Economia

ECONOMIA. Draghi: rivedere il sistema degli ammortizzatori sociali

venerdì 18 dicembre 2009
Il governo "ha fatto moltissimo" sul fronte degli ammortizzatori sociali. In ogni caso serve una revisione del sistema anche perchè 1,6 milioni di lavoratori sarebbero senza tutele. Intanto si inizia a sentire la ripresa che però è "largamente debitrice al sostegno pubblico". Sono le indicazioni fornite dal Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, in occasione della cerimonia di conferimento della laurea honoris causa in scienze statistiche all'Università di Padova.L'intervento viene commentato soprattutto dal mondo politico con la maggioranza che accetta la "direzione di marcia" impartita dal governatore (lo dice Benedetto Della Vedova del Pdl) mentre Linda Lanzillotta (Alleanza per l'Italia) punta sul fatto che "la crisi non è ancora superata". Per la Cgil interviene Fulvio Fammoni che evidenzia: "di una riforma del nostro sistema di ammortizzatori sociali c'è urgente bisogno perchè 1,6 milioni di esclusi sono moltissimi".  Nel suo discorso il governatore sottolinea anche la necessità di poter contare su una "statistica indipendente" che è "fondamentale" per le decisioni di politica economica. E tra gli argomenti, appena sfiorati, anche la minor "fragilità finanziaria" delle famiglie italiane e il non rapporto statistico tra immigrazione e criminalità. Per quanto riguarda gli ammortizzatori, il numero uno di Via Nazionale sottolinea di "non voler essere frainteso" aggiungendo che "il governo ha fatto moltissimo". Ma - spiega nel suo discorso - c'è "l'esigenza di una revisione del nostro sistema di ammortizzatori sociali con benefici per l'efficienza produttiva, la tutela dei lavoratori, l'equità sociale". Questo anche perchè 1,2 milioni di lavoratori sarebbero sprovvisti di tutele in caso di perdita del posto di lavoro più 450.000 parasubordinati.    Tra gli altri argomenti trattati da Draghi le famiglie: l'analisi (relativa al periodo 1991-2006) "conferma nel complesso una condizione di bassa vulnerabilità finanziaria. La 'fragilità finanziarià - definita come la percentuale di famiglie con una spesa per debiti superiore al 30 per cento del reddito disponibile, risulta complessivamente limitata, pari al 2 per cento, e interessa una famiglia indebitata su dieci". Mentre - sempre secondo Draghi - non c'è nessuna evidenza statistica del rapporto tra criminalità e immigrazione.  Infine la ripresa che è appunto "largamente debitrice al sostegno pubblico" come ad esempio nel caso consumi che registrano un lieve incremento dello 0,4%, "grazie soprattutto al sostegno destinato all'acquisto di beni durevoli". Ma per decidere occorre conoscere e in questo sensoè utile una statistica "indipendente": "la statistica - dice Draghi - è essenziale per la politica economica: rivelando la realtà scuote le persone dall'ignoranza, comoda per giustificare l'inerzia dei loro comportamenti, prepara e informa il consenso politico necessario per l'azione conseguente, a cui dà il sostegno essenziale per misurarne l'intensità e la precisione. Perciò la discussione della politica economica deve ancorarsi a informazioni quantitative da tutti ritenute affidabili, più che a sondaggi spesso espressione di un'opinione pubblica largamente disinformata".