Economia

Consiglio dei ministri. Povertà e partite Iva: ecco i piani del governo

giovedì 28 gennaio 2016
Il Consiglio dei ministri ha approvato un ddl di "contrasto alla povertà" che "consente di costruire in Italia strumenti di lotta alla povertà in linea con il potenziamento di welfare nel programma di governo". Se per l’immediato ci sono da distribuire i soldi (per ora non molti) stanziati con la legge di stabilità, e che andranno soprattutto verso le famiglie disagiate con minori, in tutto oltre un milione di persone, per il futuro il governo punta invece a un nuovo Piano strutturale anti povertà per razionalizzare i sostegni esistenti ed istituire una «misura nazionale di contrasto», obiettivo che richiama in sostanza a una sorta di assegno di inclusione sociale o di reddito minimo, ma non permanente. Traguardo questo che avrà tempi più lunghi: il veicolo legislativo scelto è infatti quello della legge delega, un provvedimento quadro che, dopo l’approvazione del Parlamento, dovrà essere concretizzato dai decreti attuativi.Un piano anti-povertàUn decreto ministeriale disciplinerà l’erogazione degli stanziamenti previsti per il 2016. Si tratta dei 600 milioni di euro stanziati nella legge di stabilità (dal 2017 si salirà a un miliardo) diventati più di 700 con i fondi risparmiati altrove e che potrebbero essere rimpinguati anche dai contributi delle Fondazioni. Una dote finanziaria che andrà soprattutto in direzione di un rafforzamento del Sia, il "sostegno inclusione attiva" finora sperimentato nelle principali aree metropolitane, e avrà come destinatarie le famiglie povere con figli. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha parlato di una platea di 280mila famiglie con 550mila bambini, in tutto oltre un milione di persone. Questo primo intervento avrà una portata inevitabilmente limitata, tanto negli importi che nel numero dei destinatari. I 700-800 milioni disponibili diventeranno circa 60 euro al mese a testa per il milione di interessati. Circa un quarto di quei 4 milioni di italiani che, secondo l’Istat, vivono in condizione di povertà assoluta.Si tratta comunque di un «potenziamento del sistema del welfare», come ha sottolineato il sottosegretario Claudio De Vincenti, il primo passo di un cammino più ampio previsto dal nuovo piano di riordino dell’assistenza (che non riguarderà i disabili). La filosofia del ddl delega si basa sul «principio dell’inclusione attiva»: accanto al sostegno al reddito c’è la presa in carico da parte delle istituzioni per aiutare la famiglia a uscire dalla condizione di indigenza. Un sussidio di carattere quindi non permanente e dagli intenti non puramente assistenzialistici. I giovani con partita IvaUn ddl con misure che "estendono le tutele del welfare al mondo del lavoro autonomo, in particolare ai giovani con le partite iva" e una delega sul cinema "secondo una linea di potenziamento di interventi culturali e artistici nel nostro paese". Lo riferisce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Cdm.