Economia

Previsioni. Ecco come cambia il lavoro

Maurizio Carucci venerdì 27 gennaio 2017
Pilota e architetto aerospaziale, contadino urbano, selezionatore di robot, creatore di realtà virtuale, guardiano della privacy, esperto di aree da bonificare. Sono soltanto alcuni dei lavori più richiesti nei prossimi anni. Ne abbiamo parlato con Nicola Uva, direttore Strategy e Marketing di Adp Italia, società operante in Italia e nel mondo nell’erogazione di servizi per le Risorse umane. «Queste nuove professioni – spiega Uva - verranno ricercate in un periodo a medio termine. Mentre in un futuro non molto lontano non ci saranno più uffici e gerarchie. I social media diventeranno lo strumento principale per tutti i lavori. Si punterà a lavorare per obiettivi».

Di cambiamenti che hanno coinvolto i luoghi (lavoro agile) e le situazioni (abbandono del “posto fisso”) si parlerà a Roma il 30 gennaio, in occasione di La digital transformation passa dalle persone, un convegno aperto a tutti gli imprenditori della città per affrontare i cambiamenti che le nuove tecnologie stanno apportando nel mondo del lavoro (dalle ore 14,30 presso la sede di della British American Tobacco Italia, via Amsterdam, 147 - http://www.it-adp.com/news-ed-eventi/eventi/hr-executive-circle-roma-2017).

Durante la giornata sarà presentata una ricerca realizzata da Adp in cui sono state analizzate le nuove tendenze nel mondo del lavoro, cercando di tracciare una panoramica di ciò che potrebbe essere il futuro alla luce di una vera e propria rivoluzione 4.0. Si parlerà di nuove frontiere del lavoro, soprattutto dei cambiamenti che l’era digitale sta portando. Cambiamenti tutti positivi, se imprenditori e manager delle risorse umane imparano a sfruttarli al meglio. Sono cinque i concetti che riassumono le nuove tendenze: libertà, conoscenza, stabilità, autogestione e significato.

«Smart working – continua Uva - ma anche orario flessibile, piattaforme social di condivisione delle informazioni tra dipendenti, adozione di strumenti tecnologici che consentono il controllo online dell’avanzamento del lavoro: parleremo di questo e altro. Tutto ciò è già realtà, non è utopia».

La tecnologia, per esempio, ha introdotto nuova flessibilità sia per i dipendenti sia per i datori di lavoro. I lavoratori vogliono l’elasticità necessaria per fare il proprio lavoro quando, dove e come vogliono. Il 95% dei dipendenti intervistati dichiara di essere in grado di lavorare da qualsiasi parte del mondo. Il 79% delle persone crede di poter svolgere tutti i lavori da un dispositivo mobile. Il 77% dichiara che sarà in grado comunque di schedulare dettagliatamente il proprio orario di lavoro.

Ma questa libertà ostacolerebbe o aumenterebbe la produttività? Come possiamo creare un vero senso di “squadra”, se la maggior parte delle persone lavorano in remoto e in differenti orari? «Aumenta la necessità di condivisione delle informazioni – precisa il manager - oggi possibile grazie alla tecnologia. I datori di lavoro dovranno prendere in considerazione strumenti online - tra cui piattaforme di social media - per aumentare la collaborazione giorno per giorno e la condivisione delle conoscenze tra le squadre. I progressi tecnologici consentono ai dipendenti di attingere a risorse, strumenti e informazioni rapidamente, di imparare cose nuove, risolvere problemi e mantenere contemporaneamente sempre in movimento il proprio lavoro. I dipendenti vogliono un facile accesso a strumenti, risorse e informazioni che consentono loro di svolgere compiti e imparare nuove abilità». Da uno studio Adp emerge che il 97% delle persone utilizza la tecnologia per imparare qualcosa, sempre e ovunque. L’81% afferma che i social media diventeranno la piattaforma di collaborazione e condivisione per il lavoro.



In passato stabilità del lavoro significava “posto fisso”. Per i dipendenti di oggi, la stabilità significa invece avere una rete professionale estesa, relazioni che possono aiutare il lavoratore a crescere sia nel proprio settore sia in diversi ambiti, estendendo le possibilità di carriera. Per i datori di lavoro, un mondo tecnologicamente collegato significa poter disporre a livello globale dei migliori talenti, mentre per il personale significa avere accesso a continui miglioramenti. «Il 92% degli intervistati – dichiara Uva - ritiene che lavorerebbe ovunque fossero necessarie le proprie competenze. L’81% ritiene che in futuro le aziende assumeranno esclusivamente lavoratori con contratto a progetto. L’82% pensa addirittura che l’età pensionabile cesserà di esistere».



Ci sono molti segni, poi, che portano a pensare che la gerarchia potrebbe scomparire. Le cause sarebbero in gran parte dovute alla tecnologia, che collega le persone a tutti i livelli di un’organizzazione, e rendendo le informazioni sempre più condivise con un pubblico più ampio e più giovane. «La tecnologia – afferma il manager - consentirà anche alle persone di concentrarsi di più sul lavoro, togliendo l’onere di dover gestire gli altri o di essere gestiti. L’82% dei dipendenti pensa che non avrà problemi a contare solo sulla propria persona per la risoluzione dei problemi. Il 49% ritiene che non esisteranno più dipartimenti e gerarchie. I Team Hr devono capire come andare a gestire i dipendenti e i datori di lavoro nel momento in cui la gerarchia cesserà di esistere».



I lavoratori più giovani vogliono lavorare su progetti che siano personalmente significativi. L’88% dei millennials europei sceglierà di lavorare su interessi personali e di impatto sociale. Sempre più i dipendenti hanno una motivazione che va oltre lo stipendio. Oggi le organizzazioni e i dipartimenti Hr coinvolgono i propri dipendenti più strettamente nella missione dell’organizzazione, riconoscendo che ogni dipendente contribuisce in modo significativo al successo dell’azienda. Lo studio ha confermato che l’89% delle persone sceglie di lavorare su interessi personali.


«I recenti progressi tecnologici – conclude Uva - potranno ridefinire il rapporto tra i lavoratori e i loro manager. Automazione, macchine intelligenti e intelligenza artificiale stanno cominciando a sostituire le persone nei lavori ripetitivi e saranno d’aiuto per migliorare la vita dei dipendenti. Sempre più la crescita internazionale delle imprese è legata all’abilità delle Hr nell’adeguarsi alle direttive locali, nel sostenere l’afflusso di nuovo personale in azienda e nel garantire la coerenza dei dati in tempi brevi. L’opportunità di usare i dati e le analitiche predittive per ottimizzare la pianificazione della forza lavoro comporterà numerosi benefici, a cominciare dalla possibilità di rendere l’organizzazione più veloce, più semplice e più agile. Senza contare che sistemi informativi e tecnologici avanzati (dalle informazioni sul payroll globale alla formazione online) offriranno ai direttori Hr maggior tempo da dedicare agli aspetti strategici, e, allo stesso tempo, garantiranno maggiore trasparenza e una diretta accessibilità per tutti: manager e dipendenti».