Economia

Agia-Cia. Ecco i nuovi mestieri agricoli

lunedì 8 dicembre 2014
Professore di tartufo, architetto del verde, consulente enogastronomico, stilista ecosostenibile con fibre agricole. E poi catering a chilometro zero e fattorie 'sportive' che si affiancano a quelle didattiche e sociali. Sono solo alcuni esempi delle decine di nuovi mestieri che partono dall'agricoltura e dalla sua spiccata propensione alla multifunzionalità. Negli ultimi tre anni si calcolano, nel nostro Paese, sono almeno 5mila le nuove attività e partite Iva aperte, che fanno leva su professioni innovative o rivisitazioni "moderne" e originali di quelle preesistenti. A indicarne alcune, davvero originali è l'associazione dei giovani agricoltori della Cia (Agia-Cia).Il loro apporto al bilancio complessivo del complesso sistema agricolo e alimentare al momento è quantificabile in almeno 200 milioni di euro l'anno, percentuali ancora basse se confrontate con i 250 miliardi mossi dall'agroalimentare italiano nel suo insieme, ma dalle enormi potenzialità future. L'Agricatering è la nuova attività creata dall'associazione Donne in Campo-Cia, che prevede l'offerta di servizi di catering a filiera corta, dove tutto nasce direttamente dal lavoro nei campi senza intermediazioni. Due gli obiettivi dell'attività, da un lato valorizzare i prodotti locali, soprattutto quelli dimenticati o a rischio, offrendo cibi del territorio ai clienti di rinfreschi e buffet, feste ed eventi, e dall'altro combattere la crisi creando una nuova forma di integrazione al reddito agricolo. "Sono sempre di più i giovani che dribblano la crisi tornando alla terra, dove coltivano nuove idee - dichiara Maria Pirrone, presidente dell'Agia-Cia - molto spesso sono proprio loro a inventare nuovi mestieri legati all'agricoltura, complice spesso la provenienza da altri settori e molti studi. Oggi infatti il 90% degli agricoltori sotto i 30 anni ha una scolarità medio-alta. E non ci sono più solo i laureati in Agraria: oggi nel settore cresce il numero di giovani 'dottori' che decide di investire sulla campagna, ma partendo da percorsi formativi e familiari completamente estranei all'agricoltura: ci sono educatori e psicologi che si dedicano all'agricoltura sociale e alle fattorie didattiche; esperti della comunicazione che gestiscono il marketing e la promozione dei prodotti sui mercati stranieri; economisti che amministrano l'azienda; erboristi e farmacisti che scommettono sulla fitoterapia e sulla cosmesi naturale; architetti che fanno bio-edilizia producendo mattoni artigianali di argilla e paglia completamente eco-sostenibili e riciclabili".