Economia

Disoccupazione. L'allarme della Bce: i senza lavoro sono il doppio delle stime

Cinzia Arena mercoledì 10 maggio 2017

Le stime ufficiali parlano di un tasso di disoccupazione pari al 9,5% ma il dato reale sarebbe quasi doppio. In pratica oltre un lavoratore su sei dell’eurozona, sarebbe senza lavoro o sottoccupato. A lanciare l’allarme è la Banca centrale europea che solleva dubbi sui parametri di catalogazione internazionale sui disoccupati stabiliti dall’Ilo (l’Ufficio sul lavoro dell’Onu) a cui si attiene anche Eurostat. Se è vero che la ripresa economica ha creato a partire dalla metà del 2013 circa 5 milioni di nuovi posti di lavoro e che la disoccupazione è scesa più rapidamente del previsto è anche vero, sostiene la Bce, che una fetta consistente della popolazione non lavora perché troppo sfiduciata (e non cerca quindi nemmeno un’occupazione) o lavora meno in termini di ore di quanto vorrebbe (un fenomeno che colpisce particolarmente le donne in seguito all’aumento dei part-time legati alla crisi economica).

In termini di percentuale gli inattivi sono il 3,5% e i sotto-occupati il 3% della popolazione attiva. Due categorie che per le statistiche non rientrano tra i disoccupati. A conti fatti il livello di sotto-utilizzo della forza lavoro, considerando che la Bce ritiene comunque più ampia anche la disoccupazione "classica", è quindi quasi il doppio del valore ufficiale. Si attesterebbe attorno al 18% della popolazione.Secondo la Banca centrale europea nonostante «un chiaro miglioramento su molti indicatori di mercato sul lavoro, in molti Paesi dell’area euro con la rilevante eccezione della Germania, il mercato del lavoro sembra restare soggetto a sotto utilizzo». E questo fattore continuerà a frenare la dinamica delle retribuzioni, aggiunge la Bce sollevando un aspetto di rilievo anche per i suoi obiettivi di politica monetaria e di normalizzazione dell’inflazione.

Non va meglio per quanto riguarda la disoccupazione giovanile che ha toccato la punta massima nell’eurozona nel 2014 con il 23% dei disoccupati tra i 15 e i 24 anni per poi assestarsi al 21% nel 2016
. Prima delle crisi economica la percentuale era del 15%. L’Italia, insieme alla Grecia, è il Paese con il maggior numero di giovani senza lavoro. La Bce suggerisce di agire su quattro versanti per combattere questo fenomeno. Innanzitutto migliorare la rilevanza del lavoro nel sistema dell’istruzione, anche guardando agli schemi di apprendistato. Secondo, introdurre un sistema di fissazione dei salari che funzioni adeguatamente e in maniera "responsabile", anche quando si vanno a fissare le retribuzioni minime. Terzo migliorati i servizi pubblici di inserimento nell’occupazione, anche nell’ottica di sostenere i disoccupati nella fase in cui si trovano privi di impiego. Infine, un aumento della flessibilità che consenta ai giovani di conciliare istruzione e lavoro.