Economia

ECOFIN. Eurogruppo, al via la riunione Presente anche Geithner

venerdì 16 settembre 2011
La seconda tranche del prestito alla Grecia, le politiche per rafforzare la crescita con interventi coordinati nell'eurozona, la crisi del debito sovrano. Questi i temi nell'agenda dell'Eurogruppo che ha preso il via stamattina a Wroclaw (Polonia) e che, come di consueto, precede l'Ecofin. Si tratta del vertice informale della presidenza polacca della Ue. All'Eurogruppo partecipa anche il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che è giunto accompagnato dal ministro francese Francois Baroin.
  Questa mattina l'indiretta risposta del ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble: «Dobbiamo risolvere i nostri problemi su entrambe le sponde dell'Atlantico per portare più stabilità sui mercati finanziari», ha detto l'esponente dell'esecutivo di Berlino prima di prendere posto al tavolo.   Nel menu del vertice anche la Grecia, ancora in attesa del via libera definitivo al salvataggio bis, rimasto fermo per il no slovacco e le perplessità della Finlandia che chiede ulteriori garanzie sui prestiti. E proprio il ministro delle Finanze di Helsinki, Jutta Urlainen, non ha nascosto il suo scetticismo sulla possibilità che la situazione possa sbloccarsi nelle prossime ore: «Purtroppo - ha sottolineato - non credo che si troverà una soluzione sulle garanzie oggi».   All'Eurogruppo partecipa anche il segretario al Tesoro Usa, Timothy Geithner, che è giunto accompagnato dal ministro francese Francois Baroin. Per l'Italia sono presenti il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il direttore generale del Tesoro, Vittorio Grilli.   «Dalla riunione dei oggi - ha detto il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos arrivando all'Eurogruppo - spero che arrivi non solo un segnale per la Grecia ma per tutta l'Eurozona».   Il ministro delle finanze belga, Didier Reynders, si è intrattenuto con i giornalisti spiegando che «occorre rafforzare l'integrazione delle politiche di bilancio, anche cambiando il Trattato se necessario. Dobbiamo capire una volta per tutte la gravità della crisi e fare di più, quindi anche cambiare il Trattato».