Economia

La storia. L'avventura di Henry, il Giro d'Italia in Ciao

giovedì 24 marzo 2016
Occhiali, qualche brufolo, faccia da bravo ragazzo. Si chiama Henry Favre, ha 20 anni, fa il meccanico a Gressan (Aosta) e si è messo in testa un'idea meravigliosa: fare il Giro d'Italia. Non in bicicletta ma in sella a un Ciao, il mitico ciclomotore della Piaggio che ha riempito la gioventù di molti italiani che oggi hanno superato gli "anta". Il suo (o meglio, quello di suo padre) Henry l'ha trovato in cantina. Ovviamente molto impolverato e fuori uso da tempo. Però l'ha rimesso a posto, e ai primi di aprile partirà alla scoperta dell'Italia. «Il Ciao che userò è un veccho modello anni '70 – racconta  –. L'idea è quella di partire da Aosta e rientrare ad Aosta, senza un itinerario preciso, solo un susseguirsi di chilometri: penso di farne almeno 8.000. Vorrei raccontare l'Italia che non si vede, la vera anima di un territorio poliedrico e affascinante, che conserva ancora intatte le sue tradizioni. Pertanto, eviterò completamente le autostrade e sceglierò stradine di campagna poco battute e fuori dalle mappe».
Per Henry il viaggio su due ruote è un'autentica passione: «In passato sono arrivato a Capo Nord a bordo di un'Ape Piaggio che abbiamo trasformato in un piccolo camper, percorrendo oltre 10.500 chilometri in due mesi”, ricorda. Ora invece, il viaggio italiano, che grazie ai videoreportage, si potrà condividere su Travelnews24.it e su Facebook alla sua pagina “Italia in Ciao”. «Visiterò tutte le regioni, scendendo lungo la costa tirrenica e risalendo da quella adriatica. Non credo che supererò mai i 30 all'ora: il motorino risulta lento, poco collaborativo e annoiato. Quando arriva una minima salita, o becca una castagna sotto una ruota, richiede l'ausilio della propulsione umana sotto forma di parolacce e pedalate. Grazie agli accessori su di esso, diventa inimpennabile, pesante e poco stabile. Penso che sia il Ciao più lento che abbia mai guidato. Però è giallo. Quindi mi piace». Tenda, sacco a pelo, fornellino cuoci vivande e ovviamente un cellulare con connessione accompagneranno Henry e il suo motorino. «Conto molto  sull'ospitalità dei tanti amici trovati sui social, dove la mia iniziativa sta riscuotendo grande successo. E spero in qualche sponsor: quello che ricaverò servirà per finanziare un parco giochi per bambini disabili». Buon viaggio Henry. Non serve dirti di andare piano.