Economia

I consigli. Figlio o carriera? Ecco come non rinunciare a niente

venerdì 16 agosto 2013
​Tenersi in contatto con i colleghi anche durante il congedo di maternità, gestire bene i confini tra lavoro e famiglia, trovare un giusto equilibrio tra l'essere genitore e l'essere una lavoratrice, valutare soluzioni come il part time o meglio il job sharing, non rimandare troppo in là la decisione di avere un figlio, conoscere i propri diritti di madre lavoratrice e, se il figlio è nato, non stare isolate dal mondo, ma fare rete. Sono questi i consigli da osservare per una donna che lavora, e che, pur non rinunciando alla carriera, vuole provare le gioie della maternità. A elaborarli uno staff di esperte (supermanager, avvocatesse, psicologhe) interpellate dal quotidiano britannico The Guardian.Dasha Amrom, fondatrice e amministratore delegato di Career Coaching Ventures, società di consulenza specializzata nella 'costruzione' di professionalità e nella selezione, consiglia per esempio di "usare alcuni giorni del periodo del congedo di maternità per tenersi in contatto con il proprio ambiente di lavoro". "Ne bastano in tutto dieci: potrebbe essere utile farsi vedere al lavoro per un incontro importante, o un corso di formazione o semplicemente solo per prendere un caffè veloce con il vostro team o i dirigenti. Questo vi aiuterà a rimanere 'al top' di ciò che sta accadendo nel luogo di lavoro". Va bene anche "tenersi in contatto via e-mail e congratularsi coi colleghi per i loro migliori successi. E, se si trova una babysitter, una sera si può andare a bere qualcosa con tutti loro".Mary Gregory, consigliera di amministrazione ed executive coach di Penna Plc (settore risorse umane), spiega che "il lavoro part-time è una valida opzione quando si torna al lavoro dopo il congedo di maternità: ad esempio, un modo sicuro per tenersi aggiornate è quello del job sharing, cioè condividere il lavoro 'a metà' con un'altra persona, che può informarci su quello che succede in nostra assenza e viceversa". Evitare anche di lavorare "oltre l'orario concordato, controllando le e-mail alla sera - avverte Gregory - o facendo telefonate fuori orario: in questo modo la gestione dei confini personali tra famiglia e lavoro può essere difficile".Quando ci si trova a conciliare lavoro e famiglia, osserva Geraldine Brannelly, career coach per il National Careers Service, e "si decide di fare 'tuttò è necessario sapere che cosa significa 'tuttò". "Nella maggior parte dei casi, non credo che sia possibile - avverte l'esperta - lavorare 40 ore a settimana, essere genitore e fare entrambe le cose bene. Da qualche parte, lungo la linea, ci deve essere un compromesso prima che uno o entrambi i settori della vostra vita inizino a soffrire". Meglio "esaminare i nostri valori e i nostri obiettivi di vita sia per il lavoro e la famiglia: dipingiamo un quadro ideale e poi studiamo il modo per realizzarlo", dice. Anche cercare un lavoro part time può essere complicato se non si sa come farlo. "Occorre passare un pò di tempo ad aggiornare il proprio profilo LinkedIn e il proprio curriculum - esorta Amanda Bolt, amministratore delegato di BoardroomMum, portale di 'mamme in carriera'- contattando qualunque gruppo industrialmente rilevante. Bene anche la ricerca di aziende di settori specifici che cercano addetti a tempo determinato. E parlare molto, proporre soluzioni". La scelta di fare un figlio, comunque, non può essere rimandata più di tanto. Parola di Joanna Santinon, socia dell'agenzia di comunicazione Ernst & Young: "La mia opinione personale è che si dovrebbe fare ciò che si reputa giusto. Avendo tentato molte volte la maternità, non sosterrei mai di aspettare oltre 35 anni, a causa della carriera. Un modo semplice per testare le proprie priorità è quella di pensare di arrivare a 50 anni senza avere avuto figli, e pensare di arrivare a 50 anni avendo avuto un percorso di carriera diversa. Che cosa avremmo rimpianto di più?", chiede Santinon. Fondamentale per vivere bene la propria condizione di madre lavoratrice è conoscere i propri diritti in caso di emergenze. Natasha Joffe, una giuslavorista con un particolare interesse per i diritti della famiglia al lavoro, ricorda che "si ha il diritto legale di assentarsi dal lavoro in una situazione di emergenza, come per esempio una malattia imprevista di un bambino". "È consentito un periodo di tempo ragionevole per affrontare la situazione, e di solito è sufficiente per risolvere le prime necessità. Non c'è alcun diritto di essere pagate per questo tipo di permesso, ma alcuni datori di lavoro potrebbero essere comprensivi", spiega.Infine, un consiglio per stare serene: fare rete con le colleghe donne. Caroline Gatrell, che lavora alla Lancaster University Management School, lo spiega così: "Le donne che combinano la maternità e la carriera sono spesso, e a lungo, sotto pressione, magari si sentono incapaci di fare rete e un pò isolate". "Quelle con reti di amicizie femminili (non necessariamente altre madri) si sentono invece più sostenute - assicura - e hanno più probabilità di cogliere occasioni come la disponibilità di posti in job sharing. Quindi vale la pena di tenere gli occhi aperti per le occasioni di incontro e di stare connesse con le colleghe donne, anche se il tempo è poco".