Economia

Cultura digitale . Formazione on line Pure l'Italia ci prova

Mauro Cereda giovedì 17 ottobre 2013

​Corsi di lingue, cucina, saldatura, marketing, contabilità aziendale, per imbianchini, elettricisti, barman, meccanici... oggi sul web si può imparare a fare (più o meno bene) di tutto. Basta andare su un motore di ricerca e cliccare. Sono le nuove frontiere della formazione online, che si aprono a chi vuole apprendere o affinare un mestiere (ma anche a chi desidera soltanto coltivare un hobby). Il problema, casomai, è selezionare le proposte, districandosi tra quelle serie e quelle meno. Ma rimane un dato di fatto: Internet sta innovando il modo di fare formazione professionale. Soprattutto all’estero, dove l’e-learning è una realtà in pieno sviluppo.

«Negli Stati Uniti in particolare – osserva Marco Montemagno, fondatore di Supersummit, azienda italiana che offre formazione sul web – si sta investendo molto nell’online education. Il valore mondiale del settore è stimato in circa 100 miliardi di dollari. Negli ultimi tempi sono nate diverse piattaforme che generano numeri importanti, sia come fatturato che come utenza, e garantiscono contenuti di qualità. È una formula che sta rivoluzionando il sistema della formazione, un po’ come ha fatto la tecnologia mp3 nel mercato della musica».Secondo l’istituto di ricerca Markets and Markets, il giro d’affari del settore salirà a 220 miliardi di dollari entro il 2017, oltre 42 dei quali in Europa. Tra gli indirizzi più noti vi sono CreativeLive.com, Lynda.com, Khanacademy.org, Udemy.com. In sostanza si tratta di "vetrine" di corsi online sui più svariati argomenti: moduli live (la lezione è in diretta) o registrati, gratuiti o a pagamento, con docenti in genere molto qualificati (chiunque può comunque provare ad insegnare: sarà il web a decretarne il successo o il flop). Supersummit.it si propone ora di sviluppare questo modello in Italia, offrendo (gratis o a prezzi competitivi) eventi live, workshop, lezioni con esperti, a cui è possibile accedere da un pc o dal telefonino. Dal 4 novembre la piattaforma lancerà una grande iniziativa sui temi digital, che coinvolgerà circa 50 speaker. L’impresa è ambiziosa, ma può contare sul fatto che il mercato italiano è tutto da esplorare.

«In Italia – conferma Franco Amicucci, fondatore di Amicucci Formazione, società che propone "pillole" formative online – non abbiamo la stessa cultura digitale che c’è in Usa e nord Europa: i dati sugli accessi a Internet o sull’acquisto di e-book lo dimostrano. Ma l’interesse delle aziende sta crescendo, grazie alla maggiore sensibilità delle nuove generazioni di dirigenti e anche alla crisi: inscrivere un dipendente ad un corso online costa meno che mandarlo in aula, sia in termini di costi vivi - trasporto, vitto, alloggio se deve andare in trasferta - che di mancata produttività. Noi in tre anni abbiamo triplicato il fatturato. C’è da dire, però, che ci rivolgiamo a grandi aziende. Con le piccole si fa fatica».I numeri parlano chiaro. Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, finanzia ogni anno migliaia di piani formativi per i lavoratori (nel 2012 ha messo a disposizione 296 milioni di euro), ma dal 2007 ad oggi quelli che si sono tenuti con modalità "a distanza" sono appena il 3,5% del totale. Una situazione destinata a mutare. «In Italia – nota Paolo Iacci, vicepresidente di Aidp, l’associazione dei direttori del personale – abbiamo un fortissimo scollamento tra le richieste delle imprese e le competenze acquisite dai lavoratori. Se ci aspettiamo che questo gap venga coperto dal sistema formativo tradizionale, la partita è persa in partenza. Non solo: l’esigenza del singolo di aggiornarsi in continuazione, anche perché è sempre più frequente cambiare lavoro nel corso della vita, impone che si cerchino modalità alternative di insegnamento. Io credo che la formazione online sia la via maestra da esplorare».E adesso all’estero l’interesse del web si sta spostando anche verso la formazione accademica. Coursera.org è una piattaforma americana che, in accordo con oltre 90 atenei di tutto il mondo (tra i partners più recenti c’è La Sapienza di Roma), offre lezioni universitarie online. Con successo.