Economia

Garanzia Giovani. Su 840mila presi in carico offerta a 380mila

Redazione Romana giovedì 8 novembre 2018

Sugli 840mila giovani Neet presi in carico dal programma Garanzia Giovani soltanto in 380mila, il 45,2% hanno ricevuto un'offerta entro i quattro mesi dalla stessa registrazione e poco più di un terzo del totale dei giovani ha ottenuto una proposta di attività, sulla base delle risorse disponibili e della spesa massima assegnata a ciascuna misura ammissibile. È la Corte dei Conti a fare il punto sul programma europeo Garanzia Giovani.

Il numero più rilevante di offerte è stato osservato in Sicilia, in Lombardia e nel Lazio. Di contro, la Provincia autonoma di Trento, il Molise e la Valle d'Aosta hanno offerto, rispettivamente, misure di politica attiva ad un minore numero di giovani. Al Centro invece il numero delle adesioni risulta più che dimezzato.

Le offerte, spiegano ancora i giudici contabili, si sono concentrate principalmente sulla misura del tirocinio extracurriculare, del bonus occupazionale e della formazione, nella duplice finalità dell'inserimento lavorativo e del reinserimento nei percorsi di Istruzione e formazione professionale mentre la proposta di
apprendistato nell'ambito della misura dell'accompagnamento al lavoro è, invece, il tipo di intervento che ha avuto più difficoltà di avvio.

Gli occupati, comunque, prosegue la Corte dei Conti, a seguito dell'incentivo bonus occupazionale, sono stati pari a circa 61mila giovani e la maggiore occupabilità ha riguardato soprattutto le aziende del settore manifatturiero, seguite da quelle del commercio all'ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli con una percentuale pari al 23,8 (60.915 giovani Neet), seguito da quello relativo al settore manifatturiero con il 17% (43.376) e da quello inerente i servizi alloggio e ristorazione con l'11,6% (29.720).

L'analisi dei dati mostra inoltre come le misure di politica attiva messe in campo con maggiore frequenza, dopo i tirocini, sono i bonus occupazionali e la formazione mirata all'inserimento lavorativo. «In
pratica, il programma appare come una politica di promozione e sostegno agli stage che, confrontata con una situazione dell'occupazione giovanile di poco migliorata negli ultimi anni, lascia forti dubbi sull'efficacia di molte di queste esperienze», commentano ancora i magistrati contabili per i quali «il problema della qualità degli stage non può essere affrontato solo attraverso forme di incentivazione o accrescendo i controlli e le penalità, ma appare opportuna una valorizzazione degli stessi all'interno di un progetto finalizzato all'assunzione».