tre giovani agricoltori – Valentina Capone, Simona Falco, Giuseppe Mugione – accomunati dall’amore verso la propria terra, la cooperativa realizza la trasformazione e la commercializzazione della canapa, conferita dai produttori agricoli associati, avviando una filiera produttiva corta ed organizzata. I giovani agricoltori sono convinti che solo mediante questo sistema si può seriamente re-introdurre la coltivazione di una pianta nobile e antica quale la canapa in quei territori che, fino alla metà del secolo scorso, contribuivano a rendere l’Italia la seconda nazione al mondo per quantità di canapa prodotta e la prima nazione per qualità della fibra.

Attualmente si sta utilizzando la cultivar monoica Juso 31, che assicura una buona qualità dei prodotti agroalimentari ricavati dal seme. «La nostra coltivazione e la trasformazione della canapa si ispira a criteri ecologicamente e socialmente sostenibili», spiega Valentina Capone. I primi risultati sono positivi: al momento la coltivazione della canapa sembra guidare la ripresa dell’agroalimentare nella regione. Rispetto allo scorso anno le semine dovrebbero aumentare del 34% e portarsi nel 2017 a poco più di 200 ettari. Il successo dei prodotti agroalimentari ottenuti dalla cooperativa Canapa Campania (olio, birra, pasta, farina e semi interi o decorticati, recentemente presentati alla fiera 'Fa’ la cosa giusta' di Milano dedicata agli stili di vita sostenibili) ha spinto i soci conferenti ad incrementare le semine. Nel 2016, secondo l’assessorato Agricoltura della Regione Campania, in tutta la regione erano stati investiti in questa coltura150 ettari. E solo le quindici imprese agricole, riunite nella coop, che nello scorso anno avevano coltivato 60 ettari di Cannabis sativa, nel 2017 porteranno gli investimenti a 80 ettari (+34%). Le quindici imprese sono un campione significativo, visto che nello scorso hanno rappresentato da sole il 40% in ettari del coltivato canapa della regione. L’antica ma attuale cultura è osservata anche dall’Università. È stato siglato un protocollo d’intesa tra la cooperativa e il Dipartimento di Agraria della Federico II per prove e ricerca sulla coltura della Canapa e sui suoi benefici ed effetti sul terreno.