Economia

L'intervista. L'auto di domani, una batteria con le ruote

Alberto Caprotti sabato 26 dicembre 2015
E se l’automobile del futuro fosse semplicemente una batteria con le ruote sotto? Il film è più o meno questo: arrivare a casa alla sera guidando la propria vettura elettrica dopo averla ricaricata magari alla colonnina dell’ufficio. Parcheggiare. “Attaccare” la vettura alla rete, e con l’energia residua presente nella batteria dell’auto alimentare la luce e gli elettrodomestici di casa. O addirittura rivendere l’energia alla rete stessa, negli orari di maggiore richiesta, guadagnando in cambio beni o servizi. Fantascienza? No, realtà, visto che in Danimarca ad esempio tutto ciò è già in grado di avvenire.
 A questo scenario stanno lavorando Nissan ed Enel, rispettivamente il produttore di Leaf (l’auto elettrica più venduta al mondo), e la seconda utility europea per capacità installata. Nei giorni scorsi a Parigi in occasione di Cop21, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, hanno siglato un accordo che potrebbe rivoluzionare il modo in cui consumatori e aziende gestiscono il loro utilizzo di energia grazie a un innovativo sistema, denominato Vehicle-2-Grid (V2G), che consente ai proprietari di veicoli e consumatori di energia elettrica di utilizzare le auto come vere e proprie “centrali mobili” con cui accumulare e rimettere in rete l’energia non utilizzata.
 Cedere l’energia posseduta in eccesso, in assoluto non è certo una novità. In Italia oggi sono già 700 mila le unità fotovoltaiche allacciate alla rete, ma nel nostro Paese i servizi di bilanciamento vengono realizzati attraverso sistemi non ecologici (turbogas), ben diversi dall’impatto-zero promesso dal binomio auto elettrica+colonnina V2G.Anche per questo quella tra Nissan e Enel non pare solo un’alleanza commerciale ma un nuovo modello di mobilità integrata, frutto di una visione ancora molto futuribile per la realtà italiana ma assolutamente già realizzata e realizzabile altrove, dove numeri, contesto, legislazione e infrastrutture consentono approcci diversi e più evoluti. «Del resto - come spiega Ernesto Ciorra, direttore Funzione Innovazione e Sostenibilità di Enel - occorre uscire completamente da certi paradigmi del passato per affrontare il futuro energetico in maniera davvero sostenibile». E ribaltare il concetto di fornitore/fruitore, come tutte le star-up di maggior successo attuale hanno dimostrato di saper fare. «Lo scenario è completamente cambiato. Proviamo a pensarci: Airbnb oggi è il primo fornitore di camere d’hotel e non possiede camere – spiega Ciorra –. Così come Uber è il primo noleggiatore di auto al mondo senza possedere auto; e Youtube produce e vende milioni di video senza realizzarne nemmeno uno...».
Dunque anche per la corrente elettrica dobbiamo abituarci all’idea che chi la usa per muoversi, potrà anche produrla?«Enel guida l’innovazione in questo settore con l’introduzione di una nuova colonnina di ricarica che abilita lo scambio di energia fra l’automobile e la rete in entrambi i sensi, permettendo di comandare a distanza la carica e la scarica della batteria installata sul veicolo. In questo modo l’auto diventa una centrale elettrica, in grado di fornire energia quando la domanda è alta, o di assorbire energia per ricaricarsi quando sulla rete c’è un surplus di potenza, generato ad esempio da impianti fotovoltaici nei periodi di maggiore irradiazione. Poiché questo servizio è remunerato dal gestore della rete, il cliente godrà di un beneficio economico che si aggiunge a quello ambientale ottenuto grazie all’ottimizzazione dei flussi di generazione da rinnovabili».
Non è strano, o almeno penalizzante per l’Italia, che un’eccellenza italiana come Enel abbia dovuto trovare un partner giapponese per avviare un progetto così innovativo?«Noi siamo leader al mondo nelle tecnologie smart, prima utility ad aver introdotto il contatore elettronico nella sua rete di distribuzione e prima al mondo ad aver sviluppato colonnine di ricarica V2G. Nissan è un leader nel settore della mobilità elettrica ed una tra le poche case automobilistiche ad avere abilitato i propri veicoli al V2G. L’abbinamento è stato naturale e obbligato».
 
Questo anche perchè l’Italia non ha purtroppo le infrastrutture nè le norme regolamentari necessarie per un simile salto in avanti?
«Abbiamo scelto la Danimarca come Paese pilota in quanto ha un difetto di capacità di generazione, che richiede necessario l’impiego di fonti alternative, oltre ad un quadro regolatorio favorevole, che consente ai privati di fornire servizi di bilanciamento alla rete. La sperimentazione durerà sei mesi circa, dopo i quali saranno sottoscritti gli accordi commerciali veri e propri, coinvolgendo clienti reali e un bacino di 40 auto».
Grazie al sistema V2G in pratica si potrà trasformare la propria auto in una centrale elettrica portatile. Ma quali sono i benefici reali per il cliente?«È un approccio totalmente rivoluzionario. Grazie alla diffusione della mobilità elettrica, i costi si potranno abbattere ed in teoria tale servizio potrebbe essere aperto a tutti. Il modello prevede che Enel fornisca la colonnina di ricarica V2G all’automobilista elettrico (che avrà ovviamente acquistato una Nissan Leaf) e i ricavi che l’operatore di rete corrisponderà per l’erogazione di servizi di bilanciamento saranno condivisi tra Enel e l’automobilista. Secondo uno studio del centro di ricerca danese Insero, i benefici per ogni automobilista che volesse utilizzare il V2G potrebbero raggiungere anche un massimo di 1.500 euro l’anno, in funzione dell’utilizzo dell’auto».
La sperimentazione più diffusa sta avvenendo sulle auto pubbliche. Ci spiega come?«L’accordo con Nissan prevede la collaborazione su altre soluzioni innovative, tra cui le stazioni di ricarica a cooperative di taxi elettrici. Infatti quante più macchine utilizzano la colonnina, tanti più servizi di bilanciamento potranno essere erogati alla rete. Per questo cooperative di taxi e autonoleggi potrebbero essere i clienti ideali. Per quanto riguarda i singoli automobilisti, dall’esperienza che abbiamo accumulato a Malaga, in Spagna, abbiamo constatato che l’infrastruttura pubblica di ricarica viene utilizzata soprattutto quando è veloce. Per questo auspichiamo che i sistemi V2G a carica e scarica veloce vengano installati anche nelle stazioni di servizio».