Economia

Industria e nomine. Donne al comando: in Giappone l'auto svolta

martedì 26 agosto 2014
Primi segnali di cambiamento della presenza femminile nelle posizioni dirigenziali dell'industria giapponese e, in particolare, in quella automobilistica. Mentre negli Stati Uniti una donna - Mary Barra - è a capo del colosso General Motors, nel Paese del Sol Levante fa notizia il successo che sta ottenendo Chika Kako, primo “chief engineer” di sesso femminile alla Toyota e nell'intero sistema dell'automotivegiapponese.
 Come riporta Automotive News, all'ingegner Kako, al momentodell'assunzione, vennero poste due domande precise (come mai nonè sposata? Quando pensa di sposarsi?) che poco o nulla avevano ache fare con le sue doti professionali e la sua capacità di confrontarsi nel mondo dell'engineering automobilistico. Oggi la 47enne Chika Kako è l'apprezzata responsabile della riprogettazione e del riposizionamento a livello globale della Lexus CT 200 Hybrid. È arrivata a questa posizione firmando importanti miglioramenti nell'ambito del brand premium del Gruppo Toyota, come lo sviluppo di materiali capaci di incrementare la percezione della qualità delle Lexus o, ancora,l'introduzione a partire dalla RX300 del comando con joystickper il navigatore e le altre funzioni gestibili attraverso il display di bordo.
 
Automotive News ricorda che l'ingegner Kako ha introdotto nella 200 CT Hybrid ben 94 modifiche tecniche e costruttive, come quelle - molto apprezzate dai clienti - per rendere più precisa la guida e più confortevoli le sospensioni o, ancora, l'introduzione di adesivi strutturalinella scocca per aumentarne la rigidità. E la sua firma ha autorizzato anche i cambiamenti al design, come i nuovi scudi che hanno dato alla 200 CT Hybrid un look più importante e più “piantato” a terra.
«In realtà non sono un ingegnere specializzato nei motori o nelle trasmissioni - ha detto candidamente Chika Kako a Automotive News - ma come ingegnere capo sovraintendendo al “pacchetto” complessivo del veicolo. Ogni giorno imparo qualcosa in più e questo è davveroimpegnativo».
Altra azienda in cui le donne stanno crescendo nella struttura di management è la Nissan: già nel 2009 Mie Minakuchi era stata nominata “chief product specialist”, posizione in cui aveva sviluppato il progetto Note. La sua posizione è stata poi occupata da un'altra donna, Sachiko Aoki, che ha firmato la seconda generazione della Note presentata nel 2012. Nissan guida la classifica degli executive di sessofemminile, con il 7% di quota rosa, valore che per volontà di Carlos Ghosn dovrebbe salire al 10% entro il 2017. Proprio il CEO di Nissan aveva sottolineato in luglio l'anomalia della proporzione tra il peso delle donne nel mercato («Controllano il 65% del potere di acquisto globale e decidono il 60% dei contratti per le auto nuove», aveva detto Ghosn) e la loro presenza nelle stanze dei bottoni. 
 
Alla Toyota i manager in rosa sono oggi solo 101 su 9.458, poco più dell'1%. Il Gruppo vuole però far crescere questa quota a 320 dirigenti entro il 2020 e a 570 nel 2030. Il colore rosa non piace ancora invece in Suzuki e Mazda, dove la percentuale dei dirigenti donna è pari a zero. Honda, come Mitsubishi e la stessa Toyota, vanta una presenza femminile nel consiglio di amministrazione, ma in tutti i casi di tratta di nomine esterne, senza esperienza specifica nel settore automotive.