Economia

Strasburgo. Ue, fondi per licenziati aperti anche ai precari

giovedì 12 dicembre 2013
Con meno euro, ma ancora in vita e aperto anche ai precari. Il Feag, il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione per il periodo 2014-2020 è stato approvato dal Parlamento Ue, che lo ha fortemente sostenuto contro il Consiglio che voleva invece eliminarlo. Un braccio di ferro che però ha portato a ridurre la dotazione, che passa dai 3,5 miliardi messi a bilancio per il settennio 2007-2013 agli 1,05 mld previsti ora. "È fondamentale che l'Italia si attivi per utilizzare al meglio queste risorse, presentando progetti mirati e innovativi che puntino alla creazione dinamica di nuovi posti di lavoro, formando e riqualificando i lavoratori in esubero in modo tale da ricollocarli nel breve periodo", il commento della vicepresidente del Parlamento Ue Roberta Angelilli.Oltre a contrastare gli effetti della globalizzazione e palliare le conseguenze delle delocalizzazioni, dal primo gennaio potranno attingere al fondo anche i lavoratori che hanno perso il loro impiego per la crisi, una misura in vigore solo per il periodo 2009-2011. La soglia per l'attivazione dell'aiuto è stata fissa in 500 esuberi mentre sono state ampliate le categorie potenzialmente interessate, includendo anche i lavoratori con contratti a tempo determinato, quelli temporanei, gli indipendenti ed i giovani senza lavoro e che non stanno studiando, purché residenti in zone colpite da licenziamenti. I fondi del programma Feag, che vanta un tasso di reinserimento di circa il 50%, integrano, fino al 60%, i contributi che gli Stati membri stanziano per i licenziati, manon possono sostituire i contributi nazionali previsti per la disoccupazione. L'accordo dovrà essere approvato dal Consiglio Ue il 16 dicembre, per entrare in vigore il 1° gennaio 2014.