Economia

Ucraina. Sulle esportazioni di vino l'Italia paga il prezzo più alto

Redazione Economia venerdì 11 marzo 2022

Sul vino, è l'Italia a pagare il prezzo più alto del conflitto alle porte dell'Europa. Il nostro Paese rappresenta infatti il primo fornitore di vino in Russia e Ucraina: nel 2021, gli acquisti di vino italiano da parte di questi due paesi è stato di circa 400 milioni di euro, quasi il 6% di tutto l'export di vino del Bel Paese. Lo rileva il Wine Monitor di Nomisma, sottolinendo come gli effetti del conflitto vadano a influire soprattutto sui singoli vini: nel caso dell'Asti, Russia e Ucraina pesano congiuntamente per oltre un quarto del proprio export. Per gli altri top exporter, gli impatti sono invece marginali: per il Cava spagnolo o i Cremant francesi, l'incidenza di questi due mercati è inferiore al 2%.

«Al di là degli impatti aggregati, i danni più consistenti legati a questa tragica guerra sono riconducibili ad alcune denominazioni e categorie di vini italiani. Nel caso dell'Asti Spumante parliamo della potenziale perdita di un quarto del proprio export, così come del 20% delle vendite oltre frontiera di spumanti generici italiani o del 13% di vini frizzanti» dichiara Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma.

È infatti risaputo come i consumatori russi e dell'est Europa prediligano vini frizzanti e spumanti dolci e con prezzi competitivi. Un gradimento che finisce inevitabilmente per colpire i produttori specializzati in queste tipologie. Per i vini fermi Dop italiani, Russia e Ucraina presentano incidenze marginali sulle relative esportazioni. Quelle più alte si riscontrano per i vini fermi siciliani Dop (8%) e per i vini bianchi Dop veneti (4%). Nel caso del Prosecco, prima denominazione italiana esportata nel mondo, il peso di Russia e Ucraina per le relative esportazioni è inferiore al 5%, anche se va detto che negli ultimi tre anni è praticamente triplicato.

Nel 2021 rileva Nomisma, la Russia ha importato 345 milioni di euro di vino italiano (+18% rispetto all'anno precedente), facendo del nostro paese il suo primo fornitore. Più ridotti ma fortemente in crescita (+200% negli ultimi cinque anni) gli acquisti dall'Ucraina: 56 milioni di euro, per un valore aggregato di circa 400 milioni di euro.