Economia

Lavoro. Google annuncia taglio 12mila dipendenti

Cinzia Arena venerdì 20 gennaio 2023

Google annuncia il taglio di 12mila dipendenti

La bufera che si è abbattuta sulle Big tech, le grandi società tecnologiche, ha travolto anche Google. L’amministratore delegato di Alphabet, la società che controlla il motore di ricerca, Sunbdar Pichai ha annunciato ieri che saranno 12mila, vale a dire il 6% del totale, i “googlers” che riceveranno una lettera di licenziamento. «Ho delle notizie difficili da condividere» è l’incipit della mail con cui il ceo ha comunicato il ridimensionamento legato a motivazioni economiche.Google si allinea così al comportamento degli altri colossi della rete come Meta, Twitter e Amazon. Sino ad oggi le Big Tech hanno già prodotto 170mila esuberi. Fuori dal coro, al momento è rimasta soltanto Apple.

Il motivo di questa crisi? Lo scoppio della bolla creatasi durante la pandemia. Le società tecnologiche hanno assunto molti dipendenti per far volare i numeri durante l’emergenza Covid, ma quando questa è finita è cambiata l’aria: il business della pubblicità online non corre più e per fare quadrare i conti si ricorre ai tagli di personale. Pensavamo alle Big tech come dei giganti indistruttibili ma l’impatto dell’inflazione a la fine della pandemia hanno spostato le lancette del tempo indietro e ribaltato ogni previsione.

«Negli ultimi due anni abbiamo vissuto periodi di crescita spettacolare. Per sostenere e alimentare questa crescita, abbiamo assunto in un contesto economico diverso da quello attuale» ha spiegato Pichai assumendosi “la piena responsabilita” della decisione di licenziare. «Sono fiducioso - ha aggiunto - delle enormi opportunità che abbiamo di fronte grazie alla forza della nostra missione, al valore dei nostri prodotti e servizi e ai nostri primi investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale». I tagli saranno fatti «in tutti i dipartimenti, funzioni, livelli di responsabilità e regioni». I dipendenti statunitensi interessati sono già stati informati, negli altri Paesi la procedura richiederà più tempo a seconda del diritto del lavoro locale. Ancora da verificare le ricadute in Svizzera del maxi-taglio di posti di lavoro. A Zurigo la società impiega 5mila dipendenti provenienti da 85 nazioni: nella città si trova infatti il più grande centro di ricerca e sviluppo aziendale al di fuori degli Stati Uniti.Alla fine di settembre Alphabet aveva quasi 187mila dipendenti. La settimana scorsa anche Verily, la divisione dedicata alle Life sciences di Alphabet, ha annunciato un taglio del 15% dei posti di lavoro, pari a circa 200 persone, a causa di ridimensionamento di progetti di ricerca.

Pochi giorni fa ad annunciare un taglio della forza lavoro è stata Microsoft. Il colosso tecnologico di Redmond ha previsto una sforbiciata da 10mila posti, circa il 5% del totale, in quella che è la sua maggiore riduzione di personale negli ultimi otto anni. Solo negli ultimi mesi gli annunci si sono susseguiti ad un ritmo serrato. Meta, la società madre di Facebook, Instagram e WhatsApp ha annunciato lo scorso novembre la perdita di 11mila posti, pari a circa il 13% del totale della forza lavoro. Si tratta del primo piano sociale nella storia del gruppo. Meta, che contava circa 87mila dipendenti in tutto il mondo alla fine di settembre, ha registrato una performance finanziaria deludente nel terzo trimestre del 2022 con un forte calo di ricavi e profitti e una stagnazione del numero di utenti. All’inizio di gennaio Amazon il gigante dell’e-commerce ha comunicato un taglio di poco più di 18.000 posti di lavoro in tutto il mondo, Europa compresa. Il piano di esuberi riguarderà principalmente i punti vendita gestiti dal gruppo e le risorse umane. La multinazionale delle vendite online durante la pandemia ha reclutato forza lavoro in abbondanza: a fine settembre contava 1,54 milioni di dipendenti. Già certificati i licenziamenti a tripla cifra per Groupon con 2800 addetti lasciati a casa, Uber con 6700 e Getir con altri 4800. Sotto i riflettori è finito il neo padrone di Twitter Elon Musk ha messo in campo a pochi giorni dall’acquisizione il dimezzamento dei dipendenti, annunciando un taglio di 3.750 persone su 7.500, più altri 4mila lavoratori a contratto.C’è da dire che per questi lavoratori ricollocarsi non è difficile: è in corso una redistribuzione di talenti dell’industria tecnologica. La crisi dei colossi non sembra incidere sulla trasformazione digitale che procede inesorabile. Al netto dei licenziamenti infatti, il numero di persone impiegate nel settore tecnologico è aumentato di 194mila unità nel 2022 solo negli Usa.