Economia

Excelsior. A novembre previste 264mila assunzioni

Redazione Romana martedì 10 novembre 2020

Carlo Sangalli, presidente di Unioncamere

Sono quasi 264mila le assunzioni previste dalle imprese per il mese di novembre, in flessione del 24,3% rispetto all’anno scorso. Scende anche al 10% la quota di imprese che programmano assunzioni, attestata ad ottobre al 13%. Questi i dati più significativi che emergono dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che elabora le previsioni occupazionali di novembre.

Le molteplici incognite sul piano economico e occupazionale continuano a pesare in particolare sui programmi delle imprese dei servizi turistici, alloggio e ristorazione (-31,8% le entrate programmate rispetto a novembre 2019), dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-30,8%) e dei servizi dei media e della comunicazione (-28,5%). Meno penalizzati i servizi alle persone (-11,2%), anche a seguito delle maggiori sollecitazioni legate all’erogazione dei servizi sanitari, i servizi finanziari e assicurativi (-17,3%) e i servizi avanzati di supporto alle imprese (-18,7%). Per l’industria, fortemente al ribasso le previsioni delle imprese dei comparti carta, cartotecnica e stampa, (-43,1%), legno e mobile (-39,7%), altre industrie (-34%) e tessile, abbigliamento e calzature (-31,0%). Mentre i comparti alimentare, metallurgico e costruzioni registrano una minore flessione delle entrate in programma rispetto all’anno precedente (rispettivamente -16,3%, -19,3% e -19,6%).

Nonostante il clima di grande incertezza, la domanda di lavoro per le figure professionali di operai e artigiani mostra di essere abbastanza significativa e il calo delle entrate programmate per questi profili è più contenuto rispetto alla media (-18,4% per il gruppo professionale degli operai specializzati). Domanda sostenuta principalmente dalle micro imprese (1-9 dipendenti) dell’industria, le uniche a far registrare una crescita delle entrate rispetto allo scorso anno (+6,6%).

Nel complesso cresce ancora, nella crisi prodotta dalla pandemia, il fenomeno della “polarizzazione” nella domanda di lavoro delle imprese: rispetto ad un anno fa, infatti, si registra un aumento sia della quota di laureati ricercati dalle imprese (passa dal 14% al 16%), sia della quota di personale a cui non è richiesto un titolo di studio specifico (passa dal 22% al 25%).

«Nel periodo attuale le persone ad avere maggiori opportunità di trovare un impiego sono o quelle meno qualificate, che possiamo raggruppare nella macrocategoria degli operai generici (senza alcuna specializzazione), o i profili laureati con maggiori specializzazioni - afferma Marco Contemi, imprenditore e fondatore di Applavoro.it -. Si riducono ulteriormente le possibilità per tutti quei lavoratori che si trovano in una sorta di limbo professionale, e che quindi non appartengono a nessuna delle due categorie su descritte. Questo ci fa comprendere maggiormente quanto sia oggi fondamentale, soprattutto per la fascia più giovane, continuare a formarsi, crescere professionalmente e specializzarsi al meglio. L’errore più grande che si possa commettere oggi è di fermarsi, entrare in una sorta di “stallo” aspettando che arrivi un occasione. Noi di AppLavoro.it continuiamo a professare il credo secondo cui per i lavoratori più meritevoli, più formati e più intraprendenti, l’Italia ha ancora tante opportunità da offrire».